SpecialeTorino2006 - argento e bronzo per l’Italia nello Slalom
SpecialeTorino2006 - Chiusura all’insegna della primavera, argento e bronzo per l’Italia nello Slalom. ilmascalzoneOlimpico, Torino2006 sul mascalzone a cura di Pietro Lucadei
-2006-03-19 - Paralimpiadi: argento e bronzo per l’Italia nello Slalom Nelle due gare di sci alpino standing femminle blind. Daila Dameno, protagonista di una prova straordinaria nella categoria sitting femminile, l'oro è andato alla statunitense Victor, bronzo alla giapponese Aoki. Soddisfatta la sciatrice lombarda, anche se ha ammesso di aver avuto qualche indecisione nell'ultima tripla della prima manche, che le ha fatto perdere qualche decimo. Nella categoria blind femminile, la coppia Parente-Migliari ha concluso ancora con uno splendido terzo posto, il terzo, alla spalle della francese Casanova e dell'austriaca Gasteiger. Delusione, nella categoria blind maschile, per Gianmaria Dal Maistro e Tommaso Balasso. Il campione di Schio ha toccato la porta con lo sci ed ha perso l'equilibrio, saltando una porta. Paralimpiade finita, quindi, per Dal Maistro e la sua guida Balasso, anche se per i due azzurri resta la soddisfazione dell'oro in Super G e dell'argento in Gigante. Vittorie del francese Nicolas Berejny. Argento al francese Villalomn e bronzo al tedesco Gradwohl nei blind. Infine oro al tedesco Braxenthaler, argento e bronzo agli austriaci Ede e Egle nel sitting. -Cerimonia di Chiusura delle Paralimpiadi all’insegna della primavera A Torino la primavera arriverà con due giorni d' anticipo. La cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi invernali, domenica sera, porterà infatti su Torino il profumo dei fiori e il calore del sole. Un prolungamento della bella stagione olimpica vissuta dal capoluogo piemontese negli ultimi due mesi. "In poche settimane la città è passata dal grigiore della sua storia industriale ad una nuova epoca", afferma il regista dello spettacolo di chiusura, Roberto Tarasco. La primavera, intesa come passaggio dalle giornate fredde e buie a quelle tiepide e frizzanti, è quindi una metafora perfetta per descrivere la parabola di Torino che verrà raccontata dalla cerimonia sotto forma di fiaba. "In tutto sono coinvolti 300 artisti, la maggior parte provenienti dalle compagnie torinesi. Un ruolo importante, però, ce l' avranno anche gli atleti in questi giorni impegnati nelle gare: sfileranno in mezzo a due ali di folla, in via Roma, tutti insieme dietro alle bandiere delle loro nazioni. Un momento protocollare a cui si aggiungeranno quelli dell' ammaina bandiera e il momento dedicato a Vancouver 2010, la città delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali. Per l' ultima volta, in questa stagione olimpica, la notte verrà illuminata dai fuochi d' artificio che faranno da sfondo all' ultimo concerto di Torino 2006: sul palco dove in queste settimane sono saliti, uno grandissimi artisti italiani e stranieri si esibirà Patti Smith con la sua band. Le sue canzoni arriveranno subito dopo il coro dei bambini che proporrà 'The Wall', dei Pink Floyd, in un tripudio di luci, colori, suoni ed esibizioni coreografiche. Che coinvolgeranno, tra l' altro, anche gli spettatori attesi in piazza.
-A Sestriere medaglie sotto la neve per lo slalom speciale Una Sestriere Borgata sotto zero e, da metà giornata, investita anche da una fredda nevicata ha ospitato la penultima giornata di competizioni di questa nona edizione dei Giochi Paralimpici Invernali. Sulla Kandahar Banchetta si è infatti disputata la prova di Slalom Speciale maschile e femminile, per la categoria Standing. Non è stata una giornata ricca di soddisfazioni per i colori italiani, come era invece successo nello slalom gigante di venerdì grazie alle imprese di Silvia Parente, Gianmaria Del Maistro e Daila Dameno, ma il numeroso pubblico che ha affollato le tribune ha avuto di che divertirsi. Negli uomini le medaglie sono state affare di quattro atleti che partivano con i favori del pronostico. Si è imposto l’austriaco Robert Meusburger, che aveva chiuso la prima manche al secondo posto, davanti allo svizzero Thomas Pfyl, miglior tempo in mattinata, e al tedesco plurimedagliato Gerd Schoenfelder (atleta vincitore del maggior numero di medaglie nella storia delle Paralimpiadi), “solo” quarto dopo la prima discesa. I due italiani in gara, Ugo Bregant e Florian Planker, hanno chiuso rispettivamente al 35° e 41° posto.
