Non ci sarebbero più speranze per Denise Pipitone, la bambina di tre anni scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) il 1 settembre del 2004. Secondo la procura della Repubblica di Marsala, la piccola è morta e il suo corpo è stato buttato in mare al largo di Palermo. Il procuratore Silvio Sciuto è arrivato a questa ricostruzione in seguito alle dichiarazioni che ha reso Giuseppe Dassaro, l'uomo che lo scorso luglio ha confessato di avere ucciso Sabine Maccarrone, una donna di 39 anni, di origine elvetica, trovata morta il 16 aprile in un pozzo di Mazara del Vallo. Dassaro disse che il mandante del delitto era Giovanni Melluso.
INDAGATA LA ZIA - Rosalba Pulizzi, zia di Denise, è stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito del sequestro. La donna è indagata per sequestro di persona e concorso in omicidio, ed è attualmente interrogata in Procura a Marsala. La Pulizzi è la sorella del padre naturale della bambina ed ex compagna di Giuseppe Dassaro.
Dassaro avrebbe rivelato ai magistrati di avere notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia nelle province di Palermo e Trapani su ordine della Procura di Marsala. D'Assaro, infatti, avrebbe dichiarato di avere visto giocare la bimba con un cuginetto in casa Pulizzi e di averla trasportata in una sorta di congelatore nel territorio tra le due province. Oggi pomeriggio dovrebbe svolgersi un confronto tra l'uomo e la zia di Denise.
Sono tre i fascicoli aperti dalla Procura nell'ambito di questa inchiesta: uno a nome di Jessica per sequestro di persona, un altro nei confronti di Gaspare Ghaleb (ex fidanzato della sorellastra di Denise) per false dichiarazioni al Pm, e il terzo era a carico di ignoti. Ma dopo quanto affermato nel settembre scorso dal procuratore di Marsala era chiaro che quest'ultimo fascicolo avrebbe riportato i nomi degli altri indagati. "Gli ignoti non sono più ignoti", aveva infatti affermato dal procuratore Antonino Silvio Sciuto, durante il suo intervento al convegno organizzato a settembre a Mazara del Vallo.
IL RACCONTO DELLA MORTE - Dassaro, che nel luglio scorso si era accusato davanti ai magistrati di avere gettato in mare il corpicino di Denise, aveva dichiarato al procuratore di Marsala di essere stato contattato dalla ex compagna Rosalba Pulizzi per far sparire il corpo della bimba che all'epoca del rapimento aveva quasi 4 anni.
In base al suo racconto, dopo il sequestro sarebbe stata portata nella casa di sua cognata, si sarebbe sentita male e alla fine sarebbe deceduta dopo che qualcuno le ha somministrato dei tranquillanti. A quel punto la decisione di sbarazzarsi del corpo di Denise sistemato in una borsa sportiva, trasportato fino a Palermo e, in base alle accuse dell'uomo tutte da riscontrare, sistemato da Rosalba Pulizzi in un congelatore.
Denise, adesso diteci perché
di Antonino D'Anna
da libero.it, Lunedí 10.12.2007 15:26
Secondo la Procura della Repubblica di Marsala, la piccola Denise Pipitone, scomparsa ad appena tre anni nel 2004 davanti la sua casa di Mazara del Vallo (Tp) sarebbe morta. Uccisa e gettata in mare al largo di Palermo, secondo quello che Giuseppe Dassaro, ex cognato del padre naturale di Denise, avrebbe reso agli inquirenti.
Ma adesso qualcuno dica perché. Perché una bambina da Mazara del Vallo debba essere gettata, ormai cadavere, nel mare al largo di Palermo. Supponiamo sia stata uccisa dopo il rapimento: come si fanno indisturbati i 120 km di autostrada che collegano Mazara con Palermo? Certo, l’autostrada è deserta di suo: ma per quale motivo era necessario andare a gettarne il corpo in mare da tutt’altra parte, quando sarebbe bastato spingersi al largo del porto di Mazara?
E tornano alla memoria immagini in bianco e nero: la figura di Michele Vinci, che nel 1971 venne riconosciuto colpevole dell’omicidio di tre bambine, Antonella Valenti, 11 anni, assieme alle cuginette Virginia e Ninfa Marchese, rispettivamente nove e sette anni. O quelle, a colori, di Santina Renda, la bambina palermitana scomparsa nel 1990, sulla cui sorte non si è mai saputo nulla. O, ancora, Angela Celentano, scomparsa nel 1996 durante una vacanza sul monte Faito, nel napoletano. A questo punto conta sapere perché. Non per noi, ma per la giustizia che si deve a sua madre, Piera Maggio e ai suoi occhi tristi, al dolore portato dentro in silenzio per tre lunghi anni. Una donna che con la sua faccia ha commosso l’Italia e si è battuta fino alla fine perché sua figlia tornasse viva a casa. Non c’è riuscita. Merita rispetto e se possibile una verità, per amore di sua figlia.