Un altro giro di giostra
Un giornalino come risultato di un lavoro, iniziato da febbraio con la presenza della psicologa Dr.ssa Camaioni Anacleta. In questi mesi, grazie anche alla disponibilità dello staff medico del Reparto di Oncologia, si è potuto realizzare un percorso individuale e di gruppo e, nell’iter di questo supporto terapeutico, il giornalino è la realizzazione concreta del desiderio di superare la sofferenza. Il Reparto, dunque, non è solo il luogo in cui si debbono trascorrere molte ore a causa di una malattia che tende a cronicizzarsi, ma diventa lo spazio e il tempo in cui si ricerca una migliore qualità di vita
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2007-09-12 - Un approccio basato sulla comprensione della persona sofferente, in cui l’ascolto e il colloquio ritornano ad essere elementi dell’incontro tra terapeuta e ammalato.Nell’interesse della medicina ed in quello del paziente, è possibile recuperare questa dimensione con uno stile di comunicazione “partecipativo” e un costante allenamento all’ascolto delle proprie risonanze interne ( conditio sine qua non ).I pazienti vengono ascoltati durante i cicli di chemioterapia e l’obiettivo del percorso terapeutico è finalizzato a ridurre e contenere il disagio emozionale e a favorire modelli più adattivi di reazione alla patologia oncologica e alle sue implicazioni fisiche e psicologiche.Il supporto è stato modulato tenendo conto delle caratteristiche individuali e dello stadio della malattia, attraverso un setting di “corsia”: un lavoro giornaliero a stretto contatto con l’equipe medica, che ha creduto ad una trasformazione possibile anche nella Divisione di Oncologia dell’Ospedale Civile “Madaonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto.Alla Direzione Sanitaria e al dott. De Signoribus tutta la gratitudine per l’interesse scientifico alla cura globale del malato.I pazienti non hanno tardato ad esprimere un bisogno, forse, da troppo tempo rimasto inespresso: e dai colloqui sono emersi i vissuti, le emozioni, le paure, specialmente nelle fasi più critiche della malattia, le difficoltà relazionali familiari. Ma anche tanta voglia di farcela, di uscire dall’isolamento, tessendo legami privilegiati con persone che condividono gli stessi problemi.Il fascino di stare insieme è stato coinvolgente e ha permesso di sperimentare una nuova consapevolezza di sé, più matura e creativa. Grazie all’esperienza positiva di autoaiuto, le pazienti scoprono personali risorse e riacquistano quelle competenze momentaneamente perdute.Attraverso il lavoro di gruppo, la proposta di realizzare un giornale per sperimentare e ricercare una forma personale di linguaggio creativo, per migliorare il proprio stato di salute e favorire il percorso terapeutico.Un giornale il cui intento è anche quello di avviare un dibattito culturale e scientifico per migliorare il funzionamento e l’efficacia dell’assistenza sanitaria nell’ottica di un approccio psicoterapeutico.
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