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Internet: tra sviluppo e digital divide

Pochi sanno che l’abnorme diffusione di Internet "segue un modello spaziale che frammenta la sua geografia in base a ricchezza, tecnologia e forza: è la nuova geografia dello sviluppo." Si tratta della discussa questione del divario digitale o digital divide. Ovvero della disuguaglianza nell’accesso ad Internet nonché del suo diverso tasso di penetrazione. Secondo un indagine NTIA condotta negli Stati Uniti tra il 1995 e il 2000 esisterebbero differenze a livello sociale, culturale, linguistico ed etnico. Solo alcuni dati per rendere l’idea: "in termini di reddito mentre il 70% delle persone che guadagnavano dai 75000 dollari in su avevano accesso ad Internet, la percentuale scendeva al 18,9% per coloro con meno di 15000 dollari". E ancora " il 50,3% dei bianchi aveva accesso ad Internet, ma solo il 29,3% degli afroamericani e il 23,7% degli ispanici." Senza dimenticare poi che, stando ai dati dell’indagine NUA online del 2000, "su un totale di 378 milioni di utenti (più o meno il 6% della popolazione mondiale) il 42,6% era concentrato nel nord America, il 23,8% nell’Europa occidentale e solo lo 0,6% in Africa". Ovviamente tale gap tecnologico si trasporta poi anche sul piano della produttività, dei benefici sociali e degli standard di vita. E’ questo il nodo cruciale: in una società sempre più basata e costruita intorno ad Internet, non è tanto la percentuale di connessioni ad essere fattore discriminante, quanto le conseguenze che una limitata o mancata connessione può provocare. A pagarne, ancora una volta, le spese sono soprattutto i cosidetti Paesi in via di sviluppo: ad una già preoccupante situazione di arretratezza si va ad aggiungere un ulteriore fattore di marginalizzazione. Ma in generale il problema riguarda tutta quella fascia di popolazione situata ai margini di una società che rende i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. "Lo sviluppo senza Internet sarebbe come l’industrializzazione senza elettricità nell’era industriale… senza un’economia e un sistema di gestione basati su Internet qualunque Paese ha poche possibilità di generare le risorse necessarie a soddisfare i suoi bisogni legati allo sviluppo." Una forbice che, in taluni casi, sembra davvero si stia allentando ma le prospettive non sono delle più rosee: la tecnologia è in continua evoluzione, nuovi strumenti nascono e altri cadono in disuso. Ora si parla della possibilità di connettersi alla rete senza fili, il wireless, o della connessione a banda larga, della tecnologia I-pod e quant’altro. Tali strumenti, per ora, sono però ancora esclusiva di pochi (noti) mentre faticano ad insediarsi proprio in questi Paesi suddetti, e non solo. Sembra proprio essere un circolo vizioso: quando una fonte di divario sembra ridursi, subito ne emerge una ulteriore a ridimensionare le "velleità" di sviluppo. Forse per questi Paesi sarebbero davvero auspicabili altrnative forme di sviluppo più consone a tradizioni e culture locali.


 Simone Grasso

Sociale

 Articolo letto 194 volte. il 24 May 2006 alle 09:35
 
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