Ministero delle Politiche Agricole e Forestali: ecco il Manuale di sicurezza alimentare
Il MiPAF si spinge al limite della sua area di competenza rispetto al Ministero della Salute pubblicando in rete l’agile manuale “Che rischio c’è? Alimenti e sicurezza” redatto in collaborazione con il FRICOM – Food Risk Communication dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Questa sorta di vademecum per il consumatore (ma non solo) rappresenta uno strumento facilmente accessibile al pubblico per informarsi correttamente sui fattori di rischio connessi al consumo degli alimenti; fattori che sono legati al quotidiano approccio al cibo, prima fra tutti la preparazione domestica. Il messaggio è forte e chiaro: la necessità di recuperare un ruolo di riferimento a servizio dei cittadini consumatori è questione prioritaria in primis per le istituzioni (Ministeri, Enti pubblici, Università), soprattutto se si parla di tutela della salute pubblica. Rilanciare la corretta informazione sui potenziali rischi alimentari fa parte della rinnovata strategia europea di comunicazione, resasi ancor più necessaria dopo le confusioni di fine 2005 in piena crisi influenza aviaria e ITX. La prima parte del manuale, dedicata a Sicurezza e rischio nell’alimentazione, rende necessaria la distinzione fra rischio e pericolo, che superficialmente possono essere considerati sinonimi, quando in realtà non lo sono. Presupposto che nella realtà la sicurezza assoluta non esiste, è invece reale l’esistenza di pericoli di natura chimica (es. contaminante), fisica (es. frammento) o biologica (es. sviluppo microbico), per i quali sussiste un rischio, ovvero la probabilità che il pericolo diventi concreto, più o meno elevato; un alimento può essere considerato sicuro se il rischio è sufficientemente basso da poter essere ritenuto trascurabile. Ci viene poi illustrato il triangolo “alimenti-dieta-comportamento alimentare” quale fattore critico per lo stato di salute dell’individuo, che richiama figuralmente il triangolo della malattia “ospite-agente-ambiente”; successivamente ci vengono descritte le tre principali fonti di contaminazione degli alimenti: i microrganismi patogeni, le micotossine e i composti chimici. La seconda parte è un manuale di buone pratiche operative e rappresenta il nocciolo duro della prevenzione, ovvero l’insieme degli interventi mirati a contrastare l’insorgenza di una malattia; vengono forniti a operatori e consumatori utili consigli per conservare e manipolare gli alimenti, stando particolarmente attenti alle così dette contaminazioni crociate. La terza parte affronta il tema della comunicazione e percezione del rischio, centrale soprattutto in relazione ai recenti processi di amplificazione sociale connessa ai rischi alimentari; condizione che rilancia l’importanza di un effettivo e rapido sistema di sorveglianza all’interno della gestione del rischio, sfera di competenza esclusiva della Commissione europea. Quest’ultima si avvale dell’attività di consulenza scientifica dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che rappresenta l’istituzione imparziale adibita alla valutazione e alla comunicazione del rischio a tutti i membri dell’Europa a venticinque. Questa architettura dovrebbe essere in grado di garantire la massima tutela della salute dei consumatori, i quali possono svolgere un ruolo determinante per una corretta informazione già a partire dalla lettura del Manuale sicurezza alimentare del MiPAF, non a caso pubblicazione della neonata Direzione Generale Tutela del Consumatore del Ministero.