Tratta di esseri umani
in Italia migliaia gli adulti e i minori coinvolti non solo nello sfruttamento sessuale ma anche in attività illegali, mendicità, lavoro coatto. Sul fenomeno la partnership del progetto europeo Equal-Osservatorio Tratta di cui l’associazione On the Road è ente referente ha presentato a Roma alcune ricerche inedite. 14/12/2007 - Un fenomeno transnazionale, gestito anche da gruppi fortemente organizzati e i cui ambiti di sfruttamento sono sempre più differenziati e vari: da quello sessuale, a quello in attività illegali, a quello lavorativo. Sensibile il coinvolgimento di minori, anche con meno di 14 anni e spesso di etnia rom soprattutto nel caso di sfruttamento allo scopo di furti, borseggi o mendicità. Sono questi alcuni dei caratteri distintivi della tratta di esseri umani in Italia, secondo quanto emerso ieri a Roma dalla Conferenza Internazionale sulla tratta di esseri umani. Un importante incontro di studio e confronto sul fenomeno sia in Italia che in alcuni paesi europei e sulla normativa in materia, dalla partnership del progetto europeo Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall’Associazione On the Road in collaborazione con Save the Children
“Anche sulla base delle ricerche che abbiamo realizzato e che oggi presentiamo, la tratta di essere umani in Italia appare un fenomeno quanto mai complesso, sempre più organizzato e articolato”, commenta Isabella Orfano, componente di Osservatorio Tratta e curatrice di uno dei due volumi presentati riguardante i diversi fenomeni di tratta presenti nel nostro Paese. “È quindi fondamentale prima di tutto approfondirne la conoscenza, essendo in gran parte un fenomeno sommerso e che sfugge alle statistiche ufficiali.” Come si legge nella ricerca su La tratta di persone in Italia. Evoluzioni del fenomeno e ambiti di sfruttamento, i dati ufficiali parlano di 11.226 le vittime di tratta fra il 2000 e il 2006, di cui 619 minori, mentre risultano 8.056 fra il 2005 e il 2006 le persone denunciate specificatamente per i reati connessi alla tratta di esseri umani. Tuttavia tali numeri sono ampiamente sottostimati e non rendono conto di un fenomeno molto più vasto e articolato. Infatti i dati sopracitati si riferiscono esclusivamente alle vittime di sfruttamento sessuale e riguardano solo coloro che hanno usufruito dei Progetti di assistenza e integrazione sociale Per quanto riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, documenta la ricerca, si registra a partire dagli anni ’90 un graduale aumento del numero di paesi di origine coinvolti (per esempio Albania, Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Cina, Nigeria) e l’affiancarsi allo sfruttamento in strada di quello al chiuso in appartamenti e locali notturni. Sono poi cambiati l’organizzazione delle reti criminali e i metodi di reclutamento, controllo e sfruttamento con un passaggio da gruppi criminali semi-dilettantistici a gruppi fortemente organizzati con collegamenti transnazionali; inoltre si è assistito al progressivo abbinamento della tratta ad altre attività illecite (traffico di migranti, di droga e di armi) e lecite (es. riciclaggio di denaro sporco attraverso attività commerciali regolari), e alla diversificazione degli ambiti di sfruttamento: non solo quello sessuale, ma anche in attività illegali, lavoro forzato e sfruttamento lavorativo. Ancora invece non dimostrabile, secondo l’indagine, è l’esistenza in Italia di ulteriori articolazioni di questo business criminale, come la tratta finalizzata all’espianto di organi, benché sia ormai comprovata l’esistenza di un commercio internazionale di organi e di tessuti, sia sottoforma di compravendita di organi tra adulti consenzienti che di viaggi della speranza in paesi in via di sviluppo per effettuare un trapianto illegale. Quanto alla tratta a scopo di adozioni internazionali illegali , lo studio sottolinea come le adozioni illegali, gli abusi e le pratiche irregolari compiute in vari momenti del percorso di adozione internazionale riguardano anche l’Italia, ma il collegamento con la tratta risulta essere molto incerto.
Come documentato nel volume La tratta di persone in Italia. Le norme di tutela delle vittime e di contrasto alla criminalità, la seconda delle ricerche realizzate nell’ambito del progetto Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall’Associazione On the Road, nel nostro paese la normativa anti-tratta (l. 228/2003 “Misure contro la tratta di persone”) viene applicata in modo disomogeneo. In particolare ciò vale per il riconoscimento alle vittime del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Secondo un’indagine condotta su 65 delle 103 questure italiane infatti, oltre la metà tende a subordinare il riconoscimento del permesso alla collaborazione della vittima al procedimento penale, secondo una logica “premiale” che prevale sui requisiti della “violenza e grave sfruttamento” e del “pericolo grave, attuale e concreto”. Inoltre restano lunghi i tempi della procedura di rilascio del permesso di soggiorno stesso.
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