Il chirurgo c’è ma non si vede
Non si tratta di uno scherzo ma di un grosso passo avanti della telemedicina terapeutica. Il chirurgo c’è ma non si vede perché è a Boston, a 6000 chilometri di distanza dal paziente. Ed è proprio da là che, semplicemente utilizzando la tastiera di un computer, ha operato un uomo di 34 anni, ricoverato al San Raffaele di Milano, per curargli, con la tecnica dell’ablazione a radiofrequenza, la fibrillazione atriale, la più comune aritmia del cuore. L’intervento a distanza è stato condotto in prima mondiale da Carlo Pappone, responsabile di Aritmologia ed Elettrofisiologia dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano nel corso del convegno annuale della Heart Rhythm Society tenutosi a Boston. Il chirurgo italiano così ha illustrato cosa avrebbe fatto: “Attraverso la tastiera del computer cambierò i campi elettromagnetici intorno al paziente e questo sarà sufficiente perché i sondini all’interno del paziente raggiungano i bersagli che io deciderò di raggiungere in base alle anomalie che il paziente avrà nella sua camera cardiaca”. L’intervento è durato circa 50 minuti. Il chirurgo ha guidato, con il mouse, il robot nell’introduzione di un catetere all’interno della cavità atriale del cuore, dove è stata provocata una piccola bruciatura del tessuto da cui si origina la serie di scosse elettriche che provocano l’aritmia. Questa procedura, resa possibile da sofisticate tecniche satellitari e telematiche, potrà in futuro consentire a chiunque, anche nei paesi meno fortunati, di venir curato al meglio in molte patologie a migliaia di chilometri di distanza dai migliori specialisti. Lo stesso Pappone ha spiegato l’importanza di questa nuova tecnica: “Si apre una nuova era della telemedicina terapeutica. Una medicina finalmente democratica, che colmerà il gap tra terzo mondo e paesi industrializzati. Ogni anno muoiono in Africa e India migliaia di bambini per banali cardiopatie che potrebbero essere risolte in 10 minuti con interventi come questo”.
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