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L’amore nell’era dei videogiochi, tra ironia e pop d’autore

Giuseppe Palazzo presenta “Tamagotchi”

Suggestioni orientali e tradizione cantautorale italiana, echi d’infanzia e mature sonorità pop, ironia mista a un’affilata riflessione sui modelli di produzione e consumo che dal fronte economico irrompono nella vita quotidiana condizionando anche le abitudini sentimentali. Così il Giappone si offre come aspirazione e un videogioco può diventare la metafora di un amore destinato al “game over”. Sono questi gli ingredienti che segnano l’esordio solista di Giuseppe Palazzo con “Tamagotchi”, brano in uscita il 23 gennaio su iTunes e su tutti gli altri store online.

“Un brano intelligente – spiega il giornalista e musicista Giuseppe Zaccone - dove si rinnova l’eterna questione della difficoltà di comunicazione tra culture e sessi e dal quale affiora un testo inedito rispetto alla tradizione melodica italiana, grazie alla fortunata intuizione dell’uso di metafore orientali capaci di proiettare la storia in un viaggio dalle prospettive nuove. Ogni verso nasconde una sorpresa, una rima destabilizzante proprio perché imprevedibile. Ma mai improvvisata, perché Giuseppe Palazzo riesce abilmente ad evitare le ingenuità lessicali che spesso si perdonano agli esordienti”.

Attento al suo rapporto con il pubblico, il cantautore romano ha scelto una distribuzione digitale per il lancio del primo singolo, schivando le mediazioni discografiche e mantenendo il pieno controllo artistico del progetto. Ad accompagnare il brano, distribuito dalla casa francese Believe (www.believedigital.it), sarà il videoclip diretto da Luna Gualano e realizzato con il contributo di due giovani case di produzione, la Disuguale metodico e la Medialink, disponibile su Youtube nelle pagine del suo canale ufficiale (www.youtube.com/bluartfactory).

Un percorso di promozione alternativo quello messo in atto da Giuseppe Palazzo, che alla rete come canale preferenziale affianca una presentazione del proprio repertorio più agile e in dimensione acustica pensata per gli appartamenti. Si tratta di uno spettacolo dal titolo “Riconciliarsi con il vicino” che, come lo stesso artista sarcasticamente afferma, oltre all’intrattenimento musicale offre consulenze di feng-shui, perizie sui millesimi e ricette culinarie.

Dai social network agli originali live, Giuseppe Palazzo propone il suo pop d’autore incentrato su melodie gentili e testi acuti, dove miscela sensibilità e raffinato cinismo disegnando immagini surreali di un mondo sospeso tra sogno e realtà, tra desiderio e concretezza. Libero dalle logiche radiofoniche, l’artista elabora uno stile personale che mette al centro la ricerca di espressioni linguistiche innovative ma mai forzate, leggere ma dense di significato. Tutto questo confluisce in “Tamagotchi”, sintesi esemplare di un lavoro che corre sul doppio binario della creatività e dell’analisi interiore riuscendo a non scivolare nella banalità. Sempre nel segno dell’ironia.

“Giuseppe Palazzo: il pop intelligente”

Il panorama della musica leggera italiana diventa più ricco grazie all’arrivo di Tamagotchi, il brano di Giuseppe Palazzo, opera cantautorale prima di un artista capace di tradurre in musica le sue parole e la sua arte surreale eppure profondamente ancorata nella realtà contemporanea. E lo fa l’artista capitolino grazie ad un uso sapiente delle sette note, mai banalmente costretto da logiche radiofoniche, dove l’uso dell’elettronica non scavalca mai il talento del musicista, dove i colori dei campioni musicali riescono a mescolarsi perfettamente con la base ritmica tradizionale, senza mai prevaricare anzi esaltando una chitarra acustica sui cui tasti scorrono dita davvero ispirate.

