27/05/2008 - Lo so, rischio di apparire noioso e ripetitivo, divenendo addirittura antipatico. Esattamente come l'odiato e irascibile Sgarbi... Ma che ci posso fare, è un impulso più forte di me. Quando assisto in Tv alle sue escandescenze plateali, mentre sbraita e si agita come un ossesso furioso e ringhioso, blaterando ed urlando frasi velenose e senza senso, avverto un moto irrefrenabile di sdegno e di stizza, anzi di vera e propria collera interiore che devo liberare in modo sano e civile, poiché fatico a reprimere. Forse potrei provare a prendere a pugni qualcuno o, meglio, qualcosa? Meglio di no. Invece, potrei esplicarmi in altro modo, praticando magari un'attività sessuale (che fa sempre bene al corpo e allo spirito) oppure applicarmi in un esercizio ginnico-sportivo.
Ma non mi basta. Devo dare libero sfogo alla mia rabbia e indignazione anche sul piano intellettuale. Devo esprimere apertamente ciò che penso rispetto a questo individuo vile e abominevole che si aggira nei vari studi televisivi, armato di volgarità inutili e gratuite, facile alle risse e alle provocazioni verbali, sempre pronto ad esibire le sue "doti migliori", ossia le presunte "virtù oratorie" che non sono altro che strumenti al soldo del potere più bieco, corrotto e arrogante, da ottuso impostore e ciarlatano quale egli è sempre stato, da squadrista e pennivendolo di regime quale egli è diventato. Dunque, ho bisogno di scrivere ciò che sento e penso di costui e dei suoi degni compari, dei loschi figuri che si adoperano al servizio dell'attuale regime cripto-fascista.
Ebbene, se per ipotesi assurda io fossi uno di quei magistrati tanto invisi al Cavaliere e ai suoi numerosi lacché in giacca e cravatta (tra i quali campeggia il nostro), credo che non avrei dubbi, né sentimenti di indulgenza e compassione verso un personaggio di tale "levatura" intellettuale e morale. Un vero “modello” di eleganza e di stile, provvisto in realtà di una personalità e di un temperamento che sono indegni persino del più infimo tra gli esseri viventi, vale a dire al di sotto del livello di vita e di intelligenza corrispondente al più viscido, meschino e solitario parassita intestinale che può infestare anche l'organismo umano. Senza offesa per i poveri vermi, siano anellidi, nematodi, platelminti o altri minuscoli animali invertebrati.
Pertanto, senza esitare nemmeno un attimo emetterei una netta, inappellabile e inequivocabile sentenza di colpevolezza. Per lui e quelli come lui, per tutti i cripto-fasci che si mostrano "forti con i deboli e deboli con i forti". Così come per il regime politico comandato da quel padrone che egli serve ed ossequia con cieca devozione. Un potere aduso a colpire e penalizzare i soggetti più deboli e indifesi della società, a cominciare dai miseri e sventurati migranti provenienti dal Terzo mondo, considerati "indesiderabili" da perseguire alla stregua dei peggiori banditi e criminali, mentre sono ben accetti e graditi - si fa per dire - solo in quanto merce umana, ossia in qualità di manodopera da sfruttare a bassissimo costo. Un esecutivo che, tuttavia, non ha mai osato opporsi ai poteri realmente forti e decisivi, quali la mafia, la camorra e la delinquenza imprenditoriale organizzata, le compagnie assicurative private, le banche e la grande finanza internazionale, le corporations e le lobbies multinazionali del petrolio, delle armi e dell'industria farmaceutica, la P2 e le altre logge occulte, i servizi segreti e l'intero establishment bellico-industriale nordamericano, insomma tutti i centri del potere occulto, affaristico e criminale che da sempre condizionano in modo spietato e inesorabile il triste destino del sistema pseudo-democratico in cui ci concedono la "libertà" di votarli, cioè di scegliere ogni lustro i padroni da cui farsi sfruttare.
