Il senatur Umberto Bossoli ha dichiarato al mondo intero:
"Dieci milioni di padani pronti alla guerra di liberazione"
Domani pubblicheremo una breve considerazione satirico-numerica su questa affermazione. Per ora vi inviamo la foto di uno dei guerrieri celabbiamodurocelticopadani che va alla guerra.
Analizziamo l’ultima uscita del “Senatur”:
“Dieci milioni di padani pronti a scendere in guerra per la liberazione del nord”.
Ci dilettiamo in un giochino matematico per studiare la portata della sparata bossiana.
Alle politiche 2006 hanno votato poco più di 40 milioni d’italiani, padani inclusi.
La Lega Bombarda di Umberto Bossoli ha collezionato il 4 % di suffragi e ne consegue che 1600000 persone siano celabbiamoduro leghiste.
Bossi, millantatore per antonomasia, ne dichiara quindi 8400000 in più.
Da dove vengono?
Possiamo azzardare qualche ipotesi.
Il lanzichenecco bergamasco ha deciso di calcare le orme dei suoi antenati assoldando schiere d’extracomunitari disoccupati e dando loro la cinquina li ha trasformati in mercenari “lumbard”?
Quantità smisurate di borotalco sono state importate nella verdeggiante pianura padana … allo scopo di dare a quei multietnici prezzolati almeno la parvenza di guerrieri purosangue padano-celtico-gallese.
Inizialmente i cinque saggi avevano deciso di sbiancarli con del semplice cerone, ma essendo questo utilizzato esclusivamente dal cavalier Cipria, loro alleato e filantropico finanziatore, … scarseggiava non poco.
I soldati di ventura borotalchizzati hanno disertato dalle fila del redivivo Aldo da Giussano quando il generale Borghezio con il pistolino in bella mostra ha gridato:
”Noi ce l’anbbiamo duro”.
Inutile dire che dai manipoli del prezzolato esercito padano sono usciti mugugnii di malumore e sorrisini malevoli in direzione del malcapitato Neuro parlamentare…
“Ma come! Quello li con quel cosino vuole comandare noi africani … famosi nel mondo non certo per la loquacità???”
L’ammutinamento generale della truppa è scoppiato in ogni modo solo quando il caporal minore Calderoli ha voluto che lanciassero all’unisono il tipico grido di guerra delle popolazioni autoctone di Nebbiolandia:
”Fora dale bale tutch i negher de merda!”
Inseguito dai ribelli incazzati neri, il caporal minore è riuscito a trarsi in salvo solo lanciandosi al galoppo in groppa del suo fido maiale che iniziava ad avere le palle piene delle pensate (scusate l’esagerazione) del suo compagno di greppia.
Da quanto detto si evince che gli 8400000 padani in eccesso non provengono da fila mercenarie.
Un lampo illuminante ci sovviene se consideriamo che Calderoli ha arruolato il suo porco per combattere una guerra privata contro i mussulamani.
Probabilmente hanno stimato la razza suina una fazione cobelligerante nella secessione da “roma ladrona la padania non perdona”.
Anche qui sorgerebbero certamente dei problemi logistici e comportamentali.
L’alleanza padano-suina inizierebbe a marzo e finirebbe ai primi freddi di gennaio quando notoriamente i militi celabbiamoduristi interrompono ogni attività e iniziano 40 giorni d’antiche cerimonie tribali dedicati a trasformere le falangi dei loro alleati setolosi in fila di cotechini, salamelle, lardi e pancette.
Ci si troverebbe di fronte ad un’intesa destinata ad andare letteralmente in fumo.
Scartando l’alleanza col suino padano non resta che cercare i milioni di guerrieri fantasma disposti al martirio tra i vecchi nemici della razza padana.
Fino a pochi anni orsono, nelle verdeggianti pianure irrigate dal Po il comune grido di guerra lanciato dalle tribù native era:
“Fora dai cojoni tutti i terù”
Oggi, gli anatemi e gli strali scagliati dalle verdi camicie sono riservati a tutti coloro il cui colore della pelle non corrisponde alle prestazioni sessuali di Calderoli ...
In questo modo, i meridionali d’Italia residenti nelle valli bergamasche, sono saliti di un gradino nella società valligiana divenendo “Liberti” … ex schiavi emancipati dal loro padrone.
Probabilmente, allo scopo di consolidare questo nuovo stato sociale si uniscono agli abitanti della Gallia cisalpina nella lotta ai diversi residenti nella penisola dei buoi.
La geografia celabbiamodurista ne è uscita rivoluzionata e per dare un contentino ai nuovi scudieri del carroccio, il famoso muro alto 30 kilometri è stato spostato da “oltre il PO” a “dopo Lampedusa” con buona pace degli scafisti albanesi.
Garibaldi è diventato un eroe anche nella bassa bergamasca e i dieci milioni di baionette attendono l’inizio delle ostilità sorseggiando vin brulè nelle nebbiose osterie dell’alta Val Brembana.
Tubal 2 ottobre 2007, da www.controcorrentesatirica.com