Good Vibrations: quando l’arte incontra il rock
SIENA - Si terrà presso il Palazzo delle Papesse, dal 24 maggio fino al 24 settembre, l’evento espositivo dedicato al binomio arti visive-musica rock e organizzato con il contribbuto del magazine Rolling Stones ed EMI Music Italia.
Se si va a scorrere l’elenco delle cinquecento canzoni più belle della storia del rock, subito dopo vere e proprie divinità come Dylan o Lennon, si trovano i Beach Boys con Good Vibrations al sesto posto. Un singolo che ha fatto la storia della musica e che oggi viene rispolverato per dar vita ad una mostra quantomai singolare: “Good Vibrations-Le arti visive e il rock”. Un connubio davvero particolare che a partire dagli anni sessanta è divenuto sempre più affascinante. Tutto ebbe inizio in una notte di mezza estate quando, in un noto locale newyorkese, i Velvet Underground riuscirono a scaldare ed eccitare gli animi di un pubblico pronto a farsi male con gli assoli di Sterling Morrison o con l’eclettismo di Lou Reed. Tra di loro anche un certo Andy Warhol che, di lì a poco, promuoverà e finanzierà il loro primo album The Velvet Underground & Nico (celebre la copertina che ritrae una banana disegnata proprio da Warhol), trasformando il loro live in una una performance The Exploding Plastic Inevitable che univa l’arte della danza a proiezioni di cortometraggi dello stesso artista americano. Da allora questi due universi e mondi culturali paralleli non si sono più separati. E l’intento di Marco Pierini, organizzatore dell’evento, è proprio questo. Far ripercorrere le tappe, a tratti sconvolgenti ma mai banali, di un viaggio pieno di emozione. A partire proprio da quel filmato di Roland Nameth che poi spalancò le porte del successo al gruppo di Reed. Ma Good Vibrations ci racconta anche di tutte quelle collaborazioni fra artisti e musicisti e dello stretto rapporto tra opera d’arte ed interpreti del Rock. Si passa dai ritratti fotografici di Robert Mapplethorpe ai dipinti di Elizabeth Peyton, passando da Martin Creed e Jim Lambie. Particolare interesse susciterà la sezione dedicata ai videoclip: quelli girati da David Bowie, Chris Cunningham,Keith haring, Eiko Ishioka e tanti altri. A ciò faranno eco una serie di film e documentari, curati da Alfredo Saitto, che tappa dopo tappa ci mostrano l’esaltante cammino del rock’m’roll. Di storie e di gruppi che magari si sono ispirati proprio alla storia dell’arte e da questa hanno preso in prestito nomi o ispirazione: come i Rembrandts, i Dandy Warhols, oppure i Bauhaus o i Dada. E ancor più di recente i Soundgarden che hanno preso il nome da una scultura di Douglas Hollis installata in un parco di Seattle. A tutto ciò, e per l’intero periodo della mostra, si affiancano eventi vari, concerti, presentazione di libri, dischi e quant’altro nasce dal binomio arte-musica. Un evento che oltre ad essere trasmesso per un’intera settimana da MTV, sarà a breve “disponibile” in un doppio CD antologico dal titolo Good Vibrations che raccoglie brani ispirati e dedicati ad artisti ed opere d’arte.
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