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Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

ChelliAppunti: in ricordo di Gabriele Chelazzi

17 Aprile 2009
In ricordo di Gabriele Chelazzi
Tesi Coluccini Lorenzo
Relatore Prof. Vannucci Alberto

Aula Bunker Santa Verdiana

Ringraziamenti

Siamo certi che Grabriele Chelazzi avrebbe voluto che i ragazzi si interessassero al suo lavoro e a quello di tutti i magistrati che hanno lavorato ai processi per le stragi del 1993.
Lo disse chiaramente nel corso di un suo intervento a Palazzo Vecchio in occasione del nono anniversario dalla strage: “i sindaci delle città colpite dalle stragi devono portare avanti insieme la memoria di questi tragici eventi che hanno segnato indelebilmente la storia di questo Paese e i giovani vanno istruiti in merito”.
Abbiamo perciò pensato che potesse essere una buona iniziativa quella di collaborare con giovani laureandi e con i relatori delle loro tesi, affinché essi potessero trattare nelle loro tesi di laurea la storia di “cosa nostra e delle stragi eseguite da questa struttura armata, ma soprattutto la storia delle stragi del 1993 e di quella del 27 Maggio1993 a Firenze, che così pesantemente hanno segnato la vita democratica dell’Italia.
Il presidente della commissione che ha ascoltato la presentazione della tesi del Dott. Lorenzo Coluccini, laureatosi recentemente in Scienze politiche preso l’università di Pisa con una tesi dal titolo - “ COSA NOSTRA: dalla seconda guerra di mafia alla stagione stragista 1979-1994” - e che oggi è qui con noi, ha commentato il lavoro di questo giovane  in uno dei tanti passaggi, con le seguenti parole:
“la forza della democrazia sta proprio nella sua debolezza e le forze democratiche quel 27 Maggio 1993 hanno tenuto”.
E’ vero hanno tenuto e noi dopo 16 anni di grandi sofferenze possiamo dirlo e anzi dobbiamo dirlo, perché l’espressione massima di quella democrazia che ha tenuto sono stati i processi di Firenze, che hanno condannato all’ergastolo il gotha di “cosa nostra”.
Gabriele Chelazzi ha avuto un ruolo centrale in quei processi, e sopratutto lo ha avuto il suo meticoloso e immane lavoro di indagine e di ricostruzione dei fatti, svolto per portare avanti anche le indagini sui mandanti delle stragi esterni a “cosa nostra”, indagini che il magistrato ha lasciato in eredità ai suoi successori, che speriamo potranno raccoglierla.
Crediamo che sia molto importante coinvolgere le forze giovani nell’analisi storica e politica dei documenti dei processi che si sono svolti dal Giugno 1996 fino alla sentenza della Cassazione il 6 Maggio 2002, perché dei giovani è l’eredità lasciata da quei processi.
Per inciso vorrei dire che il senso dell’eredità di quei processi deve essere anche l’indignazione che è giusto provare di fronte a ciò che accade e cioè al fatto che a sette stragisti tra cui Cosimo Lo Nigro sia stato revocato il carcere duro, il cosiddetto 41 bis, a favore di una detenzione senza restrizioni che può favorire i contatti con i mafiosi ancora fuori. Questo ci crea molta angoscia.
Non vorrei oggi soffermarmi più di tanto su questo argomento che abbiamo affrontato proprio l’anno passato in questa stessa occasione presentando il libro scritto dal Direttore del DAP Dr. Ardita dal titolo “Il regime detentivo speciale di 41 bis”.
Tuttavia mi preme  ricordare che il giorno 21 Aprile p.v., il Ministro della Giustizia Angiolino Alfano verrà qui a Firenze per il nuovo Palazzo di Giustizia e noi abbiamo chiesto di essere ricevuti in Prefettura dopo che egli avrà incontrato i vertici della Magistratura.
Sappiamo che ci riceverà, e speriamo che in quell’occasione possa dirci qualcosa di positivo sull’applicazione del carcere duro ai rei di strage. Noi ci sentiremo più tranquilli sapendo il signor Cosimo Lo Nigro sottoposto a regime carcerario duro e con lui tutti gli altri rei della strage, siamo certi che solo attraverso la collaborazione con la giustizia i mafiosi possano essere recuperati e non in virtù di leggi buoniste.
Vorrei rivolgere il mio pensiero e quello di tutti voi a Gabriele Chelazzi del quale non dobbiamo dimenticare lo sforzo profuso, assieme ai suoi colleghi magistrati di questa Procura, per la buona riuscita dei processi per le stragi del 1993.
Spero che il percorso intrapreso dal dott. Coluccini nell’analisi dei documenti dei processi per le stragi del 1993 possa proseguire nell’opera di altri ragazzi che decideranno di utilizzare il materiale disponibile per le loro tesi di laurea in scienze politiche , giurisprudenza o linguistica. E per questo esorto le Università , i Rettori,e soprattutto i docenti a spronare i ragazzi perché questo avvenga.
Noi siamo disponibili a prestare la nostra opera affinché i documenti in nostro possesso possano essere di aiuto a divulgare la storia dell’organizzazione criminale “cosa nostra”, che ancora oggi domina in Italia attraverso soggetti come Matteo Messina Denaro che tuttora non hanno reso conto alla giustizia delle loro nefandezze.
Crediamo fermamente che la principale speranza di salvezza per questo nostro Paese passi attraverso la conoscenza analitica sui fatti del 1993.
Vorrei chiudere con una sorta di appello a favore delle vittime delle stragi. Oggi un dato certo esce dalle vicissitudini della Legge 206, la legge promulgata per le vittime del terrorismo e delle stragi di matrice mafiosa, il dato dice che le vittime che rientrano nei termini di questa legge, che contempla gli eventi occorsi nel nostro paese dal 1961 fino al 27 Luglio 1993, sono 554.
Io credo che in questo paese si dovrebbero ormai chiudere le questioni aperte con queste 554 persone e finalmente riconoscere in via definitiva i loro diritti. Inoltre io credo che ripartire da queste vittime di strage, stringersi un poco intorno a loro, possa essere un modo per ricucire il tessuto sfilacciato della nostra democrazia, che deve dare attraverso la Magistratura giustizia a queste persone. Credo che ciò gioverebbe a tutto il paese.
Colgo l’occasione per informarvi che nel nostro sito www.strageviadeigeorgofili.org è stata inserita al link “documenti” la Requisitoria dei PM Chelazzi e Nicolosi relativa al processo di primo grado per le stragi del 1993.
Riteniamo che oltre ad essere una grande requisitoria si tratti di un documento di grande valore per capire almeno una parte della storia di questo paese, quindi vi invitiamo a collegarvi e a leggerlo. Inoltre speriamo di poter presentare un libro nel quale sia contenuto il testo della requisitoria e speriamo di riuscire a farlo proprio in occasione del prossimo appuntamento tra un anno esatto.
Grazie a tutti voi dell’attenzione

