“Per me le miniere sono state uno scandalo dell'epoca...Estrarre il carbone nelle condizioni in cui si era obbligati a lavorare qui in Belgio è per me un crimine contro l'umanità. Persino gli amici belgi di quel tempo ripetevano sempre: Preferisco vedere mio figlio morire sotto il treno piuttosto che vederlo in miniera” . E’ una delle testimonianze riportate nel libro “Fumo nero- Marcinelle 1956-2006” (pagg 264 di cui 62 fotografie) edito dalla Regione Marche e scritto da Paola Cecchini, giornalista dell’Ente. Il libro, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Italiani nel Mondo, ricostruisce due eventi importanti per la storia dell’emigrazione italiana in Belgio: il sessantenario della stipula del primo Protocollo italo-belga (23 giugno 1946) ed il cinquantenario della tragedia mineraria del Bois du Cazier a Marcinelle (8 agosto 1956), che del primo è diretta conseguenza.
Tra il 1946 e il 1960, oltre 230.000 giovani uomini lasciarono un’Italia semi-distrutta da una guerra persa ed affluirono in Belgio a seguito di quello che è passato alla storia come accordo minatore-carbone: cinquantamila lavoratori italiani in cambio della fornitura mensile di carbone belga, a condizioni convenienti, per ogni mille lavoratori inviati. L’emigrazione in Belgio ha coinvolto anche le Marche con oltre 8200 espatri nel periodo 1950-1982. Il libro riporta le testimonianze delle 12 famiglie delle vittime (nove originarie della provincia di Pesaro e Urbino, due della provincia di Macerata, una di quella anconetana), tutte addette all’estrazione di fondo, tranne Sisto Antonini (che lavorava come muratore a quota 1.100 di profondità) e Davilio Scortichini, cui - già malato di silicosi- era riservato un posto di ascensorista, estremamente sicuro, secondo quanto riferì alla sorella Maria il mese prima, tranne che in caso di incendio.
Tra loro figurava anche Filippo Talamelli di Fano, il quale - pur non essendo in servizio quella mattina - non esitò a scendere nel pozzo con i soccorritori quando realizzò che amici e compaesani vi erano rimasti sepolti .
Il libro -che rappresenta il secondo atto del progetto Phoenix-Viaggio nella memoria, ideato dalla Regione Marche al fine di raccontare l’emigrazione marchigiana nel mondo- è corredato da un glossario minerario, da un’appendice documentaria (che riporta i documenti più significativi sull’argomento), da un’appendice giornalistica (che ci fa rivivere quanto successo all’epoca delle varie sciagure) ed una corposa appendice statistica (che ricostruisce l’attività di italiani e stranieri nei bacini carboniferi del cosiddetto pays de la cocagne).
Il libro sarà presentato a Pesaro il 2 dicembre prossimo. Dal giorno successivo sarà scaricabile dal sito www.lemarchenelmondo.info.