Sanità: Ascoli sballottata da un direttore generale all’altro
E sono quattro. Non c’è che dire. La sanità ascolana, negli ultimi tre anni, è stata una sorta di stazione ferroviaria dove i direttori generali arrivano e partono a ritmo frenetico. Non fanno in tempo ad insediarsi che…ecco, è già tempo di fare le valigie. Non c’è che dire. Se non fosse che stiamo parlando di sanità, della salute di noi tutti, verrebbe quasi da ridere: tanto è comica la situazione. Maresca, Marabini (un anno), Carmosino (un po’ di più, un anno e mezzo) ed ora, nei panni di commissario, Gilberto Gentili, per una manciata di mesi. Un valzer, una giro di giostra che continua ad aggravare i problemi, tanti ed irrisolti, della sanità ascolana. Forse paghiamo lo scotto di non essere rappresentati nel governo regionale? Forse è proprio vero che siamo l’ultima provincia delle Marche (finora in senso geografico)? Forse abbiamo altre colpe da scontare? Forse. Le domande sono tante. Certo è che un simile trattamento di riguardo, finora, è stato riservato soltanto a noi. Sarà un caso ma soltanto Ascoli può vantare, si fa per dire, una simile instabilità gestionale della sanità. Tutte le altre Asl della regione hanno potuto disporre in questi anni di una sostanziale programmazione. Tutte. Meno una. La nostra. Sballottata da un direttore generale all’altro, senza programmazione, senza risorse, la Asl 13 soffre oggi di un profondo stato di disagio. Si vive ormai alla giornata e non è certo un bel vedere. Già in passato avevo lamentato che questa cattiva politica regionale della sanità avrebbe inevitabilmente comportato profondi disagi alla popolazione. Già in passato avevo avuto modo di denunciare il fallimento della politica sanitaria regionale. Lo scorso mese di aprile scrissi che l’assessore regionale alla sanità, Mezzolani, aveva posto nel mirino Carmosino. Mai profezia fu più facile. Del resto, come scrissi, Mezzolani, sosteneva, allora, che “la sanità ascolana deve crescere sulla base del piano speciale varato per le zone di frontiera”. Più che zona di frontiera direi che ormai siamo degli apolidi. Ma anche gli apolidi hanno dei diritti. Quegli stessi diritti, come, principalmente, la cura della salute, che la regione Marche parrebbe osteggiarci negando, continuando a negare, a questa terra, a questo comprensorio, un minimo di programmazione e risorse certe per portarla avanti nel tempo. Niente di tutto questo invece, e mentre le altre asl regionali continuano ad operare in tranquillità, la sanità ascolana continua ad essere scossa da cambi inopportuni ed intempestivi che ne minano la credibilità e l’efficienza. Non vorremmo però che a pagare di questa malasanità gestionale fossero solo gli ascolani. Credo sia giunto il momento che la Regione Marche si assuma appieno tutte le sue responsabilità nei confronti del nostro territorio e ci dica, con chiarezza, se la Asl 13 è un luogo di sperimentazione, una stazione ferroviaria, o chissà cosa altro. IL SINDACO (Dr. Ing. Piero Celani)
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