D'AnnaAppunti: sanità e ospedale unico
Sanità : l’unica via che interessa i cittadini è quella di un servizio efficiente e tempestivo. Non è quindi questione di via pesarese o fanese o urbinate ne tantomeno di Ospedale unico. Già quell’ospedale unico che di tanto in tanto riemerge quasi fosse la medicina per eliminare le liste d’attesa, il personale insufficiente i primari mai sostituiti. Questo il virus che colpisce la sanità nella Provincia di Pesaro Urbino senza riguardo di costa o entroterra. Questa la malattia da curare. Invece no. Rispunta l’ospedale unico. Quell’ospedale che interessa più chi lo vorrebbe costruire piuttosto chi lo dovrebbe utilizzare. Già perché le strutture ci sono e di denaro pubblico ne è stato speso fin troppo com’è accaduto per il San Salvatore di Pesaro o per il Santa Croce di Fano dove il nuovo padiglione ha avuto e continua ad avere problemi, dove le nuove camere operatorie, o quelle che avrebbero dovuto diventare tali, sono vuote. Le strutture ci sono, vanno adeguate se necessario sistemate, messe a norma, ma ci sono. Su quelle è necessario concentrare risorse e personale, invece di scavare l’ennesimo pozzo di San Patrizio: l’Ospedale unico. Riqualificare, aggiornare, investire sulle professionalità. Non è l’edifico che fa l’ospedale ma il servizio efficiente e professionale. Di questo c’è bisogno. Come c’è bisogno che le strutture esistenti rimangano, con compiti, ruoli, servizi diversi evitando accuratamente doppioni. L’ospedale “diffuso” insomma, quello che può garantire a tutti, dai monti al mare la sicurezza di una assistenza nel più breve tempo possibile. Se “concorrenza” ci deve essere tra ospedali sia, ma sulla qualità e tempestività dei servizi. Mentre si continua a parlare di “integrazione funzionale” tra Pesaro e Fano la gente se ne va altrove a farsi curare e non necessariamente ad Ancona, bensì fuori regione con costi aggiuntivi per i marchigiani. Così tra mobilità passiva , strapagati “manager di parte e di partito” se ne vanno risorse che sarebbe più utile investire in uomini e strumenti. Ecco allora che torna fuori l’Ospedale unico. E così la Mollaroli che nel 2004 presentò una mozione in consiglio regionale che impegnava la giunta ad “accelerare lo studio che permetta un’adeguata valutazione della “questione ospedale unico” dal punto di vista sanitario, finanziario e urbanistico” torna alla carica. Saranno contente le lobby del mattone che non si rassegnano a non realizzare il sogno di costruire nel centro di Fano e di Pesaro appartamenti al posto degli attuali ospedali. Già perché il gioco e tutto lì: vendere il vecchio per costruire il nuovo. La gente intanto aspetta, aspetta per le visite, aspetta per i ricoveri aspetta, aspetta, aspetta. Noi non abbiamo voglia di aspettare e chiediamo con forza più personale medico ed infiemieristico, la sostituzione dei primari andati in pensione ed una seria e mirata politica di riduzione delle liste d’attesa, più efficienza nei pronto soccorso.
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