Allora, altro che "governo forte"! Il nuovo governo Berlusconi è solo un altro governo cripto-fascista, ossia demagogico e populista, pronto a cavalcare e guidare gli umori delle masse popolari, plagiate, manipolate e inferocite da vaste e pericolose campagne di propaganda xenofoba e razzista che assecondano ed istigano i peggiori istinti della gente. Ma soprattutto pronto a servire e riverire gli interessi economici dominanti che fanno capo ai gruppi capitalistico-finanziari più potenti, legali o illegali che siano. In realtà, in Italia non c'è mai stato un governo davvero forte e coraggioso, in grado di contrastare e scardinare il dominio dei ceti economicamente più ricchi e potenti. Nella storia italiana, sin dagli albori della fase post-unitaria, durante la cosiddetta "età liberale", quindi nel periodo giolittiano, successivamente nel ventennio fascista, infine nell'epoca repubblicana, nessun governo ha avuto la forza, l'ardire e il coraggio di affrontare le sfide politicamente più ardue e difficili, provando a combattere e sfidare in modo serio, drastico e radicale lo strapotere della criminalità occulta di origine massonico-piduista, o della malavita organizzata di matrice mafiosa e camorrista, evidentemente collusa con il potere economico e politico istituzionale.
La stessa dittatura fascista di Mussolini ha rivelato ed applicato la sua forza repressiva solo verso le fasce sociali più deboli e meno protette, emarginando e perseguitando tutti i dissidenti, mettendo al bando ogni opposizione politica, sindacale e sociale. Mentre ha fallito miseramente nel tentativo di eliminare e debellare il banditismo e la mafia siciliana. A riguardo voglio rievocare la dura azione di stampo repressivo e militare intrapresa dal “prefetto di ferro” Cesare Mori, che fu la carta giocata dal neonato regime fascista, ma che comportava ed esigeva un’inflessibile lotta contro i vertici e le gerarchie del suo stesso apparato. In effetti il prefetto Mori mise in atto una strategia che infierì soprattutto sulla mafia rurale e sui suoi strati inferiori e più deboli, lasciando intatto il sistema di potere dei grandi latifondisti agrari che avevano utilizzato i banditi e i mafiosi per soffocare nel sangue le rivolte e le rivendicazioni delle masse contadine, così come seppero avvalersi dello squadrismo fascista e dello stesso Mori. Il quale nel 1927 venne nominato senatore del regno mentre Mussolini dichiarava solennemente alla Camera che “la Mafia è sconfitta”. In realtà i metodi brutali impiegati dal prefetto Mori suscitarono un diffuso e convinto malcontento nelle popolazioni siciliane, che si risolsero ad identificare nelle forze di polizia un esercito di occupazione da temere e nello Stato un nemico o uno straniero di cui diffidare a futura e duratura memoria. Una diffidenza profonda che si è confermata e perpetuata nel tempo fino ai nostri giorni. Dunque, perché il governo del neoduce di Arcore dovrebbe sottrarsi a tale logica di servilismo verso il potere massonico-mafioso?
Tornando al nostro, ecco la condanna. Applicando la legge del contrappasso, condannerei Sgarbi (e i suoi degni compari, i vari teppisti e squadristi televisivi, servitori prezzolati e cooptati dal potente di turno) ad una pena esemplare. "Punirne uno per educarne cento", come asseriva Mao Tse-tung. E così pure le Brigate Rosse. E parimenti predica il neo ministro "neomaoista" e "neobrigatista" Renato Brunetta a caccia dei "fannulloni" che imperverserebbero nel settore della Pubblica Amministrazione. Costringerei Sgarbi (ma non solo lui) a subire ed ascoltare passivamente, senza poter reagire per difendersi, senza alcuna clemenza, pietà o misericordia, senza la concessione di alcun beneficio, un'interminabile sfilza di turpiloqui irripetibili, urlati da una folla di belve inferocite, pronte ad assalirlo fisicamente al primo cenno di protesta. La condanna dovrebbe essere scontata almeno per qualche anno, in attesa dell’approvazione di un provvedimento di indulto. Concesso dai suoi amici al governo.
Lucio Garofalo