"Déjà vu - Corsa contro il tempo" di Tony Scott
Un agente della polizia incaricato di indagare su un attentato terroristico a New Orleans, una splendida donna trovata morta semi carbonizzata sulle rive del fiume, uno strano ed ingegnoso macchinario della polizia in grado di tornare indietro nel tempo. Tony Scott, fratello del più famoso Ridley, già autore di numerosi blockbuster d'azione, torna sul grande schermo con una storia dalla trama intricata e dal ritmo coinvolgente. Ad accompagnarlo due grandi nomi, Denzel Washington e Val Kilmer, fidati collaboratori di Scott, già diretti in "Man on Fire" il primo e in "Top Gun" il secondo. Storie che si intrecciano, indizi che fanno pensare a strani sviluppi, segni di un passato che ritorna e di un presente manipolabile. Ciò che colpisce di "Déjà vu" sono il ritmo incalzante della narrazione, la bella trovata dell'inseguimento nel passato ed i numerosi indizi che il presente evoca. Ma alla lunga il film sembra perdersi nei suoi inutili clichè: una storia d'amore prevedibile quanto superflua, la minaccia del terrorismo, la necessità di modificare il passato. In una commovente New Orleans post Katrina, Tony Scott segue la strada indicatagli dai suoi più degni predecessori sul tema del viaggio nel tempo e sulla manipolazione della realtà: da "Matrix", da cui il regista sembra per forza voler riprendere la maniacale ossessione per i segni ed i particolari di una realtà contaminata, senza però il rigore scientifico dei fratelli Wachowsky, fino a "Vanilla Sky" e "Ritorno al Futuro", che, seppur in chiave soft e divertente, ventun'anni fa, fu il precursore di questo genere di fantascienza. Così l'unico dèjà vu che viene in mente a pellicola conclusa è quello di aver assistito ad un film già visto, in chissà quale deviazione dello spazio tempo, o in chissà quali mille altri film che riempiono le sale di questi tempi.
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