Oltre il 40% degli oceani e dei mari del pianeta sono pesantemente colpiti dalle attività umane. Poche le aree integre. Nel Mediterraneo è grave la situazione in Adriatico e nel Canale di Sicilia.
E’quanto denuncia il rapporto "A Global Map of Human Impact on Marine Ecosystems", pubblicato il 15 Maggio 2008 sulla rivista inglese Science. Si tratta di una sintesi ottenuta da un team di ricercatori di università ed istituzioni americane sovrapponendo le mappe che caratterizzavano diciassette diversi fattori d'impatto sui mari e sui loro fondali: dalla pesca al cambiamento climatico all'inquinamento.
Il rapporto non sorprende affatto chi conosce bene l'argomento, dato che il Mediterraneo è uno dei mari più colpiti dalle attività umane. La pesca indiscriminata ed inquinamento sono problemi gravissimi ed il cambiamento climatico sta per abbattersi su questo mare chiuso.
Nella mappa generata dallo studio, sono ben evidenti le aree piu’ colpite. Nel Mediterraneo, spiccano l'alto e medio Adriatico, la fascia costiera dal Gargano a S. Maria di Leuca e alcune aree della fascia costiera siciliana lungo il Canale di Sicilia.
I problemi che affliggono i mari del Pianeta, compreso il Mediterraneo, necessitano di risposte rapide ed efficaci. Il Parco Marino del Piceno nel suo "piccolo" è l'unico tentativo pratico di protezione del mare, recupero delle risorse ittiche e della biodiversità marina attualmente a disposizione della riviera Picena. Ben altri saranno i procedimenti necessari se non iniziamo tutti insieme a fare praticamente qualcosa per cercare di non essere ulteriormente responsabili di un disastro purtoppo annunciato da tempo.
Con meno dell'1% di superficie totale dei mari, il Mediterraneo ospita quasi il 10% della biodiversità marina nota. Fino a quando? I pescatori hanno ragione ad essere preoccupati, ma non sono i soli ad esserlo.
Riego Gambini