Lettera da Granada di una laureata in Architettura, disabile, attualmente impegnata in uno stage UNICAM a Granada
Ascoli Piceno, 15 febbraio 2008 - Consuelo Agnesi, 29 anni, laureata in Architettura con relatore il professor Cristiano Toraldo di Francia, con 110, nell´aprile scorso, sta svolgendo un periodo di lavoro in qualità di ricercatrice presso il dipartimento tecnico dell´università di Granada. Tutto nella "normalità" se non fosse che Consuelo è una ragazza disabile perché sorda, ma con una voglia immensa di lavorare, vivere ed aiutare gli altri più deboli. Ora che si trova in Spagna dove si è ambientata molto bene, dopo i primi ostacoli che incontra uno studente con la lingua straniera, è contenta di raccontare la sua esperienza per invogliare chi, come lei disabile, ha timore di affrontare nuove esperienze. Esordisce con "Sono sorpresa di questa particolare intervista... mi sembra di fare una cosa davvero normale" - e continua - "Come sia nata la voglia di fare un'esperienza all'estero e sopratutto in Spagna??? Scherzosamente dico che era destino, avendo il nome spagnolo, ma in realtà era da parecchio tempo, che ci pensavo. Il sogno di ragazzina, quello di farmi un'esperienza di vita all'estero, per mettermi alla prova con altre culture e con me stessa! Attualmente sto nella bellissima e solare capitale dell'Andalusia, Granada, famosa per l'Alhambra, in Spagna, terra che tanto amo, grazie al progetto Leonardo. Si tratta di uno stage di 3 mesi, sono ricercatrice al dipartimento tecnico dell' Università di Granada e collaboro con uno staff di architetti ed ingegneri alla progettazione dell'eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali da qualsiasi edificio pubblico e privato di Granada, università compresa. Per me è un'esperienza gratificante perché volevo approfondire il discorso dell'eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali a livello pratico. Inoltre, come secondo lavoro, ho l'opportunità di stare a contatto come tutor, a tutti i disabili universitari per comprendere i loro problemi, ai bimbi ed ai giovani sordi dell'associazione ASOGRA di Granada, equivalente dell'ENS (ente nazionale sordomuti) italiana.
Diciamo che in Spagna mi hanno messo sotto come in Italia! Il fatto è che anche in Italia sono attiva sotto questo punto di vista, essendo responsabile dei giovani sordi di Macerata e socia dell'ente sportivo G.S.S. Ancona!
Mi auguro in futuro di poter continuare a lavorare in questo campo perché in generale, si è ancora "disinformati" in tema e non si fa abbastanza...Vorrei in qualche modo contribuire, come architetto, alla progettazione di una città accessibile a tutti, una città in cui tutti si sentano cittadini allo stesso modo! In cui, nè un sordo, nè un disabile motorio, né un cieco si senta sperduto.
Mi piacerebbe, una volta tornata in Italia, utilizzare questa mia esperienza in uno studio tutto mio, ma questa è un'altra storia! E' un sogno!
Il servizio disabili UNICAM mi è stato davvero utile, l'unica sfortuna per me è stata quella di averla solo alla fine della mia carriera universitaria, visto che il tutor è arrivato solo quando io già avevo in mano la tesi e solo due esami...Ringrazio entrambi le tutor (Emanuela e Katia) che ho avuto perché mi hanno davvero aiutato molto: in particolare modo Emanuela Zecchini perché mi ha permesso di esser qui a Granada e di realizzare gran parte dei miei sogni!
Cos´altro dire? Che per me la vita va vissuta con la testa ed il cuore... sempre avanti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Certo, è dura comunque, all'estero, per via della lingua sconosciuta, per il fatto che non riesco a sentire la pronuncia, che ancora faccio un po´ fatica a comprendere le persone straniere ma tengo duro... studiando duramente la lingua spagnola e cercando di parlarla il più possibile anche con gli altri italiani del gruppo che sono partiti con me (e anche loro m'hanno dato una mano forte, sopratutto per insegnarmi la pronuncia... mitici ragazzi!). Insomma se ho bisogno d'aiuto, chiedo senza problemi! E piano piano, riesco a sostenere un'intera conversazione in spagnolo! Anche al lavoro all'inizio è stata molto dura ma mi son fatta capire! Tornavo sempre a casa stanca morta, semplicemente per il solo fatto di dover esser sempre sul chi va là, percepire ogni cosa con gli occhi, captare più cose e discorsi possibili, pensare a far bene il mio lavoro e spesso avevo l'ansia di non aver ben compreso cosa dovevo fare ma questa passava quando domandavo se avevo capito... La parte più tosta è quella di non abbassare mai la guardia! Ma non ho paura di lottare!"