I soci bieticoltori della cooperativa Aib e Legacoop Marche puntano
alla riconversione produttiva del settore e si orientano verso
le colture portaseme, ad alto reddito, con una forte concentrazione
di manodopera e di meccanizzazione
Pesaro, 18 dicembre 2008 – Dalle barbabietola da zucchero alle cipolle e ai porri. Le cooperative di bieticoltori di Legacoop Marche hanno deciso il loro futuro, che sarà legato alla produzione di colture portaseme ossia produrranno i semi di pregio che vengono usati per coltivare. Il progetto di riconversione dei 1.200 soci che aderiscono alla cooperativa Aib-Agricola interprovinciale bieticola, attivi soprattutto nelle province di Ancona e di Pesaro e Urbino, è stato presentato ad Orciano di Pesaro nel convegno “Migliorare la gestione dell’impresa agricola moderna: aspetti finanziari e produttivi”, un’iniziativa promossa dalla coop Aib e da Legacoop Marche.
La riconversione dalla coltivazione della bieticoltura per l’Aib, che nelle Marche interessava 5mila fra imprese e cooperative, porterà a coltivare nei campi cipolle, porri, grano, cavoli ma tutte specie da seme, una produzione altamente specializzata che richiede una grande attenzione e una grande qualità, richiesta dai clienti, la maggioranza stranieri, americani, olandesi, giapponesi.
Grazie a questa domanda di mercato, i soci della cooperativa Aib, guidata da Giampiero Verdini, che producono anche cereali, vino, olio, hanno già iniziato a collaborare con la Cac-Cooperativa agricola cesenate, specializzata nelle colture da seme, già presente in sette regioni fra cui le Marche, dove ha 580 soci. “Le portaseme – hanno spiegato Eros Marfoglia e Giancarlo Fabbri della Cac – sono colture ad alto reddito, che richiedono un’alta concentrazione di manodopera, come quella che può essere offerta dalle imprese agricole formate da giovani. Questa produzione, inoltre, richiede l’uso di macchinari altamente specializzati che consentono un aumento notevole della produttività e del reddito ad ettaro”. Per raccogliere, ad esempio, 4 ettari a cipolla da seme con le sole persone ci vorrebbero due settimane, con i macchinari solo due giorni. Ma l’occupazione nel settore è comunque garantita dal tipo di coltivazione, che richiede una cura costante nei giorni e dal bisogno di tecnici specializzati. Proprio per favorire la riconversione del settore saccarifero, che prevede un investimento di 22 milioni nelle Marche, destinato soprattutto all’industria, si sta attuando nella regione il Pabs-Piano di azione bieticolo saccarifero 2007-2011 mentre per poter finanziare il cambio di produzione nelle imprese e nelle coop agricole, per gli investimenti, per i macchinari è prevista un’azione specifica del nuovo Piano di sviluppo rurale il cui bando, come ha spiegato Vincenzo Cimino, dirigente regionale del Servizio agricoltura, scadrà a fine gennaio 2009.
“Noi siamo pronti per la riconversione – ha detto Teodoro Bolognini, responsabile Legacoop Agroalimentare Marche -, grazie alla partnership fra la Cac di Cesena e la cooperativa Aib. Crediamo che il Piano di azione bieticolo e il Psr debbano essere due validi strumenti per attuare questo passaggio e permettere, agli agricoltori, l’integrazione con le altre coltivazioni. Come deciso nelle linee del nostro congresso regionale, il nostro obiettivo è, infatti, quello del miglioramento della competitività delle nostre cooperative, il loro ampliamento e la loro modernizzazione, anche gestionale, per arrivare a quell’affidabilità competitiva che consideriamo la nostra filosofia di cooperatori dell’agricoltura”.