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Leonardo Pieraccioni, è nato a Firenze nel 1965 |
L’amore perfetto alla prova del calendario: intervista a Leonardo Pieraccioni
di Pierluigi Lucadei
In un piccolo paese della provincia toscana, Mariano vende frutta e verdura al mercato insieme a sua moglie Miranda. L’amore perfetto della coppia va in crisi quando un affascinante fotografo prima propone a Miranda di posare per un calendario senza veli, poi la seduce. Questa è in breve la trama del nuovo film di Pieraccioni, “Una moglie bellissima”, sicuramente non il suo migliore, tuttavia un film che garantisce risate a volontà e anche momenti di malinconia. Se è vero che la morale finale della “porchetta che vince sul caviale”, dei bagliori del mondo dello spettacolo che non valgono l’amicizia e la solidarietà della vita di provincia, è trita e ritrita, è anche vero che il comico fiorentino, affiancato dai fedeli Ceccherini e Papaleo, è bravo nel proporla in maniera sempre gradevole e il risultato è qualcosina di più del classico film-panettone. Abbiamo incontrato Pieraccioni all’anteprima nazionale di “Una moglie bellissima”.
Ci sono differenze importanti tra “Una moglie bellissima” e i tuoi film precedenti? La differenza sta nel fatto che un tipo d’amore così non l’avevo mai raccontato. Negli altri film c’era la corsa del protagonista verso una bellissima donna, stavolta invece il protagonista si ritrova già dall’inizio una bellissima donna al suo fianco e deve difenderla dalle insidie di eventi avversi. La felicità di coppia negli altri film era il punto d’arrivo, qui è il punto di partenza. Io e il mio sceneggiatore Giovanni Veronesi ci siamo divertiti ad immaginare cosa potrebbe accadere se uno di quegli inviti a posare nuda su un calendario arrivasse non alla starlette di turno ma ad una persona normale. Il tuo personaggio che tipo è? Mariano è un uomo di quarantadue anni, ma in realtà è ancora un bambino. E’ innamoratissimo. E’ uno che ha fatto suo quel detto che fa: “se la tua ragazza ti lascia, lasciala andare, perché se poi torna, torna per sempre”. E’ uno che non prende neanche in considerazione l’ipotesi che la sua donna all’improvviso possa non essere più sua. E con Miranda che tipo di coppia forma? Mariano e Miranda sono una coppia sposata da dieci anni, uno di quei rari esempi di persone che si amano dopo un sacco di tempo, come Topolino e Minnie. Ad un certo punto, a turbare la coppia, arriva un ciclone alla rovescia, una proposta indecente alla ribollita, e la scivolata purtroppo c’è. Per scrivere questa storia mi è stata molto d’aiuto una frase che mi disse una volta Don Sandro, quando mi vide passeggiare per le strade del centro con una mia fidanzata. Mi disse così: “tu dimostrerai a lei il tuo amore non tanto con quanto la saprai amare ma con quanto la saprai perdonare”. Oggi al minimo starnuto le coppie si lasciano. E’ tutto un tradire, un separarsi, un divorziare. Eppure ci sono ancora uomini e donne, soprattutto in provincia chissà perché, che resistono amandosi come ormai non ci si ama più. E’ un mondo che a molti può sembrare strano ma è un mondo che ancora ci dà speranza. Anche stavolta ci sono i tuoi amici a recitare con te. Sì, e lavorare così è un divertimento. Nel film compaiono Giorgio Ariani, Carlo Conti, Carlo Pistarino, Alessandro Paci. Poi ovviamente ci sono i bellissimi ruoli di Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo. Ceccherini, non mi stancherò mai di ripeterlo, è uno dei comici più precisi e malinconici che abbiamo e se è irriverente e fa tardi la sera eccetera eccetera è perché è un poeta, vive di poesia e manca completamente di quella dose di imprenditorialità di cui in questo mestiere forse c’è bisogno. Un talento, d’altra parte, è sempre di più Papaleo e io sono molto contento che per la quarta volta abbia recitato in un mio film. Laura Torrisi cadrà nel dimenticatoio come le altre protagoniste femminili dei tuoi film o stavolta siamo in presenza di una vera attrice? Sono convinto che c’è un’importante differenza tra la Torrisi e le altre protagoniste dei miei film. Le altre erano modelle prestate al cinema, non erano attrici ma per un mese e mezzo si ritrovavano sul mio set. Si sono perse perché probabilmente non era questo il loro mondo. Sono sicuro che Laura, se incontrerà un altro personaggio che riuscirà a sentire suo, così come il personaggio di Miranda che lei dice calzarle alla perfezione, lo interpreterà alla grande. Davvero non avrei potuto trovare un’attrice che interpretasse meglio Miranda, una ragazza vera, spontanea, proprio come la Torrisi. C’è una dedica particolare per questo film? Sì, una dedica c’è anche se non si vede: a Firenze. Ricordo che “I laureati” uscì in due copie, a Firenze Nord e a Firenze Sud. Quando iniziò ad andare bene mi dissero che forse si poteva fare anche l’estero, cioè Pistoia e Arezzo. Andò bene. Io devo tutto a Firenze. Sono orgoglioso della mia città e di abitare qui in Piazza Duomo. Che critiche ti aspetti per questo film? Il mio obiettivo è quello di fare commedie. Di farle in quel modo in cui vengono fatte in America e che qui in Italia non so perché non vengono viste di buon occhio. Questo vuol dire anche non vergognarsi del lieto film. Uno che viene a vedere il mio film sa già che i due protagonisti alla fine torneranno insieme, non è quello il punto. Non si può criticare se non si accetta questo punto di vista. Lo stesso critico cinematografico che viene a vedere il mio film, non può aspettarsi una risoluzione dei personaggi tipo quella che sono soliti fare Moretti o Bellocchio. Ricordiamoci che i miei film sono commedie, il mio mestiere è far ridere. Mi si può criticare se in una determinata scena non faccio ridere come dovrei. Quali sono gli apprezzamenti ricevuti che invece ricordi con maggior piacere? Adesso me ne vengono in mente due. Il primo l’ho ricevuto da Benigni. Dopo aver visto “Il ciclone” mi chiamò e mi disse: “il film è un paniere di grazia, ti ringrazio perché per tre giorni io e mia moglie siamo stati contenti”. Quando ti chiama il numero uno, capisci, ti fa molto piacere… Il secondo me l’ha fatto una ragazza che non molto tempo fa, ad un semaforo di Milano, si è accostata e mi ha detto: “grazie per le ore liete che ci fai passare”. Il calendario che vediamo nel film esiste veramente? Sì, è vero, il calendario è in vendita tramite la Fondazione Cure 2 Children (http://www.cure2children.org/italia/, ndr). In Italia si è sempre un po’ sospettosi su come vengono effettuate queste operazioni di beneficenza. Posso dire che, se ho sposato la causa, è perché sono certo che si tratta di una Fondazione seria e che i soldi incassati serviranno per curare bambini malati di tumore. Dunque comprate il calendario, anche perché è meraviglioso.
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Pierluigi Lucadei
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il 15 Dec 2007 alle 20:02 |
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