GIOCHI DEL MEDITERRANEO/ LE LINEE PER LA RICOSTRUZIONE DEL DOPO SISMA
di Sergio Conti Pescara è stata capitale dell’ architettura per tre giorni grazie all’ evento organizzato dall’ Umar (Unione degli architetti del Mediterraneo), culminato nel convegno sul tema «Costruire e Ri-costruire Città», che si è svolto al Museo «Vittoria Colonna», un appuntamento tra i più qualificati nell’ ambito delle manifestazioni collaterali ai Giochi del Medieterraneo. Titolo quanto mai azzeccato quello scelto dall’ Umar, dal momento che l’ Abruzzo, oltre ad avere l’ esigenza di costruire ha pure quella di ricostruire edifici rispettando i canoni di un’architettura eco-compatibile, dopo la tragedia del terremoto che ha colpito in particolare L’ Aquila e la sua provincia. Il Consiglio nazionale dell’ Umar ha voluto avviare una riflessione sulla necessità di riconsiderare metodi e logiche costruttive delle città e degli edifici che tenga conto del rapporto tra sicurezza, sostenibilità e promozione della qualità urbana. Tutto ciò per far emergere, attraverso il confronto con esperienze provenienti anche dall’ area del Mediterraneo risposte utili, per l’ immediato e per il futuro, su temi quali la gestione dell’ emergenza, i processi di ricostruzione, la messa in sicurezza del patrimonio esistente e la gestione del patrimonio storico artistico. Non a caso, gli interventi degli esperti hanno sottolineato l’esigenza di vivere nella regione Mediterranea tra rischio sismico, sviluppo sostenibile e qualità urbana. Dopo l’ introduzione di Pasquale Felicetti, membro del Consiglio nazionale architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori, che ha focalizzato l’ attenzione sugli ultimi sviluppi dell’ architettura eco-sostenibile, l’ attenzione è stata catturata da Firdhaous Oussidhoum, giovane architetto della delegazione del Marocco. La rappresentante del Paese maghrebino ha ripercorso il terremoto del 6 aprile attraverso una serie di diapositive, spiegando nel dettaglio quali fossero le problematiche degli edifici crollati, quindi si è soffermata sull’ esigenza, non più rinviabile, di costruire e ricostruire gli edifici seguendo scrupolosamente tecniche in linea con le normative in materia di sicurezza anti-sismiche, senza tralasciare considerazioni importanti relative al patrimonio artistico fortemente danneggiato dal sisma. Esigenza tanto più importante per una regione come l’ Abruzzo, dove la popolazione è costretta storicamente a convivere con il rischio sismico. A seguire c’ è stata la relazione di Giorgio Cacciaguerra, presidente del corso di laurea in Ingegneria edile architettonica all’ Università di Trento, che ha voluto ricordare quali e quanti interventi siano già stati adottati in Italia sugli edifici coniugando una moderna architettura con il rispetto delle norme sulla sicurezza. Ha concluso i lavori Alberto Clementi, preside della facoltà di Architettura dell’ Università «D’ Annunzio» Pescara-Chieti, che ha tirato le somme della discussione, annunciando che i suggerimenti emersi durante il convegno potranno tornare utili non solo ai tecnici e agli accademici, ma anche agli stessi amministratori locali chiamati a operare sul territorio.
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