di Urso Alex
Etichetta: Autoproduzione
Brani: Gunmen / Best wishes / Go ahead boy / Sofa / Regular / Funny honey / Brand new baby / Trouble 4 you / Therapy / Perfect lover / Mass disorder
30/03/2008 - È con piacere che ascolto questo primo promo di undici tracce dei White Pagoda, band di Arezzo sulle tracce di un punk rock vecchio stampo, originario stampo. Originario perché i Ramones tornano (si affacciano) come loro vorrebbero, e cioè nelle calze di tipi che hanno lo stop&go nel sangue, la cantabilità di ritornelli leggeri e californiani, la musicalità di pezzi appena duri e appena adolescenti.
I padri del punk rock c’è da chiedersi oggi fin quanto siano stati onorati, quanto rinnegati nella storia. A conti fatti guardi dall’alto una scena di moderni figli strimpellini grazie ai quali il punk rock ormai è un genere che non sta né qua né là, come né carne né pesce. Sa di lenta deriva, o semplicemente di una metamorfosi strana che ha poco e nulla di quel “Ramones punk” che in fin dei conti ha solo ‘ispirato’, ma mai (o poco) davvero preso alla lettera e calcato di pugno un seguito sincero.
E allora i White Pagoda semplicemente fanno un gioco onesto: annusano la salma piena d’oli e bende, la spolverano un po’, e dicono che questo è: nevrotiche e irriverenti, spedite e semplici come solo un pentagramma di quattro accordi può essere: undici tracce che ripropongono intatta la freschezza di un genere che, nonostante la valanga di emuli e tributari spesso poco coerenti, sa ancora di attuale e orecchiabile nonostante i trent’anni di distanza. Non invecchia mai, e più invecchi tu e più il ricordo di quella salma resta come uno degli odori migliori che la storia della musica recente abbia sfornato: rivoluzione del rock, responsabilità di un’evoluzione.
Alla fine dei conti i White Pagoda. E asciugatevi quella lacrima sdolcinata se pensate ai ricordi adolescenti del “Gabba Gabba Hey!”: senza montargli la testa, ma è uno dei migliori tributi recenti a quel pezzo di storia.