Nella gara femminile ha vinto la statunitense Allison Jones, terza dopo la prima manche. Argento alla francese Solene Jambaque, detentrice del miglior tempo di discesa nella mattinata, mentre un’altra sciatrice a stelle e strisce si è aggiudicata il bronzo, Sandy Dukat, solo quinta a metà competizione. Niente da fare per la tedesca Reinhild Moeller che aveva ottenuto un ottimo secondo tempo nella prima manche, ma non ha concluso la seconda discesa. Nessuna atleta italiana in gara.
Oggi, ultimo giorno di gare dei Giochi, a Sestriere scendono le categorie maschile e femminile per seduti e disabili visivi. Dopo la conclusione delle gare di Sci di Fondo a Pragelato Plan, l’appuntamento è per le 20.00 a Piazza Castello (Medal Plaza) dove si svolgerà la Cerimonia di Chiusura che farà scendere l’ultimo sipario su Torino città Olimpica e, soprattutto, Paralimpica. Nicola Pirulli
-Ice Slegde Hockey: Canada campione, Norvegia argento Il Canada di coach Jeff Snyder è d’oro dopo una finale di grandi contenuti tattici e agonistici, con momenti di battaglia alla transenna anche molto ruvidi e scontri di gioco pesanti e con l’eccellente referee americano Jonathan Morrison che assai autorevolmente ha adottato il metro fondamentale di lasciar giocare.
I canadesi trovano per due tempi la loro chiave vincente nel governo della zona neutra e nel saper soffocare la propulsione dei potenti Pedersen e Rovelstad; nel terzo periodo, sull’assedio della Norvegia, esaltano invece quel loro starting-goalie grandissimo che è Paul Rosen. Il 3-0 finale è frutto di tre 1-0 parziali, con la terza rete in empty-net a 4 secondi dal termine. I tiri complessivi in porta sono stati 18 a 9 per i norvegesi di coach Morten Haglund. E’ di Bradley Bowden il primo gol a 2’52” del terzo iniziale; soprattutto Eskil Hagen a porta praticamente spalancata, sotto misura, non trova poi l’aggancio, su un assist diagonale in profondità, per girare in rete. Nel secondo periodo, parecchio tattico e chiuso, annotiamo un solo tiro (canadese) in 8’30”. Il Canada governa, la Norvegia non riesce a far gioco. Il 2-0 arriva a 14’29” in power-play: gran lavoro dietro-porta di Bowden, assist al centro per Westlake e gol di prima intenzione. Molto bello e chirurgico.
Da 5’40” del terzo tempo è assedio Norvegia, e qui si erge a saracinesca Rosen: una sequenza di almeno quattro salvataggi determinanti su Pedersen e Hagen. Il coach Haglund toglie il portiere Johansen attorno al minuto 42, ovvero ancora a 3’ dalla fine, per l’extra-attacker. La Norvegia vince ingaggi, tiene disco nel terzo d’attacco, in sei pressa alla disperata creando mischie e occasioni; i canadesi difendono coi denti e non concedono praticamente tiri “puliti”, senza riuscire al tempo stesso ad arrivare a concludere in modo “puliti” nella porta vuota norvegese: ci riescono però a 44’56”, 4 secondi dalla sirena finale, dopo aver vinto un contrasto portato fuori del loro terzo, con il top-goal scorer Billy Bridges che con uno slap da prima della linea rossa fa scivolare il puck nell’oro. Renzo Gilodi -Voci (e colori) da… la finale di hockey: Norvegia-Canada Un tifo entusiasta e un grande match concludono il torneo dello sport più spettacolare dei Giochi La finale paralimpica di Ice Sledge Hockey è senz’altro uno degli spettacoli sportivi più affascinanti a cui si possa assistere. Per l’agonismo e il tasso tecnico dei giocatori sulla pista, per il calore ed il tifo del pubblico, per l’emozione e la solennità della premiazione finale. Naturalmente Norvegia-Canada, giocatasi sabato 18 marzo a Torino Esposizioni e terminata 0-3, non è venuta meno a queste caratteristiche. Come nella finale di wheelchair curling, erano di fronte la squadra campione del mondo (gli scandinavi) e la formazione del paese che ospiterà le prossime Paralimpiadi invernali, quei canadesi che tra quattro anni potranno difendere in casa i titoli dei due sport di squadra, avendo vinto l’Oro anche nel curling.
