di Riego Gambini
-E' il Mare la vera ricchezza della nostra terra
A noi abitanti della Riviera Picena, forse ora è più chiaro quanto profondamente importante sia la salvaguardia dell'ambiente marino (ma non solo) per lo sviluppo e la vita sul nostro territorio. Non c'è manifestazione che possa reggere il confronto con un mare pulito e il piacere che si prova nell'immergersi in quelle acque. E’ principalmente per questo motivo che migliaia di italiani e tanti stranieri decidono di trascorrere le loro vacanze sulla nostra costa: probabilmente qualcuno l'ha dimenticato.
Se perdessimo la possibilità contare su un mare pulito, quindi balneabile, non basterebbero il "Beach volley", le "Notti bianche", le Megadiscoteche, le manifestazioni agonistiche "acquatiche" e le varie sagre dai mille sapori a risollevare le sorti di una località turistica che sarebbe in quel caso destinata ad un inesorabile declino culturale ed economico. Qui da noi è il mare il vero protagonista.
Il sano orgoglio che si sente nel dire di vivere in una zona ancora così bella e ricca lascerebbe il posto alla drammatica crescente sensazione di impotenza e disperazione che si proverebbe -e già si prova - nel vedere come un tesoro così prezioso venga dapprima depauperato ed infine sperperato irrimediabilmente.
Indipendentemente dalle cause che hanno generato in questi giorni l'anomala moria di cefali, spero che il sentimento che ci pervade alla visione di queste creature morte sulle nostre spiagge, ci inviti a riflettere seriamente sulla necessità di tornare a considerare il rispetto e la salvaguardia dell'ambiente che ci ospita come una priorità assoluta, perché è l'unico modo che potrà garantire a questa umanità un futuro vivibile.
Tutto il resto può divenire un contorno importante, ma il vero protagonista della nostra costa Picena rimane il mare, quel "Mare bello e incantatore, con acque chiare e turchine..." de-cantato negli stornelli di qualche tempo fa.
-6 quintali di cefali morti: per fortuna "solo" un fenomeno naturale
Personalmente ritengo che un carico batterico patogeno di pasteurellosi che provoca la morte di centinaia di cefali (per ora 6 quintali), non possa essere semplicemente definito un "fenomeno naturale", come non e' semplicemente un fenomeno naturale la morte di un essere umano causata dal batterio della tubercolosi. Ogni morte in quanto tale potrebbe anche essere definita un evento naturale, differenti sono pero le cause che l'hanno provocata.
Forse sarebbe invece necessario rivedere il concetto di allevamento e alimentazione di quelle specie animali e vegetali costrette a vivere in condizioni non propriamente... naturali. Inoltre considerare piu seriamente e responsabilmente che le condizioni favorevoli alla proliferazione di un eventuale carico patogeno batterico quali temperatura dell'acqua, ossigeno, salinità, ecc. non sono condizioni generate dalla casualità o dalla cattiva sorte