The Dublinerz “Low Cost Raiders”
Etichetta: Non Cella Face Records – Vibra Records Brani: The Dublinerz Anthem / Lealtà / Low Cost skit / Low Cost Raiders / Sappiamo Bene / Aria Pura feat. Dj Ronin / Abli Dubli / Bagarella Bisanzio skit / Top Kapi / Tutti Quanti! / Russian skit / Top Secret / I Don’t Care feat. Dj Double S / Lealtà (original) E mentre il resto della scena rap nazionale resta in palestra a doparsi i muscoli calcando il fitness di un modello oltreoceano, Bassi Maestro continua a bere birra supportando, nel bene o nel male, l’originalità di una coscienza underground italiana. Fuoriluogo, fuoritempo, fuorimoda. Comunque vada gli anni novanta Bassi ce li ha in testa, e non se la sente proprio di adattarsi ai badabum qua qua del nuovo millennio. Non stornazza ritornelli radiofonici, non fa foto da copertina. Fa rap italiano. Semplice, immediato, probabilmente vano. Ma rap. È così che nascono i Dublinerz, dall’unione dello stesso più Supa e Lord Bean. Il loro primo disco, “Low Cost Raiders”, è semplicemente un disco di Bassi. È inutile non riconoscere come Bassi Maestro sia una delle voci più caratteristiche dell’hip hop italiano. Un personaggio se vogliamo difficile da collocare, discutibile per molti, ma peraltro coerente, fedele ad un discorso che da tanti anni lo colloca ai piani alti di una scena militante che ormai si conta con le dita.Omaggiato/bistrattato, Bassi porta così le sue tematiche, il suo flow (da sempre uno dei flow italiani più caratteristici), la sua metrica molleggiata ed essenziale (sufficienza della parola) in queste quattordici tracce. Musiche molto valide, beat potenti e raffinati come pochi oggi. Parole quotidiane, di esperienze giornaliere, di musica e viaggi, che nel modo più tradizionale si rimescolano nella bocca di Bassi dando vita ad un puzzle indefinito, tematicamente leggero, disimpegnato, e per tutto questo incriminabile.Sulla validità delle parole di Bassi Maestro, sulla qualità di ciò che dice potremmo dibattere infatti per ore. Non è un filosofo, non è un attivista, non fa politica, non dà lezioni di vita. E ciò che più disturba è che fa tutto questo coscientemente. Parlare di nulla nel modo più personale. Saperlo dire bene, al punto che qualcuno ti crederà. Al punto che a qualcuno piacerà.
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