di Giovanna Maggiani Chelli*
02/08/2008 - Il Ministro Alfano dovrà lavorare affinché non solo Madonia, ma anche Cosimo Lo Nigro,Benigno Salvatore,Giuseppe Barranca e Gioachino Calabrò tornino quanto prima a regime carcerario di “41 bis” in quanto rei della strage di Firenze del 27 Maggio.
I soggetti non hanno mai collaborato con la giustizia , solo un pericoloso vizio che sta nella vigente norma ha consentito loro di ritornare in mezzo ai carcerati normali.
C’è grande squilibrio fra le norme applicate per i mafiosi colpevoli di strage e la giustizia penale e amministrativa applicata per le vittime della mafia terrorista ed eversiva.
Mentre le porte delle carceri si aprono e la detenzione diventa più morbida per i mafiosi stragisti, le vittime delle stragi del 1993 languiscono in attese vergognose di quella giustizia che ogni Paese civile dovrebbe essere in grado loro di offrire.
02/08/2008 - Il Ministro dell’Interno ha inaugurato il giardino della legalità con il plauso delle massime istituzioni.
Non c’è legalità nel nostro Paese, ne siamo noi, le vittime di via dei Georgofili ,l’espressione più forte.
Abbiamo denunciato la mafia in sede civile, e lo Stato non può onorare i suoi impegni nei nostri confronti, perché non ha soldi, e non solo :
non può vendere beni confiscati a Salvatore Riina e Giuseppe Graviano ,i nostri carnefici, come legge vorrebbe, perché corre il rischio di rivenderli ai mafiosi stessi.
Bisogna stare attenti a parlare con enfasi di legalità davanti ai nostri invalidi, per i quali i CTU del Giudice Monteverde hanno stilato centinaia di pagine intrise di disperazione.
Altrimenti non possiamo di certo biasimarli quando ci dicono che questo Stato li stà prendendo in giro, risarcendo loro in comode rate i danni provocati da 300 chili di tritolo esploso in un secondo a causa di uno Stato distratto e inefficiente
Cordiali saluti
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili