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“Swimmer” (Partisan Records, 2008) |
The Standard “Swimmer”
Etichetta: Partisan Records Brani: The Swimmer / Through the Walls / Sunday Eyes / Into the Fall / Hotel / A Different Skin / Lines / Absent Miles / The Contenders / Virgin Royalty / Solomon’s Song
Questo disco purtroppo non ha (ancora) una distribuzione italiana. Cose che capitano in tempi di crisi, anche a band di spessore come The Standard. Dopo aver licenziato un album con la Touch and Go (“August”, 2002) e due con la Yep Roc Records (“Wire Post To Wire”, 2004, e “Albatross”, 2005), The Standard firmano con la V2 Records e iniziano a lavorare al nuovo album, quello che avrebbe dovuto lanciarli anche al di fuori del circuito underground. Quando l’album è pronto, però, la V2 chiude le stesse porte che aveva aperto poco prima con entusiasmo, annuncia una ristrutturazione societaria, praticamente si vede costretta a non pubblicare più album nuovi e dopo poco viene venduta al gruppo Universal. The Standard iniziano così a bussare presso altri portoni e a cercare uno sbocco per la pubblicazione di “Swimmer”, un lavoro in cui credono molto e per il quale hanno passato un anno in studio di registrazione. Alla fine il cantante Tim Putnam, convinto dell’importanza di avere il completo controllo della propria creatura musicale e di poter dare una mano ad altri artisti con problemi identici nel frattempo incontrati durante il suo peregrinare di label in label, nei primi mesi del 2008 dà vita ad una nuova etichetta, la Partisan Records. “Swimmer” è ovviamente una delle prime uscite della neonata label e in undici pezzi per quarantacinque minuti di musica mostra la cifra stilistica di una band convinta dei propri mezzi, matura, dinamica e senza troppo da invidiare ai tanti nomi pompati quotidianamente da Pitchforkmedia. Through the Walls e Sunday Eyes rimandano per molti versi ai dirimpettai brooklyniani The National, con la voce di Putnam che pur non toccando fondali baritoni come quella di Matt Berninger nondimeno non manca di fascino e capacità evocativa, e con arrangiamenti mai banali anzi eccitanti, nei quali spicca la ritmica pulsante di Rob Oberdorfer e Bobby Duncan a fare da pacemaker per chitarre e tastiere. E’ verso la metà, però, che si concentrano i momenti migliori di “Swimmer”, a partire dalla ballata Into the Fall, i quattro minuti colpevoli dell’infatuazione e i veri motivi che mi hanno portato a cercare questo disco fino alle porte della Partisan. Into the Fall è un brano di così ipnotico languore, interpretato da Putnam con la voce che pare sempre sul punto di spezzarsi, che socchiudere gli occhi e precipitare in una rapida di ricordi malconci senza salvagente diventa la prima cosa da fare per reggere il peso dell’emozione. Subito dopo Hotel, con un attacco tipicamente E Street Band (troppo simile a quello di Janey Don’t Lose Heart?), torna a rendere febbricitante l’aria, a innalzare la temperatura con l’elettrizzante piano delle strofe e a smorzarla magistralmente con le originali soluzioni melodiche del ritornello. Lines inizia con un semplice giro di chitarra acustica a cui si sovrappongono presto una tastiera riverberata e un cantato dimesso, meno enfatico che altrove: il risultato è un pezzo da brividi, sentito ma allo stesso tempo orecchiabile, un impasto di melodia e freschezza che avrebbe potuto arricchire l’ultimo “Lucky” dei Nada Surf. Il finale di “Swimmer”, trascinato da pezzi come Absent Miles, The Contenders, Virgin Royalty, si fa cupo e nevrotico, con la chitarra elettrica sempre in primo piano, fino a raggiungere, in The Contenders, certe asperità Interpol. Con “Swimmer” The Standard si accreditano come un crocevia di suoni nuovi, una rock-band moderna, attitudine indie ma potenzialità da chart, punto di unione tra l’Ovest – vengono da Portland, Oregon – e la Grande Mela dove hanno trovato casa, inevitabile stazione di partenza e/o approdo di tutti i riferimenti fin qui citati. The Standard hanno un disco solido e una ballata-capolavoro che qualche distributore italiano dovrebbe dare la possibilità di conoscere anche da noi.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
Articolo letto 2024 volte. |
il 03 Dec 2008 alle 23:40 |
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