A proposito di (nuove) elezioni parlamentari
di Lucio Garofalo
Le elezioni sono solo un rituale inutile, vuoto e persino ingannevole, specie se tale pratica è scissa e distante dal corpo reale della società e della Politica (con la P maiuscola), divenendo un’appendice assolutamente funzionale agli interessi di parte delle forze dominanti. L’elettoralismo è dunque una malattia, che infatti si manifesta attraverso i sintomi di un forte stato febbrile. L’elettoralismo è un potente sedativo in mano alla borghesia e ai poteri dominanti, una “droga” spirituale usata per addormentare la coscienza delle masse. Le elezioni servono soprattutto a rincretinire le classi lavoratrici e a distrarle dal loro compito rivoluzionario. Deviare e allontanare le masse operaie dal terreno della lotta di classe, per incanalarle e impantanarle nella palude melmosa dell’elettoralismo e del parlamentarismo borghese, è sempre stato un obiettivo necessario per la salvaguardia e la conservazione del potere detenuto dalla borghesia capitalista. Ma la democrazia borghese non è solo una truffa, un’illusione: essa è un’emanazione generata direttamente dallo stesso modo di produzione capitalistico-borghese che di fronte al mercato rende tutti uguali, ovvero omologati, tutti venditori e compratori allo stesso tempo. Un infame ingranaggio che costringe le persone a produrre e consumare per un'intera esistenza e alla fine crepare, condannandole a un destino miserabile e degradante. Un sistema brutale ed alienante, fondato sull’economia di mercato, sull’aziendalismo esasperato, sulla proprietà privata, sul principio (pericoloso e mistificante) dell’individualismo e della competizione sfrenata tra gli individui, messi l’uno contro l’altro (”homo homini lupus”). La democrazia rappresentativa borghese concepisce la società come una somma di individui (atomizzati), ognuno con i suoi criteri di scelta e di giudizio, con una propria coscienza, con un proprio destino, senza alcun legame di solidarietà, di interdipendenza e di condivisione con la coscienza e il destino altrui. Il cretinismo parlamentare, una delle principali caratteristiche degenerative della politica democratico-rappresentativa di stampo borghese, consiste proprio nel considerare il singolo individuo come il motore della storia, come l’agente determinante dei possibili miglioramenti o peggioramenti della vita sociale. Ma in cuor loro, le classi dominanti, benché stordite dai loro stessi inganni, sanno che la realtà sociale segnata dalle contraddizioni e dagli antagonismi di classe, si rivolterà inevitabilmente contro di esse. Berlusconi e Veltroni, e le loro differenti alleanze politico-elettorali, rappresentano sostanzialmente i due principali poli economico-finanziari contrapposti. Col pretesto di combattere e scongiurare il rischio che il governo cada nelle mani della “destra”, tutti i “sinceri democratici” si abbracciano e si sostengono a vicenda, recandosi alle urne per votare la (falsa) “sinistra”. Si pensi ad un partito sedicente "comunista" come Rifondazione, diviso da sempre tra un'anima elettoralista e una vocazione governista, da un lato, e spinte movimentiste ed operaiste dall'altro. Un partito la cui direzione (non solo i quadri dirigenti, bensì pure la base militante) mira alla formazione di un blocco elettorale di sinistra, il più aperto ed ampio possibile, per battere la destra berlusconiana. Mai che qualcuno nel PRC avesse solamente ipotizzato che l’epicentro della lotta per il potere reale fosse collocato all'esterno del gioco elettorale e parlamentare, ed implicasse la formazione di uno schieramento e di un blocco di classe, non di votanti e relative schede elettorali. Non si tratta di due strade praticabili contestualmente, ma di due percorsi opposti e divergenti. Infatti, le forze democratico-riformiste che hanno nella democrazia parlamentare il loro ossigeno non riescono a fuoriuscire da quello stato "ambientale" per misurarsi decisamente sul terreno di classe. Non si conoscono ancora esempi di partiti comunisti a carattere "anfibio". Per ridestarsi da decenni di rincoglionimento e cretinismo elettorale e parlamentare (pseudo)democratico, il proletariato dovrà con ogni probabilità essere scosso da terremoti economici e sociali di grandi dimensioni e di grande intensità e profondità. Solo allora i proletari massacrati in tutto il mondo (ri)troveranno l’unica risposta di classe che la storia riserva loro. E manderanno al diavolo i parlamenti liberal-borghesi e le (inutili) schede elettorali.
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