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notte nera

Notte Nera ad Asiago

Leggo su Ansa e condivido con voi.

ASIAGO (VICENZA) - Una città di montagna al buio, illuminata solo da centinaia di candele, animata da trampolieri e balletti aerei: così si è presentata con successo ieri sera Asiago, capoluogo dell'Altopiano dei Sette Comuni, per la prima edizione della Notte Nera, manifestazione in controtendenza rispetto alle inflazionate 'notti bianche'. Il concetto di partenza è analogo: godere della notte e delle sue suggestioni; ma l'appeal in questo caso, per abitanti e turisti, é stata possibilità di vivere Asiago com'era un tempo, prima dell'illuminazione elettrica, con il buio rotto solo dalle luci fioche delle candele.

Una situazione ideale per gli astrofili, che ad Asiago, con l'osservatorio di Cima Ekar, hanno una delle loro capitali. La Notte Nera è stata infatti anche un messaggio contro l'inquinamento luminoso, che limita sempre più la possibilità di osservare la volta stellata. Asiago per una notte è tornata indietro nel tempo, spegnendo a partire dalle 20.30 tutta l'illuminazione pubblica del centro e delle vie adiacenti. Contemporaneamente sono state accese centinaia di candele lungo le strade e sui marciapiedi.

La gente si è riversata in piazza, dove si esibivano trampolieri, che eseguivano giochi pirotecnici, e ballerine che sulle pareti della torre civica del municipio, legate e sospese nel vuoto, si esibivano in numeri di 'danza verticale'. In piazza del Duomo, grazie ad un maxi schermo in collegamento con l'Osservatorio astronomico, il pubblico ha potuto godere invece delle immagini delle stelle e degli altri oggetti della volta celeste estiva.

L.Pesci

 

-Una città buia e oscurata, illuminata dai fuochi degli artisti di strada e dalle candele portate in piazza dall’organizzazione. Suggestione a cielo aperto.

Ha avuto un successo insperato dagli stessi organizzatori la manifestazione “La Notte Nera”, ideata dal consigliere Carlo Arduini ed organizzato in collaborazione con il Comune di Asiago e la Pro Loco.
L’evento che si è svolto nel centro di Asiago sabato sera, aveva un duplice obbiettivo, richiamare i turistiche ancora soggiornano in Altopiano e sensibilizzare le persone a combattere l'inquinamento luminoso, che nega la possibilità spesso di godersi lo spettacolo stellato.

È quasi un’immagine spettrale quello che accoglie chi arriva da fuori Asiago vedendo «la più piccola ma più luminosa città d'Italia», come la definì Gabriele D'Annunzio, completamente oscurata con tutta l’illuminazione pubblica, e buona parte di quella privata, spenta.

Solo la luce data dalle centinaia di candele accese lungo le vie e le piazze del centro illuminano il paese mentre prendeva inizio i vari spettacoli preparati.

Prima una coppia di ballerine sospese dalla Torre Civica hanno deliziato le migliaia di persone assiepate in Piazza Carli con evoluzioni aeree e coreografie volanti sulle note di un sassofono. Poi lungo il Corso IV Novembre saltimbanchi e trampolieri hanno divertito grandi e piccoli con le loro performance e giochi pirotecnici, in spettacoli che hanno ricordato la più celebrata festa buskers di Ferrara, animando piazze e strade per il divertimento di tutti. Poi dal maxi schermo in collegamento con l’Osservatorio astronomico di Asiago allestito sul sagrato del Duomo, astronomi dell’Osservatorio hanno guidato i presenti nell’osservazione del cielo reso nitidissimo dall’oscuramento delle luci artificiali che tanto disturbano l’osservazione da parte degli studiosi.

«Voglio esprimere un sentito ringraziamento per l’adesione in massa da parte della cittadinanza e dei commercianti, che hanno risposto convinti al nostro invito a spegnere le luci artificiali, contribuendo a creare un’atmosfera magica in tutta la città», ha dichiarato l'assessore al Turismo, Roberto Rigoni.
«Un’iniziativa accolta con grande entusiasmo da parte di tutti, sicuramente da riproporre l'anno prossimo». O magari già quest’inverno con la neve suggerisce il consigliere Arduini in un sussurro per non sciupare la magia creata dalla Notte Nera.

Gerardo Rigoni

-Tratto da "Il Giornale di Vicenza".
Magari fosse la nouva moda di illuminare la notte!
A far da cicerone c'era il nostro prof. G. Favero, a cui vanno i nostri complimenti, oltre che all'Amministrazione Comunale che ci ha creduto.

-Rilancio e ributto la palla nel mucchio, come si direbbe in linguaggio sportivo.
La notte di Halloween in un piccolo paese del Friuli, Chiopris (che fa comune con Viscone), c'è una tradizione che da anni ha preso piede: l'esposizione delle zucche intagliate illuminate da una candela al loro interno. Non so se la cosa prese piede dall'imitazione americana o dalle nostre antiche tradizioni, visto che alcune delle sagre delle zucche qui sono molto antiche. Tralascio di dirvi quanto poi siano belli (e spesso anche molto elaborati) i lavori di intaglio, perché quello che mi preme è sottolineare che il comune spegne tutte le luci proprio perché le strade del paese (rese esclusivamente pedonali) siano illuminate dalle sole candele.
L'anno scorso ci saranno state almeno duemila persone solamente nelle due ore che ho impiegato per visitare l'esposizione delle zucche e NESSUNA di esse lamentava che ci fosse buio o che questo creasse problemi. Il cielo stellato si vedeva bene, visto che il borgo ha un retaggio rurale. Allora perché ci si ostina sempre e comunque a fare illuminazioni degne di uno stadio, quando spesso ai cittadini potrebbe piacere un'illuminazione più discreta?
Ma anche nel 1997, quando si discuteva e per approntare il progetto su come rifare la Piazza Grande di Palmanova, che ricordo ha 186 metri di diametro, da semplice cittadino alle riunioni pubbliche proposi più volte che si potesse scegliere tra un'illuminazione discreta tipo lanterne (ovviamente elettriche con regolazione elettronica) come si fa in certi paesi di lingua tedesca, abbinata a un certo numero di faretti che avrebbero potuto fare chiarore nel caso servisse un'illuminazione maggiore (spenti però per la maggior parte delle sere). La risposta dell'allora progettista, un grande cattedratico di Venezia, fu "...ma cosa ne vuole sapere lei!"
Ma a Palmanova, il momento di maggiore afflusso notturno di visitatori, avviene in concomitanza con la seconda domenica di luglio, nelle tre notti nelle quali sono spente tutte le luci della piazza e vengono accese solo delle torce: in occasione della (oramai trentennale) Rievocazione Storica della fondazione della città, avvenuta nel 1593. Decine di figuranti in costume d'epoca sfilano per la piazza, i borghi e le vie, illuminati solo dalle torce, creando delle notti molto suggestive, nelle quali dalla piazza si possono ammirare molte centinaia di stelle, contro la decina (!!!) che si vede di solito. E nessuno ha mai protestato per il buio.
Allora perché ci si ostina a fare illuminazioni da stadio pure nei centri storici di maggior pregio? E perché le Belle Arti danno il beneplacido a questi progetti?
Mandi dal Friùl.
Lucio Furlanetto


  

Cronaca e Attualità

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 Articolo letto 244 volte. il 27 Aug 2007 alle 16:41
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