Kate Beckinsale torna a vestire i panni succinti della bella vampira Selene che già nel primo episodio della saga aveva deliziato i numerosi fans con la sua tutina di latex nero e la sua storia d’amore impossibile. Il tema centrale di questo adrenalinico sequel - gli appassionati del genere si sono subito premurati di definirlo uno di quei rari numeri 2 più avvincenti dell’originale - è sempre l’ancestrale lotta fra le stirpi cui fanno parte i due protagonisti Selene e Michael: i vampiri e i lican. Mentre si lanciano alla ricerca dei segreti delle loro dinastie, cercando di scoprire anche i motivi del loro odio secolare e la battaglia fratricida fra le due schiere di immortali impazza, i due protagonisti saranno impegnati anche a difendere il loro amore combattuto, avverso dalle rispettive tradizioni dinastiche. E se nel primo "Underworld" Selene era un’eroina spietata coi nemici ma capace di sciogliersi di fronte all’amore puro, in questo nuovo episodio la bella vampira darà sfogo ancora di più a tutte le sue pulsioni distruttive, da combattente nata, decisa a tutto pur di preservare la sua relazione e garantire la salvezza dei suoi vampiri. È raro osservare le evoluzioni di una storia in una saga cinematografica e reputarle convincenti, senza che venga smarrita l’originalità delle idee nel trattare i nuovi accadimenti, con il rischio sempre presente di scadere nel banale: "Underworld: Evolution" mantiene invece in piedi tutti gli elementi accattivanti dell’originale. L’alchimia tra i due protagonisti Kate Beckinsale e Scott Speedman è inoltre evidente e il loro legame sembra ricalcare le ansie e i timori della quotidianità; cosa avrà detto il marito della Beckinsale, il regista Wiseman, che aveva già diretto il primo "Underworld", assistendo ad un idillio così realistico fra la sua bella ed il bravo Michael - Speedman? La saga dei vampiri e dei licantropi si installa a buon diritto fra le più convincenti degli ultimi anni, in cui troppe volte abbiamo assistito a trilogie varie dove si perdeva lo spunto originale; non resta che attendere con ansia il terzo capitolo, augurandoci che sia così ben riuscito come questo numero due. Nel frattempo l’inglese Beckinsale è entrata a buon diritto nell’immaginario collettivo e non solo di quello del pubblico under 18. Il giudizio complessivo non può che essere buono.