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Circolano voci, sicuramente leggende metropolitane, che a Napoli ad ingrassarsi con l' emergenza rifiuti, non siano solo le pantegane |
ATTENZIONE AL RAZZISMO STRISCIANTE
di Lucio Garofalo 06/06/2008 - Negli ultimi mesi, in seguito alla riesplosione della cosiddetta "emergenza rifiuti" è stata montata una vera e propria campagna di propaganda mediatica tesa ad infangare e screditare il popolo partenopeo agli occhi dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale. Ad esempio, in alcune frasi che ho letto su alcuni giornali e alcuni blog su Internet, mi è parso di intercettare una forma di razzismo latente contro i napoletani, che serpeggia anche in ambienti ritenuti "colti". Esorterei ad usare molta più cautela prima di esprimere giudizi eccessivamente avventati e perentori che potrebbero scadere e scivolare facilmente nel razzismo più becero e sinistro. Sembra addirittura svilupparsi un'assurda forma di autorazzismo dei meridionali contro le popolazioni campane e di cittadini campani contro i Napoletani. Non si può stigmatizzare, o addirittura detestare e demonizzare un intero popolo per quelli che sono i suoi costumi e le sue caratteristiche di origine storica e antropologico-culturale. A tale proposito inviterei a leggere gli studi di antropologia culturale di Claude Lévi-Strauss. Bisognerebbe imparare ad assumere un approccio possibilmente storico-relativistico rispetto agli usi di popoli e civiltà differenti dal nostro modo di vivere e di pensare, senza esprimere facili pregiudizi di tipo moralistico, derivanti da una presunta "superiorità" etico-spirituale, intellettuale, se non addirittura "razziale" della cultura occidentale. Non si può condannare moralmente una popolazione "primitiva" se questa pratica, ad esempio, il cannibalismo, per quanto tale comportamento possa apparirci ripugnante e disgustoso. Così come non si può criminalizzare e perseguitare tutto il popolo Rom per le sue ataviche attitudini e disposizioni all'elemosina o al furto. Malgrado queste siano abitudini riprovevoli o addirittura perseguibili penalmente. Il nostro codice etico-morale, civile e penale non coincide con i codici di comportamento di altri popoli e di altre culture. Anzi, talvolta possono essere in netto contrasto. Se noi vogliamo considerarci e proclamarci "civili", "progrediti" e "tolleranti", dobbiamo dimostrarlo non a chiacchiere, ma nella sostanza dei comportamenti concreti. Ponendoci in modo corretto di fronte alle differenze antropologico-culturali. Le tendenze, le usanze e le consuetudini morali, culturali e sociali di un popolo sono difficili da cambiare. I processi di mutamento e di "evoluzione" sul terreno antropologico-culturale richiedono tempi estremamente lunghi e lenti. Tuttavia, mi risulta che il popolo napoletano sta provando a modificare radicalmente le sue "cattive" abitudini secolari. Durante l'ultima puntata di "Anno Zero", trasmessa ieri sera, ho ascoltato la preziosa testimonianza di un ragazzo di Chiaiano che spiegava come gruppi di giovani napoletani si fossero autonomamente organizzati per effettuare la raccolta differenziata, ma sono impossibilitati ad attuare le loro buone intenzioni in quanto gli amministratori locali hanno "le mani legate", così come hanno ammesso gli stessi amministratori. Quali considerazioni si possono trarre? E' evidente che tale "emergenza", che perdura ormai da oltre un decennio, è quanto meno strana e discutibile, direi che si tratta di un'emergenza voluta, imposta e pilotata da alcuni centri di potere, di matrice occulta e senza dubbio criminale, molto probabilmente collusi con alcuni esponenti delle istituzioni locali, regionali e (perché no) nazionali. Infatti, le autorità locali sembrano avere proprio le "mani legate" quando si accingono ad applicare soluzioni (tese ad esempio alla realizzazione di alte percentuali di raccolta differenziata) che non sono gradite e funzionali agli interessi dei clan camorristici e di altri gruppi affaristici più o meno legali. A cui invece conviene che si adottino altre risposte quali (appunto) le discariche e gli inceneritori, che evidentemente consentono di lucrare e di ottenere ingenti profitti economici. Ed è esattamente la linea politica che si sta cercando di imporre a scapito delle popolazioni campane. Sia con le buone che con le cattive. Lucio Garofalo
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il 13 Jun 2008 alle 13:00 |
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