di Lucio Garofalo
04/02/2009 - L’avvento improvviso e quasi “messianico” di un personaggio “politicamente corretto” quale Barack Obama e la sua elezione alla White House (che forse sarebbe più giusto ribattezzare Black House) costituiscono senza dubbio l’altra faccia della stessa medaglia. Mi riferisco alla medaglia dell’establishment industriale, finanziario e militare statunitense. Un sistema di dominio economico-militare che, con la famiglia Bush negli ultimi anni e, ancor prima, dall’inizio degli anni ’80 con Ronald Reagan (e la Tatcher in Gran Bretagna), ha offerto al mondo l’aspetto più atroce e spaventoso, vale a dire il volto del neoliberismo più affarista, cinico e spregiudicato, del conservatorismo più oltranzista, retrivo e reazionario, dell’ingerenza imperialista e bellicista, dell’offensiva unilateralista e neocolonialista. Insomma, ha mostrato la parte più oscura e perversa, criminale e spietata, della strategia politica nordamericana, che ha reso gli USA una superpotenza assai invisa e sgradita agli occhi di mezzo mondo.
Invece, il viso “bello e abbronzato” di Obama rappresenta la versione soft, amabile e giovanile, il simbolo buono ed onesto, simpatico e gentile, democratico e progressista, pragmatico e positivo, degli Stati Uniti e del capitalismo made in USA. Un capitalismo che ha semplicemente rinnovato il proprio look esteriore mediante una riuscitissima operazione di lifting, il cui felice risultato viene quotidianamente esaltato e pubblicizzato da una potentissima ed efficientissima cassa di risonanza mediatica planetaria. Ma si tratta pur sempre del medesimo apparato di potere economico-imperialista che si è imposto a livello globale nell’ultimo secolo e oggi decide di esibire al mondo il suo lato eticamente, politicamente ed esteticamente più accettabile e gradito: si chiama ”effetto Obama”.
E’ la medesima logica di forza e di comando che in passato ha promosso guerre feroci e sanguinose, ha provocato miseria e sottosviluppo, ha seminato terrore e violenza in tutto il mondo, ha partorito ed allevato, addestrato e finanziato, usato e poi rinnegato orribili mostri internazionali quali, ad esempio, Bin Laden oppure, in passato, il generale Manuel Noriega, famigerato dittatore del Panama e agente collaboratore della CIA. E’ la stessa forza suprema che ha ordito trame e complotti eversivi e terroristici (si legga pure “strategia della tensione”) al fine di destabilizzare per stabilizzare, ossia controllare e sottomettere più facilmente i popoli e le nazioni della Terra, ha organizzato colpi di stato militare per abbattere e sovvertire governi democraticamente eletti dal popolo: si pensi emblematicamente al golpe cileno del generale Pinochet, che rovesciò e soffocò in un bagno di sangue il legittimo governo di Salvador Allende. E’ la stessa macchina economico-imperialista che ha appoggiato e sponsorizzato le peggiori dittature fasciste e paramilitari, e gli odierni regimi criptoislamico-fascisti: si pensi, ad esempio, al vecchio regime iracheno baathista di Saddam Hussein, a quello pakistano, oppure alla satrapia aristocratico-familiare in Arabia Saudita ed altre tirannie di stampo semifeudale sparse ovunque nel mondo. Infine, è lo stesso assetto di predominio che ha generato l’attuale crisi economico-finanziaria che si va estendendo e amplificando su scala planetaria, investendo le strutture stesse del capitalismo globale, ed ora ha fatto eleggere il “meticcio” Obama alla Casa Bianca allo scopo di governare e superare questa difficile fase di recessione economico-produttiva e di transizione storico-politica internazionale.
Dunque, chi è Barack Obama se non l’altra faccia dell’egemonia e della supremazia imperiale nordamericana? Consegno ai posteri la (non) ardua sentenza.