“soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo”
(Ernesto Che Guevara)
“e adesso / come sul bordo di un pozzo / mi cadono dalla mano / sogni e speranze
ho un telaio come mamma
la luce del giorno / non conosco più
il mio cuore se ne va / attraverso le crepe dei muri, / come portato dal vento / dove si fermerà?”
(Latif 11 anni cucitore di palloni)
una produzione Teatro dell'Asino
con il sostegno di Argonavis – itinerari teatrali nella Provincia di Rimini
con Mirka Villani e Marco Moretti
testo di Stefania Celli
musiche di Matteo Semprini
regia Teatro dell'Asino
In fondo al pozzo è un progetto che si propone di indagare la figura del bambino-schiavo, un ossimoro che indigna, in palese violazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia di cui calpesta, soprattutto, l’articolo 32; sono infatti almeno 250 milioni i bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni costretti a lavorare; un ossimoro che inquieta, l’infanzia privata delle ali e costretta alle catene dagli ingranaggi economici;
è un progetto che deve il proprio nome al pozzo in cui sono caduti i sogni e le speranze di Latif e di tutti gli altri bambini-schiavi;
è un progetto che racconta di Nadia e Suresh, chiusi in un'officina a tessere tappeti, un lavoro che, soprattutto dopo la storia di Iqbal, è diventato metafora dello sfruttamento minorile e che offre la possibilità di vedere un mondo alla rovescia, dove i tappeti non fanno volare, bensì avvolgono coi loro fili i bambini-tessitori, costretti, come Aracne, ad essere piccoli ragni legati per sempre al filo che tessono;
un giorno d'improvviso la porta si apre, cosa c'è di là?
... al centro del proscenio una sedia
Nadia è lì
con il suo promemoria in mano
NADIA come faccio a dire
che parole può articolare la mia lingua insieme al fiato
per dire l’orrendo che ho visto dentro un pozzo
la tela del ragno
i nodi
il dolore
il buio
come faccio a dire
che parole posso usare perché una anche solo una s’intrappoli in voi
e la ricordiate?