Quando la politica si trasforma in una partita di pallone
Non mi interessa assolutamente fare un discorso di destra o di sinistra. Piuttosto, vorrei fornire qualche spunto critico che si muova super-partes, a prescindere da qualunque schieramento. Da buon cittadino osservatore, mi guardo intorno e mi sembra che la politica italiana si sia svuotata di ideali (ce ne sono mai stati!?), per trasformarsi in una competizione calcistica: il Parlamento ha assunto le sembianze di un prato verde e noi abbiamo preso comodamente posto nelle nostre poltrone di casa, in attesa del calcio d’inizio. Vedo spuntare i tifosi: “Forza Walter! Sei tutti noi!”; “Forza Silvio! Facci sognare!”. I Club Politici organizzano comizi in cui si odono cori da stadio, inneggianti chi una parte, chi l’altra; fuori e dentro al Parlamento, fioccano gli insulti; avvengono risse in campo; innanzi ad una crisi si fa festa, perché si crede di aver vinto la partita, anziché pensare alla magra figura che stiamo facendo all’estero. Attenzione, si è aperto anche il calcio mercato: staremo a vedere chi si comprerà l’ex guardasigilli Mastella, promettendogli questa volta il Ministero degli Interni o quello degli Esteri dal momento che, dopo tutto questo polverone, la Giustizia non gliela si può più (con)donare, poverino. Con la nuova squadra formata, entriamo in clima di elezioni e si apre anche la campagna abbonamenti: condotta raccontando quanto è brutto e quanto puzza il nostro avversario; cercando di agire sull’emotività, anzichè sullo spirito critico delle persone e su programmi concreti. Ed una volta al potere, si perde l’orientamento: il desiderio di consenso si fa sempre più forte. La campagna abbonamenti non finisce mai e si cerca di attrarre, presso le proprie schiere, anche altri tifosi, varando, chi è a destra, leggi di sinistra; chi è a sinistra, leggi di destra. Ed il vecchio abbonato? Chi se ne frega di quello, tanto ha già pagato. Col risultato che l’elettore-tifoso non sa più quale sciarpa comprare, non riconoscendosi più in alcun schieramento politico. Finalmente il fischio di inizio,con la magistratura cornuta - stando alle parole dei giocatori - che fa da arbitro. E magari scopriamo che la partita è stata truccata dal Luciano Moggi di turno, che ha già manovrato e deciso tutto quanto: tanto il cellulare non lo pagano, loro. E che ne è del povero Cittadino che continua ad essere confinato nella sua poltrona? Lui, non potendo giocare a causa della sua stempiatura in un mondo in cui la politica è fatta di bellissimi dai capelli trapiantati, è confinato entro il suo ruolo di eterno raccattapalle, che raccoglie qualche soldo avanzato dagli stipendi a sei zeri dei calcioparlamentari. Chissà se, a breve, vedremo Borghezio uscire con una velina o Corona nascosto dietro qualche banco del Parlamento. Spero di no: per la Velina e Corona, si intende. E come dimenticare la tribuna calcistica di Maurizio Mosca, che col suo pendolo magico prevede una nuova squadra fatta di indiscussi campioni: i due bomber, Walter e Silvio, stanno già prendendo accordi. Con una squadra così sarà anche abolito il campionato, tanto chi li batte quelli? Ed ecco fare capolino altri 50 anni di Democrazia Cristiana. O forse un po’ meno, i due bomber non sono più giovincelli. Detto questo, ognuno è libero di tirare le proprie conclusioni. Per quanto riguarda me, l’ho sempre detto: il calcio non mi è mai piaciuto.
Mario Mauro
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