Bizzarri: immagini inattese con “Bellissime” e scenari inquietanti con "Robin Hood"
DOMENICA 18 MARZO San Benedetto del Tronto - Teatro Dell’Olmo ore 21.00 Immagini inattese – Il doc al cinema“BELLISSIME” di Giovanna Gagliardo Prima parte SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2007-03-17 - È dedicato alle ragazze che forse non conoscono questa lunga storia, perché sappiano che i diritti e le libertà conquistate non sono per sempre, e alle donne che hanno contribuito e contribuiscono alla costruzione di un modo più giusto e responsabile di abitare il mondo il documentario di Nella Condorelli presentato ieri alla Sala Bizzarri in apertura della Rassegna “Perché donna” a cui seguirà domani - domenica 18 marzo - al Teatro dell’Olmo di San Benedetto del Tronto, alle ore 21 con ingresso gratuito, il filmato “Bellissime” di Giovanna Gagliardo. Dato il numero limitato dei posti, è consigliabile prenotare telefonando al 3478889335. Partendo dall'idea che la conoscenza della storia politica delle donne è il presupposto ineludibile per una effettiva rappresentanza paritaria, l'Udi "La Goccia", da sempre impegnata sui filoni della storia e memoria e della lotta contro la violenza sulle donne, ha prodotto un documentario audiovisivo per diffondere una storia che riflette l'azione di soggetti politici collettivi femminili nel secolo dell'emancipazione e del femminismo. Una riconsiderazione del lungo percorsoche ha portato le donne alla conquista del voto, attraverso la lunga stagione dei diritti da loroconquistati, ricostruendo la natura e l’impegno dell’associazionismo femminile a partire dagli anni della guerra di liberazione. Documenti storici di archivio, foto, manifesti e documenti vari, interviste fanno da tessuto alla trama della grande avventura femminile che in cento anni, ha ridisegnato la propria immagine e il proprio ruolo nella famiglia e nella società Bellissime di Giovanna Gagliardo che la Fondazione Bizzarri propone per la Rassegna Immagini Inattese: il doc al cinema, in programma domani sera alle ore 21 al Teatro dell’Olmo San bENedetto del Tronto è la prova di come un lavoro di archivio e scandaglio possa dare vita ad un'opera di cinema contemporaneo. Questo interessante docufilm, presentato a Venezia nell'ambito della sezione "Venezia Digitale", è stato infatti realizzato con immagini dell'archivio dell'Istituto Luce, un immenso tesoro in cui la regista si è divertita ad affondare le sue mani per individuarne i gioielli più preziosi e raccontare così i mutamenti della condizione femminile dell' Italia negli ultimi cento anni. Diviso in quattro parti che seguono la cronologia degli eventi (Madri del Novecento, Le donne tra passato e futuro, Penelope va alla guerra, Nessuno le può giudicare), Bellissime è un viaggio nella storia delle donne del Novecento, un racconto in bianco e nero, lontano dall'ottica del femminismo così come da ogni forma di retorica nostalgica. Volti comuni di donne sconosciute, colte nella loro quotidianità, si alternano a quelli delle donne che la storia l'hanno fatta con la loro personalità, le loro battaglie sociali, politiche o morali, sfidando le convinzioni e i giudizi dei benpensanti. Le voci narranti di Aurora Cacciara e della stessa Gagliardo commentano le immagini delle lotte delle suffragette che rivendicavano il diritto al voto delle donne mentre Anna Kulishoff, compagna di Turati, dalle colonne di Critica Sociale scriveva "il voto è la difesa del lavoro e il lavoro non ha sesso Raccontano i cambiamenti socio-culturali, nel costume, persino nella moda con la scoperta delle calze di seta al tempo di Telefoni Bianchi. E poi ci sono le "mamme", gli angeli del focolare, quelle che regalano la fede nuziale alla patria fascista seguendo l'esempio della regina. Mentre Mussolini é all'apice del suo potere, gli occhi della borghesia romana sono puntati sulla moglie Rachele e sull'amante Claretta, ma solo la figlia Edda (donna fortissima che si batte fino all'ultimo per tentare di salvare il marito Galeazzo Ciano dalla fucilazione) riesce a tenere testa al Duce. Poi la grande guerra vede scendere in campo in prima persona anche le donne. Negli anni '60 sono le ragazze del cinema e della canzone a dare una scossa alla società italiana. Caterina Caselli urla Nessuno mi può giudicare e Mina se ne infischia della censura della Rai e non ha paura di essere una ragazza madre, per giunta di un figlio frutto della relazione con un uomo sposato. Naturalmente nel film non possono mancare le nostre più grandi attrici: Silvana Mangano, Monica Vitti, l'insuperabile Anna Magnani di cui, tra le altre, rimane indimenticabile l'interpretazione, appunto, in Bellissima di Visconti.
