di Savino Antonio
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 18/01/2009 - Sembra che il tempo di lavoro della nostra amministrazione comunale passi per il 50% come agenzia immobiliare, per il 40% come agenzia turistica, per il restante 10% per l'ordinaria amministrazione (lamentele per fogne, marciapiedi, lampioni e sensi unici).
Nella attività di “agenzia immobiliare”, dopo aver cementificato tutto il verde sulla terra ferma, ora si passa alla spiaggia, e c'è anche qualche segnale di lottizzare per il mare.. Wow!
Ma quando si passerà da “agenzia” alla amministrazione politica? L'amministrare la città non era nel programma elettorale di questa amministrazione? Avere un'idea del territorio, un'idea del futuro della città che non sia contingenza e galleggiamento.
Evidentemente a SBT siamo tutti figli di un dio minore perchè abbiamo enti locali di sinistra che amministrano come quelli di destra. Altrove qualche ripisiscenza di sinistra cè. Nella fattispecie: Sardegna, Liguria, Lazio, Emilia-Romagna dove hanno messo in piedi un Piano costiero.
Questi hanno semplicemente articolato a livello Regionale il Protocollo Internazionale per la Gestione Integrata delle Aree Costiere: "uno strumento di legalità regionale sulla gestione e sostenibilità delle aree costiere”(Soru), che possa essere adottato dalle nazioni che si affacciano al mare per garantire uno sviluppo sostenibile nelle aree litoranee in armonia con l’Ambiente.
Cosa serve questo “Piano”?
La premessa poco nota alla nostra amministrazione è che c'è l’innalzamento del livello del mare a causa del cambiamento climatico, e potrebbe essere compreso, secondo l’IPCC, tra i 18 cm e i 30 cm progressivo fino al 2090, senza ovviamente considerare i fattori di subsidenza naturale che sono diversi per le diverse zone costiere italiane.
Senza uno studio accurato di questi fattori (e delle correnti marine, carico dei fiumi, antropizzazione della costa ecc), senza un piano costiero, continuare a finanziare annualmente il ripascimento del litorale “Nostrum” è come fare le “fatiche di Sisifo”, buttare soldi pubblici! Si risolve l'immediato, l'anno dopo siamo di nuovo a capo, da 20 anni è lo stesso tormentone, lo steso mantra.
C'è uno studio EUROSION (della CE fatto proprio dalle regioni menzionate, con presidente Margot Wallström Commissario per l'Ambiente -Commissione Europea)
Che dice: “è palese che la tendenza erosiva non è un processo meramente naturale. In molte località i tentativi per sanare questa situazione, per esempio erigendo opere di difesa quali barriere frangiflutti, hanno determinato una situazione peggiore e causato un incremento dell'erosione nelle coste limitrofe”, gli “ sforzi andrebbero fatti per migliorare la resilienza costiera attraverso una migliore gestione dei sedimenti e il mantenimento di spazi sufficienti affinché i processi costieri possano agire liberamente.
EUROSION definisce la resilienza costiera come la capacità intrinseca della costa di adattarsi ai cambiamenti indotti dalle variazioni del livello del mare, dagli eventi estremi e dagli occasionali impatti antropici, mantenendo inalterate le funzioni del sistema costiero sul lungo termine. Il concetto di resilienza è particolarmente importante nell’ottica della previsione dei cambiamenti climatici globali.
I consigli, le linee guida suggerite sono (riassunte):
EUROSION Raccomandazione n. 1
Ripristino del bilancio sedimentario e messa a disposizione degli spazi per i processi costieri
E' necessario un approccio prevalentemente strategico e previsionale dell'erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità
costiera. Nella prospettiva di un cambiamento climatico, è raccomandabile che la resilienza costiera sia incrementata attraverso: (a) ripristino del bilancio sedimentario costiero, (b) creazione di spazi utili alla fisiologica erosione costiera per permettere il libero gioco dei processi sedimentari costieri.
EUROSION Raccomandazione n. 2
Integrazione dei costi e dei rischi connessi all'erosione costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento. L'impatto, il costo ed il rischio dell'erosione costiera provocata dall'antropizzazione dovrebbe essere controllata attraverso una migliore integrazione economica dei problemi derivanti dall'erosione costiera in termini di pianificazione e decisioni di ordine finanziario. Le pubbliche responsabilità per i rischi derivanti dall'erosione costiera dovrebbero essere limitate ed una congrua parte dei rischi derivanti dovrebbe essere trasferita ai diretti beneficiari ed agli investitori direttamente interessati, anche tramite l'applicazione degli strumenti di Valutazione Ambientale. I rischi dovrebbero essere monitorati e mappati, valutati.
EUROSION Raccomandazione n. 3
Rispondere in modo responsabile all'erosione costiera. La gestione dell'erosione costiera dovrebbe spostarsi da soluzioni frammentarie verso un approccio programmato basato su principi di responsabilità e ottimizzando gli investimenti sui beni a rischio, migliorando l'informazione pubblica e l'accettabilità sociale delle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzioni per il futuro. Questa strategia dovrebbe essere guidata dalla necessità di ripristinare la resilienza costiera ed il bilancio sedimentario favorevole e dovrebbe essere supportata dai Piani di Gestione dei Sedimenti Costieri (PGSC - CSMP).
EUROSION Raccomandazione n. 4
Rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione ed alla pianificazione dell'erosione costiera. La conoscenza di base in materia di gestione dei processi erosivi e pianificazione degli interventi dovrebbe essere rafforzata attraverso lo sviluppo di strategie di gestione dell'informazione. Queste dovrebbero includere la diffusione delle "migliori pratiche" (cosa funziona e cosa no), privilegiare un approccio preventivo nella gestione dei dati e delle informazioni ed infine promuovere una leadership istituzionale a livello regionale.
Oltre all’impatto diretto erosivo sulle coste causato dall’innalzamento del livello del mare, che comporterà la scomparsa di ingenti aree litorali l’aumento delle temperature potrebbe comportare i seguenti mutamenti nei flussi turistici:
ondate di calore più frequenti e più intense, scoraggeranno probabilmente le vacanze nei mesi estivi nei nostri mari, soprattutto per anziani e bambini;
le estati più calde nell’Europa settentrionale e la crisi economica incoraggeranno un aumento delle vacanze domestiche da parte di tedeschi, inglesi, svedesi; – si verificherà uno spostamento dei flussi turistici dalle aree torride delle nostre spiagge con climi più miti del Nord Europa;
ci potrà essere, (crisi permettendo) verosimilmente a una anticipazione primaverile o a un ritardo autunnale dei soggiorni lungo le coste, ma non avendo fatto nulla per ridurre l'inquinamento atmosferico della città in quel periodo, e per i noti motivi strutturali della nostra ricettività, certamente SBT vedrà un turismo marginale e poco appetibile.
Ma questa è un'altra storia da raccontare dal paese di Topolino. L'Europa, l'ambiente, il protocollo di Kyoto, per colpa di Berlusconi e del provincialismo dei nostri “dirigenti” locali, sono da tempo su un'altro treno.
Ma c'è sempre una domanda in sospeso, reiterata e terra terra, se siete così bravi e veloci ogni anno da trovare i soldi da “buttare a mare”, trovateli anche per fare le fogne e i marciapiedi di SBT che aspettano da trenta anni!?