“Il BIKINI festeggia 60 anni”
Vecchio questo bikini! E pensare che molti lo associano agli anni Sessanta, quando è entrato a pieno titolo nella moda e nel senso del decoro. Il “due pezzi” è stato inventato nel 1946, a Parigi, da Louis Réard, ingegnere e stilista, che si ispirò ad una creazione di Jacques Heim: Atomo, per poco tempo conosciuto come il costume più piccolo al mondo. Difatti il bikini, per quanto arrivasse a coprire l’ombelico, aveva dimensioni ben più ristrette. Réard non riuscì a trovare una modella che osasse sfilare per lui e dovette rivolgersi ad una spogliarellista del Casinò de Paris, tale Micheline Bernardini. Bikini: “il più piccolo dei più piccoli costumi da bagno del mondo”, così lo definì il suo creatore, prende il nome da un atollo delle isole Marshall, in quegli anni sede di esperimenti nucleari statunitensi. L’impatto sulla società non fu immediato, piacque sicuramente agli uomini, ma nessuna tentò di esibirlo, era considerato indecente, adatto solo alle testate hard e a lungo vietato anche nei concorsi di bellezza. Ebbe i suoi primi consensi grazie al cinema, nel 1958 indossato da Brigitte Bardot in “E Dio creò la donna”, nel 1962 con Ursula Andress in veste di “Bond Girl”. Poi è divenuto simbolo della contestazione femminile, insieme alla minigonna, ed è stato proposto in dimensioni sempre più ridotte: string bikini (i classici triangoli uniti da laccetti), il tanga brasiliano fino ad arrivare al monokini (topless). Intramontabile accessorio dell’estate, nonostante i 60 anni d’età continua a suscitare polemiche e a far parlare di sé, e non solo sulle passerelle. La scorsa estate, a Viareggio, è entrata in vigore un’ordinanza che vieta di passeggiare in bikini sul lungomare, pena sanzioni da 25 a 500 euro.
Quest’anno è stato riproposto lo stile anni Settanta per il mare, costumi a righe, con cintura, a fascia (il cosiddetto tankini), ma anche quello intero, a scapito della tintarella, versioni meno succinte di quelle a cui siamo abituati, che pure non mancheranno.
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