Steven Sherrill “La ragazza annegata”
La facciata sorridente della provincia americana e il ghigno malato che si nasconde dietro: potrebbero essere riassunti così l’ambientazione e il plot de La ragazza annegata, secondo romanzo di Steven Sherrill. Voyeurismo e segreti, tenerezza e cattiveria sono i fili rossi che tengono unite le trecentocinquanta pagine del libro, che ha tutto per inserirsi nella tradizione di un certo mistery a stelle e strisce, quello che messo in mano al regista giusto non avrebbe problemi a germogliare un gran film. Difficile non pensare al cinema di David Lynch, quando gli ingredienti sono una ragazza annegata, un artista feticista, delle videocassette snuff e una nana.
Di impianto tipicamente postmoderno, con un primo capitolo bellissimo e folgorante («Benny Poteat ha visto un sacco di cose. Quasi nulla potrebbe sorprenderlo… Quasi. L’enfasi è qualcosa di negoziabile, e l’enfasi è tutto») in cui si srotola l’antefatto che darà il via alle vicende del romanzo, La ragazza annegata racconta la storia di un impacciato giovanotto, Benny Poteat, che dall’alto del traliccio su cui sta lavorando vede una ragazza piazzare una telecamera sulla rive del fiume e gettarsi in acqua nuda. Da quel momento Benny inizia le sue personali indagini per ricostruire l’indentità della ragazza, senza rivelare a nessuno il segreto della sua morte. Ora diabolico, ora semplicemente un nerd, quello di Benny è un personaggio assai complesso. In lui lo scrittore incarna il nodo cruciale che può arrivare nella vita di un individuo e di colpo accenderla. Il nodo impedisce a Benny di calibrare le proprie azioni e lo spinge ad arrischiarsi sul filo della malvagità, col rischio palpabile di diventare un mostro: Benny è un debole che, per una volta nella vita, si ritrova addosso una sensazione di straordinario potere, dopo aver assistito ad una cosa orribile ed averne mantenuto il segreto. La cattiveria nel finale esplode come un vero e proprio tornado, travolgendo tutte le persone che sono vicine a Benny, pur lasciandolo capace di mantenere sempre una mostruosa lucidità.
Dopo Il Minotauro esce a fumarsi una sigaretta, acclamato dalla critica internazionale, Sherrill fa di nuovo centro. Dalla sua l’aver saputo costruire una trama avvincente, che ti inchioda alla lettura con un fascino perverso, e l’invenzione di un antieroe che riesce a farti parteggiare per lui anche quando si abbandona alle sue azioni più spregevoli. E anche la capacità di far ridere, magari nel mezzo di scene drammatiche: forse sono proprio i non rari passaggi esilaranti, incasellati dentro l’atmosfera mistery della provincia cronica, dove nulla è come sembra, dove i personaggi non la raccontano mai giusta, dove si possono incontrare pastori integralisti, irriducibili violenti, donne in cerca di avventure e giovani svitati, a rappresentare quel qualcosa in più che, rispetto ad altri gialli contemporanei, La ragazza annegata innegabilmente possiede.
Steven Sherrill “La ragazza annegata” (minimum fax, 2006) pag. 560, euro 14
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