In scena al teatro "Pier Paolo Pasolini" di Casarsa della Delizia (Pn)
“Se posso permettermi di dire quello che penso, devo dire che siamo stati della gente venduta come carne di macellaio… Noi stranieri eravamo in balia di noi stessi, di quello che facevamo… Io ho fatto la guerra per anni, ma quando sono arrivato qui, per le autorità italiane se si voleva qualcosa bisognava pagare soldi e niente altro”.
“Per me le miniere sono state uno scandalo dell'epoca... Estrarre il carbone nelle condizioni in cui si era obbligati a lavorare qui in Belgio è stato un crimine contro l'umanità. Persino gli amici belgi di quel tempo ripetevano sempre: Preferisco vedere mio figlio morire sotto il treno piuttosto che vederlo in miniera”.
Sono alcuni passi dei passi di “Marcinelle: memorie, sussurri e note”, lettura teatrale a cura di Paola Cecchini e Carlo De Foi (coadiuvati dalla pianista Simonetta Mandis), che è andata in scena per la Festa della Repubblica del 2 giugno scorso, al teatro “Pier Paolo Pasolini” di Casarsa della Delizia. (PN).
Lo spettacolo - tratto dal libro “Fumo nero-Marcinelle 1956-2006”, scritto dalla stessa Cecchini, ed edito dalla Regione Marche- è stato organizzato dall’Associazione Nazionale Ex Minatori (ANEM) e dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL).
Il libro - patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Italiani nel Mondo, e presentato a Bruxelles presso il Parlamento Europeo- ricostruisce due eventi importanti per la storia dell’emigrazione italiana in Belgio: il sessantenario della stipula del Protocollo italo-belga (23 giugno 1946), passato alla storia come “accordo uomo-carbone” ed il cinquantenario della tragedia mineraria del Bois du Cazier a Marcinelle (8 agosto 1956), che del primo è diretta conseguenza.