Prima dell’inizio della partita, era già emozionante vedere sugli spalti i colori delle due tifoserie; quasi un terzo delle gradinate era gremito di supporter del Canada, che srotolavano enormi bandiere con la foglia d’acero e agitavano sciarpe e curiosi gadget gonfiabili in un trionfo di rosso e di bianco. In numero molto minore, anche i norvegesi però si facevano sentire, coloratissimi nelle loro casacche azzurre e rosse e tutti con i tipici berretti vichinghi in testa. Qua e là, anche tifosi statunitensi, venuti per vedere i propri beniamini premiati alla fine dell’incontro con la medaglia di bronzo, dopo la vittoria contro la Germania.
Una partita come Norvegia-Canada, però, non si poteva vedere senza un valido commento tecnico a fianco, così ci siamo avvalsi degli illustri pareri di Andrea Chiarotti e Stefano Frassinelli, rispettivamente capitano e preparatore atletico della squadra azzurra di hockey, venuta quasi al completo ad assistere alla finale. Alla domanda su un pronostico per la vittoria capitan “Ciaz” rispondeva: «E’ difficile dirlo. Posso però confessare che personalmente tifo Norvegia, prima di tutto perché sono i Campioni del Mondo, ma anche per ragioni per così dire “affettive”. Infatti nel 2004, quando con altri futuri giocatori della nazionale sono andato in Svezia a vedere i Mondiali di Ice Sledge Hockey – continua Chiarotti – abbiamo conosciuto la squadra norvegese, che è stata disponibilissima nei nostri confronti: ci hanno prestato degli slittini da provare in Italia e ci hanno addirittura fatto allenare con loro il giorno in cui dovevano giocare la finale. Davvero fantastici. Con il capitano mi sento ancora via e-mail, quindi non posso non tifare Norvegia…». Anche Frassinelli puntava sugli scandinavi, sottolineando le grandi qualità del n. 3 Pedersen: «Ha una capacità di tenere il disco incredibile, è quasi impossibile soffiarglielo via e contrastare il suo gioco». D’altro canto, però, man mano che la partita proseguiva e il Canada segnava un gol per tempo (l’ultimo a porta vuota, dato che la Norvegia aveva tolto il portiere per riversarsi tutta in avanti), i nostri commentatori, un po’ sorpresi, dovevano ricredersi e sceglievano come miglior giocatore canadese l’estremo difensore Rosen, autore di almeno cinque straordinarie parate e sempre attentissimo durante gli ultimi, disperati attacchi scandinavi.
Però niente da fare per la Norvegia, il Canada vinceva 3-0 e i suoi tifosi si scatenavano in un entusiasmo contagioso e coloratissimo. La festa diventava incontenibile poi durante la consegna delle medaglie, splendenti nei loro colori smaltati al collo di tutti i vincitori, in una cerimonia che ha avuto come officianti, tra gli altri, il Presidente IPC Sir Phil Craven e la Presidente di Com.Par.To Tiziana Nasi.
Ma come i protagonisti della partita hanno commentato il risultato? Iniziamo con Greg Westlake, autore del secondo gol canadese: «È fantastico, abbiamo aspettato questo momento così a lungo, la festa deve ancora cominciare. Il match? Abbiamo giocato una partita perfetta nell’occasione perfetta e il nostro portiere è stato davvero grande. Non si può chiedere di più». A fargli eco il capitano Todd Nicholson: «È un onore vincere l’Oro, non solo per me ma per tutti i 15 ragazzi della squadra, ognuno ha fatto la sua parte fino in fondo. Abbiamo lavorato molto duramente per arrivare fino qui e in questo devo ringraziare anche la Federazione Canadese di Hockey, che ci ha sempre supportato». Per i norvegesi, visibilmente delusi, il primo a parlare è stato l’attaccante Atle Haglund: «Semplicemente non abbiamo giocato la nostra partita, non abbiamo fatto del nostro meglio, mentre il Canada ha fatto vedere un grande hockey stasera. Conoscevamo il loro gioco, ma sulla pista eravamo confusi e non siamo riusciti a combinare nulla». La non perfetta condizione è stata al centro anche del commento del difensore Tommy Rovelstad: «Oggi non eravamo abbastanza in forma, forse eravamo troppo carichi prima della partita, non so. Comunque abbiamo intenzione di festeggiare al meglio anche l’Argento, che ci siamo senza dubbio meritati dopo quattro anni di duro lavoro. Credo proprio che stasera ci daremo alla pazza gioia». È un po’ triste pensare che potremo rivivere queste emozioni solo fra quattro anni, a Vancouver… Silvia Bruno -Voci (ed emozioni) da… la finale di curling: Canada supera Gran Bretagna Brividi e sorprese segnano la fine del torneo della disciplina “matricola” di queste Paralimpiadi
La prima finale per gli sport di squadra della IX Paralimpiade Invernale è Gran Bretagna-Canada di curling, in un Palaghiaccio di Pinerolo pieno ed entusiasta, sia di scuole che di tifosi dei due paesi. Di fronte, due squadre che oltre alla medaglia in palio, hanno ottimi motivi per cercare la vittoria: da una parte, i britannici devono difendere l’onore di essere Campioni del Mondo in carica; dall’altra, i canadesi, prossimi organizzatori dei Giochi, sarebbero ben felici di difendere il titolo, tra quattro anni, in casa.. La partita è caratterizzata fin da subito da parecchi errori da entrambe le parti, che tendono a bocciare le stone avversarie piuttosto che cercare il punto. Dopo i primi tre end il punteggio è di perfetta parità, 3-3, per la soddisfazione di Sir Phil Craven, Presidente IPC, arrivato per la premiazione finale proprio però mentre il suo paese si fa rimontare dal Canada. Poi gran finale con i canadesi che superano i britannici all'ultimo end.
