Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi:
studio e trattamento delle malattie renali con uno sguardo ai “cittadini del mondo”
Era il 1976 e l’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto era il primo Presidio, dopo Ancona, ad essere dotato di un Reparto di Nefrologia per la prevenzione ed il trattamento delle malattie renali. Oggi, dopo trent’anni, l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi, diretta dal dottor Francesco Bruni è cresciuta, ha ampliato i suoi servizi e le sue attività ed è diventata un polo che accoglie pazienti non solo del territorio ma anche provenienti da fuori regione e, in particolari periodi dell’anno, dall’estero.
La si raggiunge al secondo piano dell’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto e qui il dottor Bruni ci parla di nefrologia, di malattie renali e di come sono articolate le attività del suo reparto.
“Il termine ‘nefrologia’ deriva da nefrone che costituisce l’unità funzionale del rene” spiega Bruni. “Ogni rene contiene al suo interno circa 1 milione di nefroni che lavorano come piccoli stabilimenti chimici, indipendenti l’uno dall’altro per la produzione di urina. In condizioni di normalità, il rene svolge funzioni essenziali, le più note sono quella depurativa ed il controllo del contenuto corporeo di acqua ma, anche se meno nota, indispensabile è pure la sua funzione ormonale che consiste nella produzione di sostanze che controllano la pressione arteriosa, la produzione di globuli rossi e la calcificazione dell’osso”. Ma vediamo cosa accade se qualche settore di questo articolato laboratorio si inceppa. “Insorgono le malattie renali” risponde Bruni. “Esse sono molte e di origine diversa e con il tempo possono determinare insufficienza renale”. “In base alla parte del tessuto renale che viene inizialmente colpita”, continua il nefrologo, “le malattie sono classificate in glomerulari, le cosiddette nefriti; interstiziali, dovute ad infezioni, disordini metabolici come il diabete, gotta, valori levati di calcio e bassi di potassio, abuso di farmaci o di sostanze tossiche; cistiche, riferite al rene policistico e multicistico; vascolari, che rappresentano la forma più frequente e sono legate all’ipertensione arteriosa”.
Per lo studio ed il trattamento delle suddette patologie, le attività di reparto includono: ricoveri ordinari e Day Hospital, ambulatorio specialistico nefrologico, emodialisi e dialisi peritoneale, consulenze nefrologiche intraospedaliere.
“Nel corso del ricovero” sostiene Bruni “possono essere eseguite oltre ai comuni esami di laboratorio e radiologici, manovre diagnostiche come la biopsia renale, la biopsia ossea, la biopsia del grasso sottocutaneo. Consuete anche le consulenze con i colleghi dei vari reparti”.
Da sette anni, il collegamento in rete con il Laboratorio analisi dell’ospedale, permette di avere in tempo reale i risultati degli esami di laboratorio. Ciò consente al personale medico di impostare o modificare le eventuali terapie con un notevole risparmio di tempo degli utenti e degli operatori. Riguardo le attività di emodialisi e dialisi peritoneale, Bruni afferma che la metodica dialitica più adeguata viene scelta in base alle caratteristiche cliniche e sociali ed alle esigenze del paziente.
“Le metodiche effettuate sono varie” dichiara il primario, “si va dalla bicarbonato dialisi, alla emodiafiltrazione e emofiltrazione fino a alle AFB, PFD, SCUF, CVVH, CVVHD. Per quanto riguarda la dialisi peritoneale, sono disponibili sia le metodiche manuali (CAPD, IPD) che le automatizzate (CCPD, NPD). Infine eseguiamo la Plasmaferesi Terapeutica anche su richiesta degli altri reparti”.
Secondo Bruni, un aspetto di fondamentale importanza è la gestione del trattamento del paziente che risulta davvero adeguata solo quando risponde ad esigenze non solo di professionalità e preparazione tecnica ma anche di assistenza psicologica.
Ciò per facilitare i rapporti interpersonali a livello sia familiare sia sociale del paziente, per creare un ambiente più sereno durante la sua permanenza in ambito ospedaliero ed infine per migliorare il suo stile di vita attraverso una costante educazione sanitaria.
I pazienti in dialisi peritoneale domiciliare sono monitorati continuamente con un collegamento via modem applicato alle apparecchiature. In questo modo è possibile controllare a distanza (dall’ospedale) il trattamento effettuato e, se necessario, modificarlo in tempo reale.
Dal 1999 un nuovo servizio si è aggiunto a quelli di routine facendo diventare l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi di San Benedetto del Tronto uno dei centri più richiesti delle Marche: si tratta della dialisi extracorporea riservata ai turisti italiani ed esteri con insufficienza renale.
“Grazie ad una delibera ad hoc, sono anni che rispondendo alle richieste di pazienti che arrivano da varie parti d’Italia, d’Europa nonché dagli Stati Uniti e dall’Australia, eseguiamo circa 500 sedute di dialisi extracorporea così da soddisfare anche il fondamentale diritto alla salute dei ‘cittadini del mondo’. Tuttavia offriamo anche un prezioso contributo alle attività turistiche del nostro territorio”. (am)