"Volver" di Pedro Almodovar
Dopo l’intenso “La mala educacion”, film tutto al maschile, “Volver” ci riconsegna un grande Pedro Almodovar, con una storia di donne, con la presenza più o meno simbolica ed incessante del vento, dei fantasmi, che permette al regista di riscoprire la passione per la commedia delle sue origini, insieme alla sua musa ritrovata Carmen Maura. In un film apparentemente senza finale Almodovar fa ruotare tutta la trama e gli avvenimenti attorno alle sue donne, laddove la figura di un uomo (il compagno di un incantevole ed irriconoscibile Penelope Cruz) è causa di sofferenze e violenze. Penelope Cruz è la forte ma vulnerabile Raimunda, una casalinga procace di stampo neorealista (il richiamo al neorealismo italiano è tangibile), che si troverà a dover affrontare il dramma familiare dell’ uccisione violenta del compagno da parte della figlia, Paula (Yohana Cobo) difesa strenuamente ma anche l’apparizione del fantasma della madre Irene (la musa ritrovata Carmen Maura, assente dai film di Almodovar da ben 17 anni), tornata per regolare i conti col proprio oscuro passato ed ospitata in casa di Sole (Lola Duenas), la sorella di Raimunda, svagata ed abusivamente parrucchiera. La magia del film prende corpo quando Raimunda, Sole e Paula tornano nella natia Mancha, per fare visita all’anziana zia Paula, accudita con amore dalla vicina di casa Augustina (Blanca Portillo). In questa trama complessa le donne si troveranno a fare i conti con la morte – quella naturale della vecchia zia e quella violenta già citata – e con l’eterna precarietà delle loro vite, coi drammi e i misteri mai risolti, che hanno indelebilmente segnato il loro passato. Ma la magia nel film di Almodovar sta proprio in questa chiave di volta: nonostante la storia sia segnata appunto dalla morte, dalla malattia e dalla vendetta, l’impressione più forte che lascia “Volver” è che si tratti di un film liberatorio, di pacificazione e purificazione. Inoltre un vero fantasma sembra aleggiare sul film durante l’intera durata: in tutte le scene, nell’ambientazione della Mancha, nelle frasi tipiche di quel luogo, la memoria viva della madre defunta del regista impregna tutta la pellicola, donando al lavoro un sentimento ed un respiro autobiografico: “la sua presenza è come il vento che soffia fra le vie vuote del paese”. Il regista e la splendida Penelope Cruz offrono con “Volver” delle performances straordinarie, che li hanno portati ad essere in piena corsa fino all’ultimo per la Palma d’Oro a Cannes, poi conquistata da Ken Loach.
|