Il ritorno al nucleare sfiora anche San Benedetto del Tronto
25/02/2009 - Ieri, 24 Febbraio 2009, è stato firmato l’accordo tra Italia e Francia, per la costruzione di quattro nuove centrali nucleari, grazie alla collaborazione dei due colossi Enel e Edf. Berlusconi, soddisfattissimo ha firmato un protocollo d’intesa con l’inquilino più importante dell’Eliseo, Sarkozy, non solo in merito al ritorno al nucleare ma anche inerente ad altre materie, quali l’inizio dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione. Quindi inizia a concretizzarsi quel ritorno all’energia atomica, accennato in campagna elettorale. Il progetto vuole la creazione di quattro centrali nucleari con tecnologia francese Epr, che già stanno costruendo in Francia. La prima in Italia, sarà operativa nel 2020. In questo modo si vorrebbe raggiungere l’obiettivo di fornire al nostro paese almeno il 25% del suo fabbisogno di energia elettrica in una ottica più ambientalista e sicuramente più conveniente. Già appena dopo la vincita delle elezioni del governo di centro-destra, fu resa nota da Pecorario Scanio la lista dei siti che sarebbero presto stati riadattati per ospitare le centrali: Monfalcone, Chioggia, Ravenna, Caorso, Trino Vercellese, Fossano, Scarlino, Latina, Termoli, Garigliano, Mola, Scanzano Ionico, Palma e Oristano, per finire con San Benedetto del Tronto. Sono queste le località in cui si vocifera verranno insediate le centrali atomiche. Nel 1987 ci fu il referendum abrogativo di una legge, il quale indirettamente manifestò la volontà del popolo italiano di porre fine all’utilizzo dell’energia nucleare, alla luce della recente vicenda di Chernobyl. A quanto sembra però, non c’è nessun impedimento giuridico a che il Governo predisponga un piano per il ritorno al nucleare. Secondo quanto emerge dall’opinione di molti costituzionalisti, quel referendum era destinato ad avere effetto in quella legislatura, a maggior ragione non può impedire alla attuale di andare avanti nel suo intento anche perché riguardava direttamente il CIPE( Comitato interministeriale per la programmazione economica), l’Enel, i Comuni nelle loro reciproche relazione con la gestione e l’utilizzo delle centrali nucleari. Berlusconi forte del consenso sulla maggioranza degli italiani, non ha ritenuto opportuno informare la popolazione anticipatamente in merito a tali decisioni. Solo a giochi fatti ci troviamo dinanzi al fatto compiuto. Problematico sarà ottenere il consenso della gente che abita nei comuni forse destinati ad ospitare le centrali. Dall’altra sponda dell’oceano invece, Obama non perde occasione per dimostrare le sue intenzioni di risollevare l’America e invertire la rotta rispetto alla precedente amministrazione Bush, caratterizzata da una scarsa attenzione verso l’ambiente. Il nuovo presidente ha infatti asserito che punterà sulle energie rinnovabili, stanziando per esse per 32,8 miliardi di fondi. Una direzione imboccata per rispettare il protocollo di Kyoto e creare un risvolto occupazionale. Il nostro Governo quindi si pone in spiccata controtendenza con l’alleato americano pianificando un ritorno allo sfruttamento dell’atomo. Sfruttamento che si auspica sia attuato nella sicurezza più ferrea, altrimenti tutti i marchigiani e vicini abruzzesi, insieme a molti altri italiani dovranno convivere con incubi non facilmente digeribili, come quello di un possibile disastro (vedasi quello ucraino).
|