COLDIRETTI PESARO: I TERRENI AGRICOLI BATTONO L’ORO
IMPENNATA DEI PREZZI (+ 25%) NELL’ULTIMO ANNO
A SALTARA “SARANNO FAMOSI… CON L’AGRICOLTURA”
I terreni agricoli sono diventati più appetibili dell’oro. E’ quanto emerso nel corso del convegno “Saranno famosi… con agricoltura”, organizzato da Coldiretti Pesaro Urbino a Villa Balì di Saltara per incontrare i giovani imprenditori della provincia. Secondo gli ultimi dati fondiari dell’Ismea, il valore medio dei terreni marchigiani è balzato nel giro di un anno da 10mila euro a ettaro a 13.500 euro a ettaro, con un aumento del 25%. “Cifre che confermano i risultati dell’indagine realizzata da Coldiretti e Swg, secondo la quale i cittadini hanno collocato i terreni agricoli al terzo posto della classifica degli investimenti reputati più convenienti, davanti all’oro e appena sotto i titoli di stato – ha spiegato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi –. L’agricoltura è vista oggi come uno dei settori ideali per sviluppare un’attività d’impresa basata sulla creatività e sul contatto con la terra, ma è chiaro che occorrerà anche essere attenti a frenare una ulteriore impennata dei prezzi, bloccando sul nascere manovre speculative”. “In un momento in cui un certo tipo di economia mostra di essere costruita sul nulla, l’agricoltura viene percepita come un settore che, al contrario, ha le sue radici nella terra, ovvero in cose concrete – ha spiegato il delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Emilio Spada -. Da qui il nostro impegno per sostenere i giovani imprenditori”. L’iniziativa, promossa dal direttore di Coldiretti Pesaro Urbino, Stefano Orsi e organizzata dal segretario provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Giacomo Pucci, ha visto la partecipazione di un centinaio di giovani imprenditori. Proprio a tale proposito Cristina Martellini, responsabile del servizio Agricoltura della Regione Marche ha illustrato le misure contenute nel nuovo Piano di sviluppo rurale per gli under 40. Il segretario della Camera di Commercio di Pesaro, Fabrizio Schiavoni, ha fatto una panoramica sull’economia pesarese che, ha sottolineato, ha fatto registrare un aumento del Pil del 19,5% negli ultimi cinque anni, contro una media nazionale del 14,9%. Esperienze concrete di imprenditoria giovanile sono venute da Tommaso Di Sante, produttore di vino, che ha messo in luce l’importanza di puntare sui vitigni autoctoni, e da Elena Vitaioli, imprenditrice agrituristica e produttrice di olio extravergine d’oliva, la quale ha posto il problema dell’accesso al credito per le giovani imprese. Serena Selvetti ha presentato la filiera corta della pasta made in Pesaro prodotta dal Consorzio Agrario provinciale e i progetti per le scuole. Di carne e vendita diretta ha, invece, parlato l’imprenditore cagliese Augusto Cancellieri. Il seminario sul Psr è stato, infine, tenuto dal funzionario di Coldiretti Pesaro Urbino, Jader Bonazelli.
LUPI, CRESCE LA PAURA TRA LE IMPRESE AGRICOLE
“VERGOGNOSO ABBANDONARE LE AZIENDE A SE STESSE,
NULLA SI E’ MOSSO DALLE DIMISSIONI DELL’ATC AD AGOSTO”
Cresce la paura tra le aziende agricole maceratesi dopo l’ennesimo assalto dei lupi nella zona di Cingoli. “E’ vergognoso che le aziende che operano con mille difficoltà nelle zone montane e svantaggiate debbano subire l’assedio degli animali selvatici – attacca il presidente di Coldiretti Macerata, Luciano Fuselli –, ma è ancora più vergognoso che questo problema sia tornato del dimenticatoio delle istituzioni, al di là di qualche iniziativa esclusivamente mediatica”. “Sono passati due mesi e mezzo dalle clamorose dimissioni in blocco dell’Atc di Macerata ma da allora nulla si è mosso. Evidentemente chi dovrebbe affrontare la questione spera che gli animali vadano in letargo o che l’apertura della caccia risolva tutti i problemi, ma il fatto che nella prima settimana siano stati abbattuti quasi mille capi rende evidente la misura del problema – spiega il direttore della Coldiretti Maceratese, Gabriel Battistelli -. La realtà è che le nostre imprese si ritrovano indifese dagli attacchi di lupi e cinghiali, con la consapevolezza che i danni che potrebbero subire sarebbero difficilmente rimborsati”. Il fondo straordinario di duecentomila euro tanto pubblicizzato dalla Regione assomiglia, infatti, molto più a una beffa che a una soluzione. “A parte il fatto che la somma va distribuita tra tutti i vari Atc – spiega Battistelli -, è quanto meno sorprendente che il Governo regionale si vanti di aver stanziato dei soldi che, in realtà, sono molti meno di quelli necessari per far fronte al risarcimento dei danni subiti dalle aziende nel 2007. Il che vuol dire che dopo un anno non hanno ancora ricevuto nulla”. L’Ambito territoriale di caccia aveva rassegnato le dimissioni proprio perché con i tagli regionali non avrebbe più potuto far fronte al pagamento dei risarcimenti alle imprese. Né Coldiretti Macerata può essere soddisfatti per qualche sparuta battuta di caccia che non intacca il problema dell’eccessiva presenza dei cinghiali e degli altri selvatici “Occorre far capire una volta per tutte che non si può danneggiare due volte chi lavora nelle zone montane, non facendo nulla per impedire i danni e non garantendo poi i soldi necessari a risarcirli – conclude Battistelli - poiché altrimenti queste aziende finiranno col chiudere i battenti, lasciando il territorio non solo in mano agli animali selvatici, ma anche esposto ai fenomeni di dissesto, i cui costi ricadranno inevitabilmente sull’intera collettività, e non solo su chi vive nelle aree dell’interno”. Nei mesi scorsi Coldiretti Macerata aveva sottoscritto un protocollo d’intesa con la Provincia proprio per risolvere il problema degli animali selvatici. Il documento prevedeva tra le altre cose di ridurre il numero dei cinghiali per mettere in sicurezza le strade maceratesi; predisporre un regolamento unico per la caccia su tutto il territorio regionale con la creazione di una cabina di regia unica; istituire un fondo regionale; calcolo dei danni subiti sino ad oggi e saldare i risarcimenti dovuti mettere in trasparenza la carne ottenuta dalle battute venatorie per evitare rischi sanitari.
2008-10-23