“Governo Prodi, parola d’ordine: risanamento economico”
Ore 12,00 – Quirinale: via al nuovo GOVERNO
Oggi, 17 aprile, il nuovo governo presenta la lista dei ministri, alle ore 14.00 avrà luogo il giuramento degli stessi e infine, a palazzo Chigi, la nomina dei sottosegretari per ciascun dipartimento. Seguiranno commenti sui protagonisti della scena politica, si solleveranno critiche, intanto l’Italia resta in attesa di cambiamenti. Primo fra tutti un riassetto dell’economia che scongiuri l’uscita dall’euro paventata per il 2015. Scarsa crescita e alta disoccupazione sono così radicati da sembrare insolvibili, a questo si somma un falso ottimismo diffuso presso l’opinione pubblica circa la crescita occupazionale: si tratta di aumento del precariato ed è ben diverso. Dopo il lancio dell’euro (1999), l’Italia non solo ha pagato il forte apprezzamento della moneta, ma si è mostrata impreparata alle sfide del mercato unitario. Il costo del lavoro è salito e i salari continuano ad aumentare del 3% all’anno, inoltre l’esportazione è poco competitiva in diversi settori. Concentriamoci sulle riforme e lasciamo da parte i soggetti chiamati in causa. Soluzioni possibili e necessarie: un’equa contrattazione salariale e una regolamentazione maggiore del mercato dei beni e dei servizi. Il debito pubblico, allo stato attuale, è pari al 106,5 % del prodotto interno lordo, mentre il deficit di bilancio si aggira intorno al 4 %; l’Unione europea ha fissato un tetto del deficit inferiore al nostro di un punto percentuale e sarebbe tanto già contenere la crescita. In termini di sfide, sul piano globale è necessario pensare una strategia di miglioramento economico che favorisca la competitività e aumenti il tasso di sviluppo nazionale (di poco superiore all’1 % annuo). Mancano risorse per la ricerca e l’innovazione, per questo occorre puntare sulle scelte e sul metodo, una soluzione è già stata presentata da Prodi durante la campagna elettorale e consiste nello snellimento della burocrazia: una diminuzione di spese per lo stato e un’agevolazione per le imprese. Il rischio d’insolvenza del mercato italiano è molto basso, questo non impedisce che salga anche a fronte delle attuali incertezze politiche ed economiche. Su tutto questo grava una barriera protezionista troppo alta rispetto al resto d’Europa specie in settori avanzati quali: elettricità, telecomunicazioni, trasporti, ingegneria e contabilità. Da giorni si cercano indiscrezioni sugli incarichi, come se il bilancio sul futuro del Paese fosse nelle mani dei singoli, mentre sono passati in secondo piano problemi, urgenze e soprattutto la difficoltà a realizzare riforme, vista la stretta maggioranza in Senato.
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