Ma Tamagotchi è anche una canzone capace di conquistare al primo ascolto, già dai suoi primi secondi. Un brano intelligente, dove si rinnova l’eterna questione della difficoltà di comunicazione tra culture e sessi, raccontando la storia di un amore, destinato a spegnersi, ma capace di lasciare ricordi indelebili. È un brano pop, Tamagotchi, che si addice di sicuro ad un vasto target di pubblico. È anche una canzone capace cui concedersi per il beneficio di un secondo ascolto, al momento del quale affiora un testo inedito rispetto alla tradizione melodica italiana, grazie alla fortunata intuizione dell’uso delle metafore orientali, capaci di proiettare la storia in un viaggio delle prospettive nuove e di sicuro appeal. Ma soprattutto capaci di offrire all’autore la possibilità di spaziare attraverso percorsi e similitudini a più ampio raggio rispetto al canonico “cuore-amore”. Ed ecco che ogni verso nasconde una sorpresa, una rima destabilizzante proprio perché imprevedibile. Ma mai improvvisata, perché Giuseppe Palazzo riesce abilmente ad evitare le ingenuità lessicali che spesso si perdonano agli esordienti.

È invece un brano maturo, Tamagotchi, la track adatta per suscitare l’interesse del pubblico e degli addetti ai lavori, un prodotto discografico completo, raffinato ed elaborato, frutto di due anni di profonda attenzione e cura nella scelta delle parole e delle musiche da affiancarvi. Come i colori che non servono per coprire una tela bianca, ma per esaltarla e regalarle dignità artistica. È un lavoro, quello che Giuseppe Palazzo sta presentando live nei locali e negli appartamenti privati, che presagisce l’uscita di un album, atteso con curiosità per le sensazioni inaspettate che sa nascondere. E per il suo modo così spontaneo eppure ricercato di offrirsi all’ascoltatore più attento che in una canzone non chiede disimpegno ma evasione, non chiede banalità ma il genio di far riflettere e pensare.


Giuseppe Zaccone


Biografia

Giuseppe Palazzo nasce a Roma il 5 gennaio 1977, nello stesso anno i Clash pubblicano l’omonimo album, a Memphis muore Elvis Presley e in Italia entra in vigore per le automobili l’obbligo dello specchietto laterale al lato del passeggero. Da bambino ai soldatini preferisce far imbracciare chitarre e bassi anziché spade e baionette e passa intere giornate a dirigere un’orchestra di puffi, questo può essere definito il suo periodo blu. A dodici anni intraprende gli studi di chitarra classica ma ben presto scopre nella canzone d’autore la sua forma espressiva ideale e  comincia a comporre i primi brani. A metà degli anni Novanta forma le sue prime band portando nei locali della capitale le proprie canzoni e partecipa a importanti festival italiani, ottenendo numerosi riconoscimenti fra cui la partecipazione alla fase finale di Sanremo Rock 2001.

Nel 2004 torna nella città dei fiori in veste di cantautore partecipando all’accademia della canzone, compone le musiche per alcuni spot pubblicitari in onda sui maggiori network televisivi e nel 2005 partecipa alla trasmissione televisiva La fabbrica della musica in onda sulle frequenze di Rai Futura. Gli anni successivi sono impiegati per la realizzazione del suo lavoro solista. A dicembre 2008 Radio Uno, all’interno della trasmissione Demo, manda in onda Tamagotchi, primo singolo del cantautore, di cui è stato girato anche un videoclip in uscita a gennaio 2009. Giuseppe Palazzo propone un pop d’autore incentrato sui testi dove a un’acuta ironia fonde una spiccata sensibilità e ad una raffinata descrizione della quotidianità ‘con-fonde’ immagini surreali, elaborando uno stile personale che evidenzia una ricerca dell’espressione linguistica.

Molteplici sono state le collaborazioni artistiche. Nel corso degli anni ha suonato come chitarrista e ha lavorato in studio nelle vesti di produttore artistico e programmatore per diversi progetti, esperienze messe a disposizione per il proprio lavoro solista seguito in prima persona in tutti i processi di creazione fino alla produzione del videoclip. Per la promozione del suo primo singolo ha scelto una distribuzione digitale, mantenendo il pieno controllo artistico per arrivare senza mediazioni al vasto bacino di utenze che la rete permette. Alternativa è anche la presentazione del proprio repertorio, che ai canali tradizionali affianca uno spettacolo più agile in dimensione acustica pensato per gli appartamenti dal titolo Riconciliarsi con il vicino che, come lo stesso artista ironicamente afferma, oltre all’intrattenimento musicale offre consulenze di feng-shui, perizie sui millesimi e ricette culinarie.


 Redazione 

Cultura e Spettacoli

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