Approfittiamo della pausa per andare ad intervistare la squadra svedese, che ha vinto la medaglia di bronzo del torneo battendo la Norvegia. Lo skip Jalle Jungnell ci racconta che il punteggio finale (10-2) in realtà non rispecchia fedelmente la partita, che all’inizio ha avuto continui capovolgimenti di fronte e solo nelle ultime frazioni di gioco ha visto prevalere la Svezia; alla domanda su chi invece scommetterebbe per la vittoria dell’Oro risponde, dopo qualche momento di riflessione, Gran Bretagna. Poi non possiamo non scambiare due battute con la giocatrice della squadra, Anette Wilhelm, proprio sul significato della presenza femminile in questo sport: “Sì, in effetti il curling è l’unica disciplina paralimpica mista e devo dire che è un aspetto che mi piace molto, perché dimostra bene come in questo caso le differenze si azzerino: non importa se sei uomo o donna, più o meno giovane o fisicamente forte. Quello che conta è il gruppo e l’affiatamento che si crea; noi giochiamo insieme da almeno cinque anni e ormai c’intendiamo con uno sguardo”. Sull’organizzazione del torneo e sulle Paralimpiadi nel loro complesso non ha dubbi: “Assolutamente tutto fantastico, sia qui nell’impianto che al villaggio di Torino: veramente complimenti, avete fatto un ottimo lavoro”.
La partita si mette male per la Gran Bretagna: al quinto end perde 6-4 ma con la possibilità dell’ultimo tiro potrebbe pareggiare i conti, se non addirittura vincere la gara; lo skip Frank Duffy si prepara a lanciare, tira, ma incredibilmente nella house riesce solo a spazzare via le altre pietre britanniche, regalando di fatto l’Oro al Canada. Più tardi dichiarerà: “Ho fatto quel tiro centinaia di volte. Non era destino. Ci aspettavamo che la stone curvasse ma non è successo, ho tirato troppo forte. Questa cosa mi perseguiterà per il resto della mia vita. Ma pazienza, era solo una partita di curling, in fondo abbiamo vinto l’Argento e ne sono fiero”. Ed ecco le premiazioni. A consegnare le medaglie sono rispettivamente il Presidente dell’IPC Sir Phil Craven per il Bronzo, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino per l’Argento e il presidente della Federazione Mondiale di Curling Roy Sinclair per l’Oro, assistiti da Kate Caithness (Federazione Mondiale Wheelchair Curling), Roberto Daneo (Direttore Authority Relations Com.Par.To) e Alberto Barbero, sindaco di Pinerolo.
Prima di lasciare definitivamente l’impianto incrociamo Mauro Maino, il ct della formazione italiana, che sta parlando con Andrea Tabanelli, il nostro skip, e Danilo Destro, anche lui atleta di curling, fuori squadra per motivi fisici. Stanno parlando dell’incontro appena conclusosi, meravigliandosi non poco della vittoria canadese, dato che a loro avviso i britannici restano superiori. Chiediamo anche un bilancio sull’avventura azzurra: “Nonostante i risultati – ci dice Maino – non credo che dal punto di vista tecnico l’Italia sia così lontana dagli altri paesi. A noi ovviamente manca l’esperienza e una certa organizzazione alle spalle; ad esempio ci sono squadre che sono sempre seguite da medici, dietologi, psicologi e possono naturalmente contare su risorse economiche maggiori delle nostre, per andare all’estero ad allenarsi e fare tornei. Comunque penso che adesso la nostra priorità sia ampliare il numero dei giocatori, cercando soprattutto giovani: in questo senso in questi giorni abbiamo avuto già molti segnali positivi. Con quattro anni di lavoro davanti, a Vancouver sapremo sicuramente giocarcela alla pari con tutti”. Torino 2006 è quasi finita, ma Vancouver 2010 sembra già vicina. Silvia Bruno
|