Ancora pochi giorni e poi... Vinicio Capossela in concerto al Calabresi
S. BENEDETTO T. - Il prossimo 3 maggio Capossela presenterà nella Riviera delle Palme il suo ultimo lavoro, "Ovunque proteggi".
“Non dormo ho gli occhi aperti per te/guardo fuori e guardo intorno/come è gonfia la strada/polvere e vento nel viale del ritorno/..E ancora proteggi la grazia del mio cuore/adesso e per quanto tornerà l’incanto/l’incanto di te/di te vicino a me”
Tra gli artisti più eclettici del panorama musicale italiano, Vinicio Capossela farà tappa il 3 maggio a San Benedetto del Tronto al Teatro Calbresi presentando il suo ottavo album Ovunque Proteggi. Lavoro uscito il 20 gennaio scorso, contenente 13 canzoni inedite e che si avvale della prestigiosa partecipazione di Ares Tavolazzi, di Mario Brunello al violoncello e della chitarra di Marc Ribot (spalla di Tom Waits), solo per citarne alcuni. Sul palco, come sempre ricco di suggestioni scenografiche oltre che musicali, sarà accompagnato invece da un composito e variegato gruppo di musicisti, quantomai necessario a supportare le molteplici escursioni musicali del cantautore di origine tedesca: Alessandro "Asso" Stefana alle chitarre, Glauco Zuppiroli al contrabbasso, Zeno De Rossi ai tamburi, Michele Vignali all’ance, Gak Sato e Vincenzo Vasi al theremin e programmazioni.
Il tour si è aperto il 14 febbraio ad Avellino al teatro Carlo Gesualdo e si concluderà il 3 luglio al Teatro Romano di Ostia Antica: poco meno di cinque mesi e poco più di quaranta tappe durante le quali Capossela presenterà questo nuovo disco, il cui singolo omonimo in realtà già era stato inciso ed inserito, ma solo come strumentale, nelle sessione de Il ballo di San Vito (1996), e che ha già superato le 40mila copie vendute. Come sempre e in pieno stile caposseliano sono presenti nel disco suggestioni letterarie ed elementi di sacralità e religiostità tipicamente meridionali: S.S dei naufragati trae, ad esempio, ispirazione dalla preziosa “Rhyme of the ancient mariner” di Coleridge e dal “Moby Dick” di Melville. A conferma di quel debito più grande che forse è proprio nei confronti della letteratura. E dell’arte.
Modì, suo secondo album datato 1991, può essere infatti letto proprio in questa ottica, come anche il suo album successivo Camera a sud (1994) in cui il testo di Zampanò è largamente ispirato al film “La strada” di Federico Fellini. Ma l’album che sembra avere maggiori contaminazioni letterarie è Il ballo di San Vito (1996) che di fatto lo consacra, a sei anni dall’uscita del suo primo album (All’una e trentacinque circa), al grande pubblico. Anche qui tredici pezzi sullo stile di Waits, tra i quali da segnalare Corvo torvo ed Accoliti di rancorosi, molto vicine ad alcuni testi di Geoffrey Chaucher e John Fante. L’anno successivo esce un nuovo lavoro, Live in volvo, e dopo una pausa di tre anni ecco Canzoni a manovella, con il quale sarà premiato con la Targa Tenco per il miglior album insieme ad Amore nel pomeriggio di De Gregori. E quindi nel 2003 esce L’indispensabile, una raccolta di brani pubblicati da Capossela con CGD East West. Una sorta di summa antologica, di testi fondamentali o, meglio ancora, indispensabili per chi intende conoscere e approfondire la conoscenza del cantautore italiano. Nel 2004 la sua passione per la letteratura diventa in qualche modo più concreta con la pubblicazione del libro Non si muore tutte le mattine, ovvero una raccolta di testi sparsi, frammentati perché come conferma lo stesso autore “…vorrei che queste pagine si potessero prendere a etto, sfuse, a capitoli, a ognuno la parte che serve…”.
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