E se…
E se gli idealisti se ne stessero a casa o si limitassero a fare le manifestazioni invece di improvvisarsi senatori? Per fare politica, purtroppo, occorre cinismo.
E se a far cadere Prodi fosse stato davvero, come molti sostengono, un complotto vaticano? Tutta una manovra per bloccare i “vergognosi” Dico. Tutto può essere. Anche un subdolo richiamo all’ordine ordito dai cattolici e messo in atto dal non voto del Divo Giulio.
E se Prodi uscisse rafforzato dalla crisi? Le immediate dimissioni dopo il patatrac al Senato, gli scatti d’orgoglio («io ci sto solo senza i ricatti e i condizionamenti degli alleati») e la decisione con cui ha presentato i dodici punti programmatici per poter andare avanti («se la maggioranza c’è, ci provo ancora una volta, ma alle mie condizioni, altrimenti rinuncio») ci hanno restituito un premier di carattere.
Così come il D’Alema del «è questa la politica internazionale dell’Italia, se non vi piace non votatela», sempre più lontano dal subdolo inciucione di qualche tempo fa. E se il baffino diesse avesse raccolto, con una decina d’anni di ritardo, l’invito di Moretti («D’Alema, dì qualcosa di sinistra!»)?
E se la crisi ci restituisse i leader che volevamo, non i pasticcioni dell’indulto e della giustizia venduta a Mastella?
E se tutto il Prc si è schierato contro Turigliatto, vuol dire che hanno davvero capito che l’autolesionismo non paga?
E se fosse troppo tardi?
E se anche nel messaggio più offensivo apparso sul forum dei sostenitori di Rifondazione («grazie per Turigliatto, Luxuria, Caruso, dementi o personaggi dell’avanspettacolo, ad aprile è l’ultima volta che vi ho votato, ora la Tav ve la fanno in casa, idioti!») ci fosse un po’ di verità?
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