AngellottiAppunti: Elezioni
di Angellotti Giuseppe* Elezioni 2008 A poche settimane dal voto, gli opposti schieramenti si contendono il Potere, con una lotta al massacro senza esclusione di colpi. Ogni parola, ogni gesto diventano motivo per polemiche sterili e capziose, lontane da quella concretezza che deve essere la base di ogni seria Politica. Fin dai tempi dei Guelfi e Ghibellini, l'anima individualista e “dialettica” degli Italiani ha creato una serie infinita di Guerre Civili, l'ultima delle quali è stata rappresentata, negli Anni di Piombo, dalle zuffe e dagli attentati provocati dagli extraparlamentari di destra e di sinistra. Di generazione in generazione la fiaccola dell'odio è passata da padre in figlio, all'infinito: “ieri Partigiani, oggi Proletari in divisa” si leggeva sui cartelli portati in corteo da militari di leva incappucciati. Il bagno di sangue nel periodo ‘68-‘84 ha alla fine richiamato alla realtà quasi tutti, ma troppo tardi. Lo scardinamento morale e sociale operato dalla contestazione ha messo in crisi non solo lo Stato e la Chiesa, ma anche tutte quelle comode Chiese rappresentate dai partiti politici. Con grandissimo ritardo detti partiti hanno capito che i tempi erano cambiati e, Gattopardescamente, hanno fatto finta di cambiare anch'essi. Come una spogliarellista si toglie i vestiti, così i partiti politici si sono spogliati di simboli, saluti, bandiere. Ma questo inutile maquillage non ha giovato alla loro Causa, anzi: la Gente ha bisogno di chiari simboli: quando si arrivò al Suffragio Universale nelle schede elettorali i Partiti in lizza erano rappresentati da simboli grafici proprio per facilitare il voto agli allora numerosi analfabeti. Si vorrebbe allora dare il voto non sulla base di simboli e ideali, ma sulla base dei programmi, ma, a parte l’irrealizzabilità di essi, i due blocchi hanno programmi quasi del tutto identici. Le loro polemiche e i loro battibecchi sembrano, poi, orchestrate ad arte tra di essi, al solo scopo di impressionare la titubante Opinione Pubblica. Perché allora votare? E per chi? Oggi, nella generale apatia, il problema di scegliere tra voto-non voto assume un valore morale altissimo. Non votando si vogliono punire politici inetti e corrotti, votando si vuole continuare a sperare anche contro l'evidenza avversa. Bisogna allora votare “criticamente”, senza pecorismi che portino a votare e a non votare senza raziocinio. Occorre votare l'uomo, non il partito cui appartiene l'uomo stesso, leggere non il programma elettorale del candidato, ma il suo curriculum vitae, onde scremare i disonesti e gli incapaci. Ma questo è un “lavoro” che deve essere effettuato da ognuno di noi alla luce della nostra coscienza, senza più farci condizionare dai vertici nazionali dei partiti che preferiscono, a livello locale, proporre al voto i meno dotati perché più ubbidienti e manipolabili. Col “voto critico” si manderanno così al Palazzo solo persone che proprio per la loro rettitudine e capacità sono emarginate all'interno dei loro stessi partiti, e, veramente, l'Italia diventerà un “Paese Normale”.
*Ass. “I Nuovi Esistenzialisti”
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