Sconfine, viaggio nell’intercultura
S. Benedetto T. - 2006-03-15 - La Consulta Comunale per l’immigrazione di San Benedetto del Tronto, con il contributo dell’Amministrazione Comunale e in collaborazione con il Laboratorio Teatrale Re Nudo e la Fondazione Libero Bizzarri, organizza venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 marzo, presso il Teatro dell’Olmo e l’Auditorium Comunale, “Sconfine - viaggio nell’intercultura”. L’iniziativa è articolata in tre giorni di dibattiti, performance teatrali e musicali, proiezioni video, degustazioni di cibi appartenenti a cucine di varie paesi del mondo. L’intento è quello di riflettere nel concreto sull’importanza di un reale incontro tra le varie culture presenti nel nostro territorio. L’immigrato rappresenta, senza dubbio, un’imprescindibile risorsa economica per il Paese ma, generalmente, viene visto solo come ‘macchina di produzione’ (ed è la stessa visione che è alla base della legge “Bossi-Fini”, che autorizza la permanenza in Italia solo a chi ha un’occupazione); ma spesso ci si dimentica che è depositario di preziose culture, tradizioni, costumi ed offre, con la sua presenza, una grande opportunità di crescita per tutti. Non bisogna dimenticare che più di 25 milioni di italiani negli ultimi 150 anni sono emigrati all’estero, contribuendo a creare nuove aggregazioni culturali nelle terre di arrivo. Lo stesso processo si sta verificando in questi anni in Italia dove le nuove cittadine e i nuovi cittadini, arrivati da diverse parti del mondo, con le loro esperienze, stanno contribuendo ad arricchire la cultura italiana, avviando quel processo che in altri Paesi europei, in particolare in Francia, Germania e Gran Bretagna, si era già consolidato negli scorsi decenni. Per queste ragioni la Consulta Comunale per l’Immigrazione ha voluto organizzare questa manifestazione, in collaborazione con Re Nudo e la Fondazione Bizzarri. Utilizzando il linguaggio universale dell’arte e della cultura, si vuole contribuire a creare legami sempre più forti tra mondi apparentemente distanti ma profondamente vicini nelle loro espressioni più umane.
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