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"De Chirico" (Padova, Palazzo Zabarella: 20 gennaio - 27 maggio 2007) |
Giorgio De Chirico, quando l’arte supera la realtà
di Mario Mauro
Ha avuto inizio a Padova lo scorso 20 gennaio e si protrarrà fino al 27 maggio 2007 una delle mostre antologiche più importanti su Giorgio De Chirico. Artista genericamente inserito nella corrente metafisica, di De Chirico questa mostra si prefigge lo scopo di ripercorrere l’intero percorso pittorico. L’esibizione comprende un centinaio di opere che vanno dal periodo simbolista dei primi anni del 1900 fino al 1974, quattro anni prima della sua morte. Emerge così come, da una parte, gli anni metafisici che vanno dal 1910 al 1919 siano solo una stagione per De Chirico e, dall’altra, catalogare il pittore entro questa corrente risulti riduttivo e sminuisca il suo concetto di arte. La frase contenuta in un autoritratto è una vera e propria dichiarazione di intenti: “et quid amabo nisi rerum enigma est?” E’ proprio dietro questa domanda che si racchiude il nucleo di tutta la sua produzione: è un’arte che vuole superare se stessa. Se la pittura ha comunemente lo scopo di rappresentare la realtà attraverso il filtro visivo di chi disegna, De Chirico ha ambizioni ben più alte. La sua arte vuole andare oltre la realtà percepibile attraverso i sensi e svelare l’essenza che si racchiude dentro le cose, estrapolando la forma dalla materia. Sebbene possa sembrare azzardato, De Chirico dà forma e sostanza a quelle idee che Platone tanto aveva provato a descrivere nei suoi dialoghi, prefiggendosi come scopo quello di rappresentare quegli archetipi eterni insiti nel nostro inconscio collettivo. Ed allora le figure geometriche, l’utilizzo di una prospettiva psicologica anziché geometrica, le tinte pastello piatte ed uniformi delle sue opere, la presenza di manichini, ombre, statue e personaggi mitologici portano l’osservatore verso una dimensione immaginifica in bilico tra onirico e reale nella quale il sogno altro non è che l’essenza della realtà in cui viviamo, in tutti i suoi aspetti e le sue contraddizioni. Il risultato sarà per lo spettatore quello di provare le medesime sensazioni e reazioni emotive di chi ha prodotto l’opera. E’ proprio qui che si racchiude il misterioso fascino dell’arte di De Chirico: suscitare nell’osservatore lo stesso suo amore per l’enigma che si cela dietro alle cose. Solamente letto in questi termini possiamo definire Giorgio De Chirico come un metafisico: un pittore che vuole rappresentare “ciò che va oltre le cose fisiche”. Sono questi gli occhi con i quali dobbiamo approcciarci alla mostra di Palazzo Zabarella e scoprire il fascino ipnotico delle opere di De Chirico per scoprire quale sia “l’enigma delle cose” da lui tanto amato e come è stato rappresentato negli anni che vanno dal 1909 al 1974. Infine, quali saranno le emozioni ed i sentimenti provati dall’osservatore non possiamo certo svelarli adesso; altrimenti, si perderebbe quel misterioso piacere della sensazione di chi “vede” per la prima volta, impulso cardine di tutta la produzione di Giorgio De Chirico.
Giorgio De Chirico, “De Chirico”, Padova, Palazzo Zabarella Fino al 27 maggio A cura di Paolo Baldacci e Gerd Roos Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 Biglietti: intero euro 10, ridotto speciale euro 8, ridotto di legge euro 5 Catalogo: Marsilio Per informazioni: 049 8753100
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Primo Piano |
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il 31 Jan 2007 alle 19:40 |
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