Giovanna Maggiani Chelli

GIUSTIZIA: RICORDATO PM GABRIELE CHELAZZI A FIRENZE

17 aprile 2009
  FIRENZE  - Trasmettere ai giovani memoria del lavoro di Gabriele
Chelazzi, il pubblico ministero fiorentino morto il 17 aprile 2003 che
indagò sulle stragi mafiose del 1993, è uno degli impegni preso dai
promotori dell'iniziativa tenuta oggi nell'aula bunker del tribunale
di Firenze per ricordare il magistrato nell'anniversario della
scomparsa. "Siamo certi - ha affermato la portavoce dell'associazione
tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili - che Gabriele
Chelazzi avrebbe voluto che i ragazzi si interessassero al suo lavoro
e a quello di tutti i magistrati che hanno lavorato ai processi per le
stragi del 1993". Il ricordo di Chelazzi, che fu anche viceprocuratore
nazionale antimafia, è stato accompagnato dalla presentazione di una
tesi di laurea sulla stagione stragista di Cosa Nostra dal 1979 al
1994 discussa alla facoltà di Scienze politiche dell'università di
Pisa e presentata dall'autore Lorenzo Coluccini e dal relatore
professor Alberto Vannucci. All'iniziativa, moderata dal giornalista
Francesco Nocentini, sono intervenuti, tra gli altri, anche la moglie
di Chelazzi, Caterina Romagnoli, il presidente del tribunale di
Firenze Enrico Ognibene, i sostituti fiorentini Alessandro Crini e
Giuseppe Nicolosi, il prorettore dell'università di Firenze Guido
Chelazzi.(ANSA).


 Redazione 

Cronaca e Attualità

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