LUNEDI 19 MARZO I LUNEDI’ CULTURALI DELL’AGRARIA Sede Fondazione Libero Bizzarri – Via Gronchi, 11 Quartiere Agraria
Continuano con successo gli appuntamenti del Lunedì, sempre in collaborazione con il Comitato di Quartiere Agraria e la Parrocchia SS. Annunziata. Tema del prossimo incontro di lunedì 19 marzo alle ore 21 , “I mass media” con il Doc “ Robin Hood di fine millennio” di Cristiano Bortone. L’incontro esclusivo con Onel De Guzman, responsabile di uno degli attacchi informatici più pericolosi mai verificatisi pone. In primo piano l’uso indiscriminato di Internet quale scenario inquietante della comunicazione di massa. Ad introdurre e dibattere l’argomento dell ‘informazione sarà il giornalista di Rai3 Maurizio Blasi. La storia di Onel de Guzman è emblematica di quello che sta succedendo all’interno della rete. Onel era un ventitreenne studente della AMA Computer College di Manila, la megalopoli capitale delle Filippine, uno degli stati più colonizzati e poveri del sud est asiatico. Già nel passato Onel era entrato in conflitto con i docenti della sua scuola per le sue idee considerate da “teppista informatico”. La sua tesi di laurea, che proponeva lo sviluppo di un software per rubare le password di accesso ad internet e navigare gratis, era stata rigettata dal suo professore perché considerata criminale. Poi, qualche mese fa, Onel è stato identificato come l’autore del virus “I love you” responsabile di uno degli attacchi informatici più pericolosi mai verificatisi: una bomba che nel giro di poche ore ha messo in crisi i computer di mezzo mondo creando danni per più di 56.000 miliardi. Il virus, oltre a distruggere alcuni file dall’hard disk e ad auto-inviarsi a tutta la lista di indirizzi delle vittime, creando così un intasamento mondiale, rubava tutte le password che trovava e le rimandava automaticamente ad alcuni conti fantasma controllati dal suo creatore. Se il virus non fosse stato bloccato in tempo, in breve tutte le password del mondo avrebbero potuto essere compromesse, incluse quelle di conti bancari, aziende, governi e siti militari strategici. La ricerca per risalire alla mente creatrice del virus è stata avvincente. Ma il risultato più scioccante è stato scoprire come il quartier generale fosse un sottoscala di un distretto povero di Manila. L’FBI ha tentato di emettere un mandato di estradizione ma, non esistendo al momento nelle Filippine una legge che contemplasse i crimini informatici, a tutt’oggi Onel è ancora libero. L’incontro esclusivo con Onel De Guzman, che fino ad oggi ha sempre rifiutato di concedere interviste anche alle più grandi televisioni del mondo, è l’occasione per cercare di capire le motivazioni del suo atto e il malessere che tanti giovani hackers filippini come lui vivono in questo momento: da una parte la loro abilità informatica e dall’altra la condizione di estrema povertà e di colonizzazione economica in cui versa il loro paese; da una parte l’esistenza di uno strumento straordinario come internet in grado di dare accesso all’informazione globale, e dall’altra la loro difficoltà a sostenere tariffe e costi paradossalmente superiori a quelli occidentali. Internet sarà uno strumento in grado di aiutare i paesi in via di sviluppo a riguadagnare il terreno rispetto ai paesi occidentali, oppure creerà una spaccatura ancora più drammatica nel mondo, quella tra un nord supertecnologico e un sud prigioniero di un eterno medioevo? E dall’altra parte, esiste il rischio che qualcuno dal sud del mondo, in un futuro prossimo, possa usare la debolezza della rete per sferrare proprio a quel nord tecnologico un attacco più distruttivo di quanto, nonostante i timori, abbia fatto la guerra fredda? Sono scenari inquietanti. Robin Hood di fine millennio cerca di esplorarli fra storie di hacker locali e provider in crescita, fra scuole di computer dove i giovani sono in fermento e luoghi come Pajatas, la bidonville di 60.000 anime che sorge all’interno di una discarica di rifiuti, luogo della tragedia di qualche mese fa dove 300 persone persero la vita sommerse da una montagna di spazzatura. Us. mta Fondazione Libero Bizzarri – Via Gronchi, 11, 63037 Porto d’Ascoli (AP) Tel. 0735 753334 Fax 0735 763132 info@fondazionebizzarri.org www.fondazionebizzarri.org
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