Giovanni Allevi, una stagione piena di "Joy"
Se dici Giovanni Allevi dici musica, talento e successo internazionale. Mai un artista ascolano era riuscito a conquistare sia l’Europa che gli Stati Uniti e i sold-out dei suoi concerti sono la dimostrazione di un affetto incondizionato proveniente da tutto il mondo. E’ in uscita in questi giorni il suo nuovo disco “Joy” che proverà a bissare, se non a superare i record di vendita del precedente “No concept”. Anzitutto ti dico che mi fa piacere trovarmi a fianco di un artista che è l’orgoglio della nostra zona, e poi ti chiedo subito: da dove vieni? Con il tuo lavoro sei sempre in giro quindi vogliamo sapere qual è stato il tuo ultimo viaggio… Niente di speciale, vengo da Milano per la promozione di “Joy” disco che è uscito il 29 settembre per l’Italia, l’Austria, la Germania e la Corea. Spesso si dice che la musica fatta al pianoforte sia per pochi, ma le vendite del tuo disco precedente e il tuo successo in generale smentiscono questo luogo comune. Come ti senti a tal proposito? La mia musica è la conseguenza di una passione travolgente, e quindi al di la di vendite e numeri, io penso alle emozioni che arrivano alle persone, anche che siano due o tre, non importa, l’importante è che emerga la passione. A proposito di emozioni, cosa hai provato quando hai riempito per ben tre volte un tempio del jazz come il “Blue Note” di New York? Una grande emozione, suonare in un locale del genere ti da una grande energia. Pensa che adesso quando telefono mi chiedono “Allora Giovani, quando torni?”. Ormai sta diventando un appuntamento fisso e ne sono davvero onorato. Parliamo di “Joy”: quali sono le novità e i punti di rottura rispetto a “No concept”? Anzitutto c’è uno spostamento radicale verso l’Europa e le sonorità del vecchio continente. “No Concept” era nato in America, fra le strade di New York. Questa volta voglio omaggiare la musica europea, quel mondo di fine Ottocento e inizi Novecento che voglio anche attualizzare. Noi abbiamo una storia straordinaria, una sensibilità e una profondità che va reinterpretata musicalmente e artisticamente. E dove hai scritto in nuovo materiale? Durante i miei viaggi, in giro per il mondo. Diciamo che ho approfittato molto delle sale d’aspetto degli aeroporti o degli hotel. La pubblicità oggi in alcuni casi può essere considerata una forma d’arte. Il tuo brano “Come sei veramente” è stato scelto dalla BMW come colonna sonora di uno spot andato in onda in tutto il mondo; come ti sei sentito dopo la scelta dell’azienda? Ma l’incontro con la BMW è nato per caso e a mia insaputa. Ad un mio concerto sono venuti alcuni collaboratori del regista dello spot, Spike Lee ed hanno ascoltato i miei pezzi. La bella notizia invece è arrivata un giorno prima che fosse inaugurato lo spot e sono stato molto felice, anche perché “Come sei veramente” aveva vinto su altri due concorrenti: Santana e Bruce Springsteen. Quest’anno nella classifica degli spariti musicali più venduti tu hai superato tutti con “No concept”, dando un’impennata alle vendite di questo genere di libri. Possiamo dire che le tue composizioni non solo vengono ascoltate ma offrono alle persone anche la voglia di fare musica? Posso affermare con certezza che per un musicista questa è la vera soddisfazione, una sorta di vittoria delle Olimpiadi della Musica. So addirittura che su Internet gira uno sparito pirata del disco, è una notizia bizzarra ma bellissima. Chiudiamo parlando del nostro territorio: come mai c’è molta difficoltà per gli artisti marchigiani ad emergere? Che consigli daresti ad un giovane musicista della nostra zona?
Dal punto di vista musicale le Marche sono piene di talenti musicali, ma bisogna aver il coraggio di prendere e andare fuori. La provincia non da delle possibilità concrete, io mi sono arrangiato e sono partito. Però è giusto che sia così perché poi quando si realizza qualcosa di bello c’è più soddisfazione.
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