Sam Raimi, alla sua terza regia sulle avventure dell'uomo divenuto ragno, arricchisce la saga di nuovi spaventosi personaggi in grado di mettere a soqquadro l'intera città di New York, di nuove dinamiche ed intrecci amorosi che non girano più soltanto attorno alla triade dei protagonisti principali. Spider Man è ancora una volta il talentuoso Tobey Maguire (in una società assolutamente ispirata dallo showbiz americano, la scelta del giovane Maguire rappresenta ormai una certezza totalmente azzeccata non solo per esprimere la fisicità dell'uomo ragno ma soprattutto i suoi tormenti esistenziali), sempre diviso fra l'amore per la sua bella Mary Jane (l'eterea Kirsten Dunst) e quello per la sua città e la gente spesso indifesa che vi abita. In questo terzo episodio decisamente più action del secondo, ogni personaggio precedentemente visto nella storia si arricchisce di nuovi particolari, di nuovi spunti raccontati anche attraverso l'uso sapiente dei flashback, in grado di rappresentare al meglio l'evolversi naturale delle singole storie. Su tutti svetta James Franco (già James Dean in un convincente tv movie per la tv americana) con il suo new Goblin, capace con la sua storia tormentata di figlio incompreso e di amico premuroso alla volte di mettere in secondo piano perfino le gesta del supereroe mascherato. I nuovi cattivi sono interpretati dal bravissimo e malinconico Thomas Hayden Church-Sandman e dal lanciatissimo Topher Grace–Venom; a completare il cast la bellissima Bryce Dallas Howard, figlia d'arte e vera antagonista femminile della confusa Mary Jane, alle prese con il personaggio di una bionda assolutamente svampita ma irresistibile, un personaggio positivo in una storia che analizza spesso solo il lato oscuro delle persone. È proprio la metamorfosi del supereroe Spider Man in versione dark con un costume nero capace di mettere in risalto le sue doti malefiche più recondite il vero tema portante di “Spider man 3”; purtroppo è proprio qui che si può fare l'unico appunto ad un film perlopiù perfetto: la tentazione del lato oscuro, del male che rende appagati e potenti (tema spesso affrontato in grandi produzioni hollywoodiane, basti pensare a “Star wars” e alle lotte psicologiche che lo hanno contraddistinto) avrebbe forse meritato maggior attenzione invece di essere affrontata in maniera affrettata e superficiale. Il film per il resto, si rivela davvero pregevole,con la solita regia attenta di Sam Raimi, le storie credibili e mai troppo intricate e degli effetti speciali che hanno davvero raggiunto risultati impensabili fino a qualche anno fa. Per i fan non resta che aspettare un nuovo capitolo sulla scia degli incassi stratosferici ottenuti nei box office di tutto il mondo (magistralmente la premieré è stata fatta questa volta nella splendida cornice di Roma), sperando che il dio danaro riesca a mettere a tacere la voglia d'altro e d'abbandono della saga che ultimamente sembra serpeggiare fra i protagonisti principali e lo stesso regista.